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E’
davvero esilarante l’atteggiamento del governo italiano in merito alla vicenda
che vede coinvolte, in episodi di flagrante “trust”,
due delle categorie imprenditoriali più odiate dagli italiani: vale a dire
quella dei petrolieri e quella delle compagnie di assicurazione.
In
merito alla prima, per mesi, ogni giorno, media e TV hanno aperto i loro
bollettini d’informazione con annunci di aumenti del prezzo della benzina.
Dieci o quindici lire al giorno o giù di lì. E gli italiani, attoniti, ad
inveire contro il caro-dollaro e i paesi produttori di greggio. Pochi in verità
hanno fatto il conto di quanto ogni dieci lire di aumento del prezzo alla pompa,
ci guadagna il fisco italiano: sette, otto lire tra accise ed Iva?
All’incirca.
E
quindi poiché il costo di un litro di carburante è aumentato in un anno di
circa 500 lire, diciamo che il fisco, incamerandone almeno 300, ci ha
spudoratamente guadagnato, nonostante l’elemosina di 50 lire concessa a titolo
di sgravio fiscale.
Poi,
d’improvviso, dopo un anno di vessazioni, qualcuno, folgorato sulla via di
Damasco, ha scoperto il giochetto dei petrolieri; si mettevano d’accordo,
bricconcelli, ed in un anno hanno fregato agli automobilisti italiani qualcosa
come 1200 miliardi di lire!
Che
t’inventa allora l’autorità antitrust? Una bella multa di 700 miliardi, che
viene appioppata, con apposita kermesse mediatica, ai signori del petrolio, così
imparano a frodare gli italiani!
A
chi andranno questi 700 miliardi? Beh, allo stato naturalmente, che così potrà
ampiamente rifarsi delle 50 lire di sgravio concesse.
E
agli automobilisti imbrogliati, nulla, ovviamente.
La
stessa cosa accade per le assicurazioni RC, vertiginosamente aumentate nel corso
di questi ultimi anni, con il contestuale maggior prelievo fiscale sui premi
pagati. Anche in questo caso il fisco ci ha lucrato sopra. Poi si scopre che le
compagnie (che birbanti!), avevano fatto cartello, vanificando le regole della
concorrenza di mercato ed alleggerendo le tasche dei cittadini italiani di una
barcata di miliardi.
Che
ti reinventa allora l’autorità antitrust? Una bella multa di 700 miliardi,
fotocopia dell’altra inflitta ai petrolieri! E a chi andranno questi 700
miliardi, se riscossi? Allo stato naturalmente, con un altro bel guadagno
realizzato sulla pelle dei soliti automobilisti ai quali, anche stavolta, non
verrà restituito il becco di un quattrino.
Cornuti
e mazziati, attendiamo ora una serie di altre megamulte, che altre autorithy
appiopperanno alle compagnie telefoniche, all’Enel, alle Case farmaceutiche e
financo ai produttori di sigarette, con la certezza che a noi, consumatori
imbrogliati e danneggiati, non verrà restituita una sola lira.
Ci
resterà, però, l’immenso gaudio di sapere che lo stato ed il fisco ci
guadagneranno miliardi a palate. Che fantastica soddisfazione!
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