Pensavo di paragonare questa
azienda "..Che ci ospita...", ad una donna, ne buona, ne cattiva, che nella
nostra gioventù c'era parsa forse anche un pò bella, ma sempre
irraggiungibile, comunque severa e impossibile.
Pensavo anche di dare la voce atanti miei colleghi che come me hanno iniziato a conoscere questa splendida vegliarda alcuni anni orsono, quando appena quindicenni o giù di lì, i nostri amici si recavano al campeggio in montagna, o sullespiagge, e noi, non avendo nessun permesso, negatoci dalla matrigna, passavamo il migliore tempo della vita a sudare sul tornio, sulla fresa o magari in mezzo alla polvere di qualche affilatrice. Per alcuni entrare in Agusta fu una scelta, per altri una fortuna e per pochi una condanna, allora. Abbiamo respirato, pensato, maledetto, odiato, costruito, sperato, invidiato e poco amato, il tempo maggiore della nostra esistenza, più al di qua che non al di la di quel cancello sormontato da quelle arcigne aquile; non abbiamo certo pensato, ogni volta che il cartellino affondava nella feritoia prima, e ora il badge magnetico delimita come paletti il nostro spazio, che ci saremmo augurati un buon compleanno collettivo per i nostri primi '90! Certo auguriamoci e forte un bel AUGURI!, ce Io siamo meritati, ci siamo ancora, possiamo ritrovarci e contarci, quando ci scambiamo gli sguardi, alla mensa alle macchine per il caffè, lungo i viali. |
Abbiamo
i capelli bianchi, alcuni non ne hanno piÙ, alcuni entrano in auto,
sorteggio, procurava gioia e altri escono sempre con il loro passo tranquillo,
altri ancora scendono sempre di corsa dalla strada senza uscita, inseguendo
l'ultimo secondo di salvezza.
Auguri a tutti noi che ci possiamo ancora incontrare, a noi che siamo rimasti, a noi che siamo azienda, a noi che senza retorica abbiamo dato alcuni anni della nostra vita, venti, trenta, chi tutta. Auguri a questa ditta del signor Domenico, che passava nei reparti in bicicletta, e dove i capi, in grembiule celeste o nero passavano fra gli operai in cumbinos. Perche una condanna allora? Perche mentre altri conducevano una vita spensierata o forse più rilassata, fuori dal muro, noi eravamo costretti a lavorare in angusti e non certo areati capannoni o magari a disegnare su tecnigrafi che di ergonomico avevano solo il contrappeso che ti aiutava a fare del movimento e quindi un pò di ginnastica, mentre all'interno delle mura, le guardie vigilavano, pronte a smascherare chi era senza la medaglia, medaglia che come un lasciapassare con sigillo reale, ti concedeva il lusso di recarti ai servizi (avevano un altro nome) o presso qualche altro capannone per lavoro. Auguri a tutti quelli che già allora nell'afoso mese di agosto, al suono della sirena, in anticipo di qualche minuto, si ritrovavano sul piazzale dell'allora Capannone Sikorsky, per ascoltare la voce del comandante |
Mannavola,
che attraverso un speranza a pochi fortunati, regalando loro o un
viaggio a Palma di Maiorca, o una MV 125 o soldi che potevano variare da
un minimo di venticinquemila, ad un massimo di duecentomila.
Auguri a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di udire il rombo delle moto che provavano lungo il viale interno, auguri a quelli che hanno visto volare "il 101" (AZ10IG) emagari il 106 (A106 antisom). Auguri a tutti quelli che come me hanno vissuto le prime lotte sindacali, auguri a tutti quelli che sono tornati a casa in quel tremendo pomeriggio in cui fu data la notizia dell'assassinio di Moro. Auguri a tutti quelli che nonostante le tenebre, vedono comunque unaschiarita all'orizzonte. Auguri cara matrigna, auguri cara Agusta, auguri perche tu possa trovare uomini capaci di amare, non solo di sfruttarti, derubarti, umiliarti. Auguri perche TU possa ancora accogliere, insegnare, ospitare ragazzi che vogliono crescere dentro le tue mura. Auguri perche ci possiamo sentire tutti azienda, nonostante un rifiuto epidermico a collocarci entro certi limiti, perche comunque siamo nati qui, abbiamo imparato qui e qui potremo trasmettere il nostro modesto e onesto sapere a chi vorrà. "..Che ci ospita.." Tratto dal testo inciso sulla lapide antistante l'entrata dell'Ufficio Tecnico. |