Con questa designazione si fa riferimento a varie popolazioni provenienti dall'area egeo-balcanica, che si riversarono sul
Vicino Oriente e sull'Egitto alla fine dell'Etŕ del Bronzo, forse come contraccolpo e prosecuzione
dell'invasione "dorica" e del crollo dei regni micenei. Un primo gruppo, composto di eqweš o ekveš
(achei), tereš, lukka (lici), šardana, šekleš, fu fermato dal faraone Marenptah verso il 1225. Un
secondo gruppo composto di peleset (filistei), zeker, šekeleš, danuna o denyen (Danai), wešeš, dopo aver seminato
distruzione in Anatolia, Siria, Cipro, fu fermato dal faraone Ramesse III nel 1190. Filistei e zeker
si stanziarono sulla costa palestinese. Il ruolo dei poli del mare al termine della fase storica e archeologica dell'Etŕ del Bronzo č
stato spesso esagerato: se cittŕ costiere come Ugarit furono
distrutte da essi, difficilmente si spinsero fino alla capitale ittita (che cadde in quegli anni ma per
altre cause). Il loro passaggio funse comunque da occasione per scatenare una crisi che era
soprattutto interna (sociale e politica) e per creare un vuoto nel quale si inserirono altre
popolazioni (kaskei e poi frigi in Anatolia, aramei in Siria) e i cosiddetti popoli dei monti scesi dallo Zagros.
ŠARDANA [šerden]
Appaiono anche menzionati a Ugarit ed El Amarna. Sono popolazione non indoeuropee alleate dell'Egitto a Qadeš (Ramses II) e con Ramses III. Portano elmi con corna, per cui si č ipotizzata la loro origine balcanica o caucasica o della Siria settentrionale. Il loro nome puň essere messo in relazione con quello della Sardegna (Sardinia) e certi autori leggono nel testo fenicio di una iscrizione di Nora la locuzione be-šardan.Nella cultura megalitica sarda dei nuragi, le piccole figure bronzee che rappresentano dei guerrieri, assomigliano notevolmente alle incisioni di Medinet Habů e ad altri reperti rinvenuti a Cipro; infatti la diffusione di statue megalitiche in Corsica č contemporanea alla fase conclusiva della guerra dei nativi contro gli invasori šardana. Era inevitabile che questi ultimi, muniti di armi e corazze di bronzo finissero col prealere sugli isolani, che per combattere disponevano solo di frecce cun punte di pietra o di ossidiana. Gli šardana demolirono quasi tutte le localiŕ magalitiche neila parte meridionale dell'isola e utilizzarono i resti dei menhir abbatturi per costruire mura difensive intorna ai loro villaggi.
LUKKA
Appaiono pure nei testi amharici. Sono popoli indoeuropei che Qadeš combatterono a fianco degli hittiti. Erano pericolosi pirati che costeggiavano Cipro e il sud dell'Anatolia. Sembra che gli hittiti li considerassero come un vero stato costiero legato, al mare. Per alcuni, il loro centro sarebbe stato nel mar di Mŕrmara, perň il loro nome puň essere messo in relazione con quello della Licia, che peraltro fu la loro seconda e poi divenne principale sede.
EKWEŠ [akawaša]
Potrebbero essere gli ahhiyawa di Hattusas e Ugarit, che disturbavano il regno hittita nella sua frontiera occidentale. E' verosimile che si trattasse degli achei micenei, greci, che infatti si erano giŕ stabiliti nella parte occidentale dell'Anatolia (la Mileto greca potrebbe essere la Millawanda/Millawata dei testi hittiti). Piů difficile da dimostrare č l'ipotesi che si tratti dei troiani. (Alcuni ritengono che Ilion (il nome di Troia) possa essere il Wiluša degli archivi hittiti). Ancora accettando l'equazione ahhiyawa = achei, non significa necessariamente che che ahhiyawa = ekweš. Il Problema e che gli ekweš di Merneptah erano circoncisi, usanza molto anomala tra gli indoeuropei tra cui i greci micenei! Tuttavia attualmente, gli studiosi tendono ad accettare la tripla identitŕ ekweš = ahhiyawa = achei.
TEREŠ [turša]
Giŕ menzionati da Tudhaliya IV. Genti di stirpe non indoeurope, vivevano a nord di Assuwa (vicino la Trňade e in Lidia); sembra cosě avere relazione diretta tereš = taruiša = tirsenoi = tirreni (etruschi) corroborando l'ipotesi di Erodoto circa l'origine anatolica degli etruschi, emigrati in cerca di altre terre con il loro re Tirreno in seguito ad una carestia. Secondo Diodoro Siculo il loro popolo č oudeni allw eqnei omoglossion, cioč a nessun altro popolo simili per lingua; eppure, a testimonianza della loro diffusione nel Mediterraneo, esiste un documento epigrafico, la Stele di Lemno, in cui č attestata una lingua dai caratteri molto simili all'etrusco. Alcuni studiosi mettono in relazione il loro nome con l'ebraico Taršiš e con l'ispanico Tartessos.
ŠEKELEŠ
Sono stati messi in relazione con la Sicilia e i siculi, ma forse sarebbe piů corretto avvicinarli ai sicani visto che molto probabilmente si trattava di popoli non indoeuropei; sarebbero arrivati nell'isola dopo essere stati respinti in Egitto.
PELESET
Sono i filistei d'origine indoeuropea. Non compaiono nella documentazione di Hatti. Secondo la Bibbia, vengono da Kaftor (Creta?). La loro cultura artistica presente tratti micenei. Altri autori preferiscono spostare la loro terra d'origine nella Siria settentrionale o nel Cŕucaso. E' possibile che, da queste zone, siano passati per Kaftor. Diedero il nome alla Palestina.
TJEKER o ZEKER
Ricordano il nome di Teucro, fondatore di Salamina (Cipro), eponimo dei teucri (nella Trňade) simili ai peleset, provengono dall'Anatolia. Sono menzionati dagli hittiti. Sembrano genti dedite al mare di un gruppo nel quale i peleset sarebbero genti che vissero solo sulla terraferma.
DENYEN
Potrebbero essere gli anatolici danuna dei testi di El Amarna. E' probabile che provenissero dal sudest dell'Anatolia o dalle regioni a nord del fiume Oronte. Un possibile loro rappresentante sarebbe Mukšuš (in hittita; Mpš in fenicio; MoyoV in greco). Il legame con gli achei č suggerito dalla somiglianza del nome con quello dei dŕnai, che č un altro nome dei greci micenei. Potrebbero essersi stabiliti nella costa orientale, con i peleset ed i tjeker. Una volta mescolati con gli ebrei, avrebbero dato origine alla tribů di Dan, che viveva, insolitamente, a contatto col mare.
WEŠEŠ
Forse in relazione con Wiluša (Ilion-Troia).