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AREIDANSK: UN ESPERIMENTO LINGUISTICO

Quando si crea una lingua artificiale di solito si mettono insieme caratteristiche di lingue diverse come accade nell'eklektu oppure si prendono parole di vari idiomi o di un solo idioma (volapük) e si organizzano in un sistema grammaticale semplice e rigido come nel caso dell'esperanto, spesso si tende ad inventare una lingua di sana pianta, dalle caratteristiche strane: parliamo del verdurian o del pių famoso klingon o klingoniano per il quale č stata inventata anche una scrittura speciale.
La lingua artificiale che io ho preparato si basa su un altro principio: č stata immaginata come l'evoluzione, anche se non naturale, di una parlata indoeuropea avente in comune col greco, col sanscrito e con il latino il maggior numero di radici. Gran parte delle parole derivano da radici indoeuropee riscostruite ed adattate alle leggi fonetiche prestabilite; esempi:

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Non mancano poi parole nuove, tipiche della lingua.
Anche la morfologia, pur presentando diverse innovazioni rispetto alle lingue antiche, si presenta molto conservativa. La sintassi invece č pių simile a quella latina, infatti tende ad una struttura di tipo centripeto: organizza le proposizioni in una struttura gerarchica di frasi principali e subordinate; inoltre la lingua si presta molto bene alle composizioni nominali e verbali ed č particolarmente adatta ad esprimere concetti astratti. Tutte queste caratteristiche la rendono pių unitaria e pių credibile rispetto ad altre... strane lingue artificiali. Il suo nome č areidansk.gif (arčėdansk) in italiano si puō rendere con aridico; il nome č un aggettivo derivante dalla parola areidne.gif (arčėdne) che significa calcolare, pertanto areidansk puō essere reso in italiano con la traduzione calcolato o meglio elaborato. Il nome č giustificato dalla morfologia lineare priva di vistose irregolaritā e da una sintassi estremamente logica e precisa.

Voglio ora riportare la traduzione dal greco in aridico del capitolo LX della scheda regia di Paolo Diacono:

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TRASLITTERAZIONE
Vesos agčrtvyos te sāėmo des godgaries
esti ati varnhos ajratpal' zi penatsi esti kharits.
Natti dem gvelengči kharitosjem vasilne,
eburkyesne vesosi somosi svam vatam.
Kyenz varnhits esti porfrad kharitkerdėes
penatsi pratyutos viti khimelanskis rajlandes.

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TRADUZIONE
Un abito che non invecchia č il mantello della beneficenza
e una stola incorruttibile č la caritā verso i poveri.
Conviene, dunque, a chi desidera regnare piamente,
adornare la propria anima con tali indumenti.
Chi, infatti, č vestito della porpora dell'amore
verso gli indigenti, si rende anche degno del regno dei cieli.

Ancora non posso pubblicare la grammatica perchč non č protetta da copyright!

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