Anno 1996
Abbiamo attivato un progetto di collaborazione con la Scuola Speciale di Mostar per bambini handicappati o ritardati. Il disagio generale di chi vive in una città che ha perso oltre il cinquanta per cento delle abitazioni è reso ancor più grave per chi prosegue nell'opera di sostegno e di recupero di giovani portatori di handicap, oggi ospitati in una struttura inadatta allo scopo e che si regge principalmente sulla buona volontà di chi in essa vi opera.
Il Comitato ha quindi cercato di attivare su questo progetto di aiuto un'azione coordinata di sotegno ai bambini inseriti (vestiario ed indumenti adatti ad un inverno particolarmente rigido) e di supporto tecnico strumentale per gli educatori del Centro.
La disponibilità offerta ad intervenire a sostegno della Scuola Speciale da parte del CEPIM di Genova, e la solidarietà offerta, hanno permesso sia di poter ospitare tre educatrici di Mostar a Genova per una settimana di formazione, che l'attivazione di una collaborazione che permetterà loro di superare i ritardi accumulati con la guerra e di utilizzare la grande esperienza e professionalità ,che gli operatori del CEPIM sono in grado di esprimere e di offrire.
Il Comitato si fa garante degli strumenti necessari al mantenimento del rapporto di collaborazione.
E' stato attuato un progetto in collaborazione con l'Unione Ciechi Italiana e l'Istituto specialistico "Davide Chiossone" per l'accoglienza di un mese di 2 bambini ciechi provenienti da Mostar est, accompagnati dalle rispettive mamme.
I bambini che presentano differenti casistiche di malattia, la bimba è non vedente, il ragazzo è ipovedente, sono stati ospitati da famiglie genovesi ed hanno effettuato un primo programma abilitativo e riabilitativo comprendente i necessari controlli medico specialistici.
Periodo di accoglienza 19 febbraio - 10 marzo '96
In programma
attivazione di un secondo progetto di assistenza a bambini non vedenti provenienti da Mostar ovest.
Da questa seconda fase si prevede l'avvio di una collaborazione strutturata tra i Servizi della Comunità di Mostar e l'Unione Italiana Ciechi per riattivare le strutture preesistenti il periodo bellico e favorire percorsi di formazione per operatori della Bosnia Herzegovina.