
maggio 1997
I COMUNISTI ESCLUSI DAL CONSIGLIO COMUNALE !
di Francesco Burattini
I comunisti di Camerano nonostante il discreto risultato elettorale, 8.79 %, non sono rappresentati in Consiglio Comunale.
Ci condanna una legge autoritaria che, come sul piano nazionale, punta ad eliminare la rappresentanza politica dei lavoratori dalle istituzioni del paese.
Ci ha pure condannato la leggera flessione elettorale, -0.9 % sulle politiche '96, "frutto" della dissennata campagna sul "voto utile" messa in campo dagli alleati dell'Ulivo.
Stà di fatto che per 4 voti , 387 cittadini non sono più rappresentati.
I metodi usati per carpire il voto a tanti lavoratori a noi vicini sono stati molteplici e, possiamo dire con certezza, effettuati con le più svariate pressioni in relazione ai bisogni : tante sono le prove raccolte in questo senso e riferiteci da nostri compagni ; metodi classici usati dai democristiani e dai craxiani per fare clientelismo, promettere posti, incarichi o contropartite di vario genere come chi ha fatto campagna elettorale col PRG in mano triplicando di fatto le preferenze sul '95.
Così si spiega quel -0,9% eroso ai comunisti cameranesi e determinante per escluderli dal Consiglio Comunale.
Ma nonostante tutto il nostro partito ha dimostrato di tenere anche alle pressioni più forti e maldestre, ha dimostrato una forte compattezza. E da qui che vogliamo ricominciare eliminando comunque limiti e indecisioni nella nostra azione politica.
Per il momento ci hanno cancellati ma, non dalla società e, statene certi, ritorneremo, perché le ragioni della nostra esistenza politica non sono certamente venute meno.
Il "voto utile" è quel voto che fa entrare il maggior numero di comunisti nelle istituzioni !
GRAZIE COMPAGNI !
di Orlando Micucci
Le elezioni cameranesi si sono concluse: l'Ulivo ha vinto grazie soprattutto ad un centro-destra ancora una volta diviso (e bastonato) e ad una campagna elettorale a dir poco spregiudicata, come ha ben evidenziato nel suo articolo a lato il compagno Burattini.
Chi sperava ed auspicava un crollo verticale dei comunisti cameranesi si è dovuto ricredere : il Partito della Rifondazione Comunista ha sostanzialmente mantenuto i consensi ottenuti alle politiche del '96 e solo per una manciata di voti non ha ottenuto il seggio in Consiglio Comunale.
Ringrazio comunque tutti quei cameranesi che con il loro voto comunista hanno fermamente rispedito al mittente gli slogans facili sul "voto utile" ininterrottamente lanciati in campagna elettorale dagli esponenti della pseudo-sinistra cameranese, rappresentata da pds, verdi e socialisti.
A loro dunque, a quei 387 comunisti cameranesi, va il mio ringraziamento e la mia gratitudine, per aver dimostrato che la politica non può essere ridotta a semplice calcolo politico-elettorale, per aver dato fiducia alla mia persona, ai candidati in lista e ai rappresentanti del Circolo Prc di Camerano.
Sapere che ci sono compagni che hanno fiducia in noi, che appoggiano la nostra azione politica e che ci sostengono anche elettoralmente, costituisce un grande stimolo a continuare con costanza e determinazione il nostro impegno politico in difesa delle classe lavoratrice e per l'affermazione degli ideali comunisti.
Certo, non poter esprimere e sostenere le nostre posizioni in Consiglio Comunale costituirà per noi un notevole handicap ma sapremo compensare l'ingiustizia prodotta da una legge elettorale maggioritaria antidemocratica, attraverso una forte opposizione extraconsiliare.
Saremo vigili e prenderemo posizione su tutte le future scelte amministrative della coalizione dell'Ulivo, a partire dalla variante al PRG.
A quei cameranesi che non hanno confermato il loro voto a Rifondazione Comunista rispetto alle elezioni politiche del '96 chiedo di riflettere sulle conseguenze della loro decisione: neppure un consigliere comunista siederà in Consiglio Comunale e quindi quasi il 9% dei cittadini di Camerano non saranno rappresentati nelle istituzioni comunali. Di contro abbiamo un Consiglio Comunale che vede all'opposizione quattro ex democristiani ed un fascista.
Siamo più che convinti che l'unico "voto utile" sia quello che consente di dare voce alle istanze provenienti dai lavoratori, dai disoccupati, dai pensionati, da tutti coloro che trovano in Rifondazione Comunista un punto di riferimento sicuro per la tutela dei propri diritti sociali fondamentali (dalla casa, al lavoro, alla pensione, alla sanità pubblica ecc..).
Il PDS ormai ha completamente abdicato al ruolo di partito dei lavoratori, completamente impegnato - sia a livello locale che nazionale - nella difesa a qualsiasi costo delle posizioni di potere acquisite, anche a costo di svendere e ripudiare i valori storici della Sinistra, attaccando lo Stato Sociale, le pensioni, l'indipendenza della magistratura ed in particolare dei Pubblici Ministeri, proponendo una riforma della scuola in senso privatistico, facendosi promotore di modifiche inaccettabili alla Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza.
I cittadini che si ritengono sinceramente di sinistra di tutto ciò debbono prendere atto.
Ecco perché il vero "voto utile" è solo quello che consente ai comunisti di essere presenti nelle istituzioni e che consolida l'unica forza politica oggi che ancora si batte contro il neoliberismo imperante ed in difesa dei ceti più deboli ed emarginati della popolazione.
Concludo con un ricordo di Antonio Gramsci nel 60° anniversario della sua morte nelle carceri fasciste riproponendo la parola d'ordine di questo grande rivoluzionario comunista, oggi più che mai attuale, che rivolgo a tutti coloro che non si rassegnano a vivere in una società dove il capitalismo sfrenato ha generato povertà ed ingiustizie sociali :
" Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza".
IL 27 APRILE 1937 (SESSANTA ANNI FA), A ROMA, E' MORTO
ANTONIO GRAMSCI
Fu condannato a venti anni di galera dal Tribunale Speciale nel 1928, e visse gli ultimi dieci anni di vita nelle carceri fasciste .
Non c'è migliore testimonianza del suo assassinio di quella che diede al processo il Pubblico Ministero, il quale pronunciò queste parole : "Dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare".
Gramsci fu un dirigente politico comunista e un instancabile ricercatore teorico. E fu anche persona di straordinaria umanità.
La sua riflessione intellettuale e la sua personalità costruirono il binomio che lo portò a riflettere sulle tematiche della ricerca del consenso, del superamento della separazione governanti-governati, dell'elevazione culturale del popolo : questa impostazione gli fece mettere l'iniziativa politica al centro della sua militanza e della sua ricerca.
Attaccò il determinismo positivista, prevalente in quegli anni del massimalismo socialista, attaccò l'arrendevolezza dei riformisti, comprese prima d'altri le connotazioni del fascismo, ricercò nel materialismo storico la sua riflessione sulla società. La sua attualità sta anche in questo, nella capacità cioè di costituire nella pratica soggettiva il perno della politica e il fuoco di una visione della trasformazione, ricercandone le radici in tutte le manifestazioni dell'essere sociale, intendendo la storia come storia degli uomini e delle donne in carne ed ossa.
CRONOLOGIA
1891 Nasce ad Ales, provincia di Cagliari.
1894-1896 Si trasferisce con la famiglia a Nuoro ; il bambino è delicato di salute, e a questi anni risale la caduta dalle braccia di una donna di servizio da cui si fa risalire la malformità.
1902 Conseguita la licenza elementare, è costretto a studiare privatamente.
1908 Si iscrive al liceo Dettori di Cagliari e si avvicina al movimento socialista.
1911 Consegue la licenza liceale, e, dopo aver sostenuto un concorso al quale partecipa anche Palmiro Togliatti, si iscrive alla facoltà di lettere di Torino.
1912 Si iscrive alla sezione socialista di Torino.
1915 Abbandona l'università ed entra a far parte della redazione torinese dell'Avanti.
1917 Cura la redazione di un numero unico della Federazione giovanile socialista piemontese, "La città futura". Partecipa, a Firenze, alla riunione clandestina della "frazione intransigente rivoluzionaria". Sono presenti, tra gli altri, Bordiga e Serrati.
1918 Esce, il primo di maggio, il primo numero dell'"Ordine Nuovo". Il successivo articolo "Democrazia operaia" tratta la questione dei consigli di fabbrica e del potere operaio. Nel mese di luglio viene arrestato a seguito di uno sciopero.
Nel mese di novembre la Fiom approva il principio della costituzione dei consigli di fabbrica.
1920 Viene proclamato, il 13 aprile, lo sciopero generale a cui aderiscono 200 mila lavoratori.
L' "Ordine Nuovo" pubblica la mozione "Per un rinnovamento del Partito Socialista", che sarà definita da Lenin rispondente all'ingresso nella Terza Internazionale.
Nel mese di settembre partecipa all'occupazione delle fabbriche. Nel novembre partecipa alla costituzione, ad Imola, della frazione comunista del Partito socialista.
1921 Esce a Torino il primo numero dell'"Ordine Nuovo" quotidiano : nella prima pagina il motto "Dire la verità è rivoluzionario". Il 21 gennaio, assieme ad altri delegati del Partito Socialista, fonda il Partito Comunista d'Italia (PCd'I).
1922 Il secondo congresso del PCd'I lo designa rappresentante a Mosca nell'Internazionale Comunista".
A settembre a Mosca, conosce Giulia, con la quale avrà due figli. Il 28 ottobre la Marcia su Roma apre il ventennio fascista : comincia per i comunisti, il periodo dell'illegalità.
1923 Mentre è a Mosca, la polizia arresta parte del comitato esecutivo del PCd'I (Bordiga e Grieco).
Dinanzi alla volontà dell'IC di pubblicare un nuovo quotidiano operaio, propone il titolo "L'Unità". Nel mese di novembre viene deciso il suo trasferimento a Vienna.
1924 Esce a Milano il primo numero dell'Unità. Il 6 aprile è eletto deputato nella circoscrizione del Veneto.
Successivamente diventa Segretario Generale del PCd'I.
Il 12 maggio rientra in Italia e partecipa alla prima conferenza nazionale del Partito : critica la linea politica settaria di Bordiga. Il 10 giugno i fascisti ammazzano Matteotti.
Alcune forze antifasciste abbandonano il Parlamento ritirandosi nell'Aventino.
I comunisti propongono invece lo sciopero generale, e, contrastando la passività degli "aventiniani", il 12 novembre rientreranno in aula.
Nel mese di agosto, a Mosca, nasce il figlio Delio.
1926 Partecipa, nel mese di gennaio, al terzo congresso del PCd'I, a Lione e svolge la relazione introduttiva.
Le sue tesi prevalgono su quelle di Bordiga. Nel mese di agosto nasce, a Mosca, il figlio Giuliano. Nel mese di novembre viene arrestato e chiuso nel carcere di Regina Coeli. Viene assegnato al confino di Ustica e successivamente al carcere di Milano.
1928 Si svolge, di fronte al Tribunale Speciale, il processo contro Gramsci e il gruppo dirigente del PCd'I.
E' condannato a 20 anni e quattro mesi di reclusione e viene assegnato alla casa penale di Turi.
1929 Ottiene il permesso di scrivere in cella, e, l'8 febbraio, comincia il primo dei "Quaderni del carcere".
In tutto saranno ventuno.
1931 A Colonia si tiene il quarto congresso del PCd'I. Ad agosto è colto da una prima grande crisi.
1933 Verso la fine dell'anno viene trasferito, a causa dell'aggravarsi delle condizioni di salute, da Turi all'infermeria del carcere di Civitavecchia.
1934 Chiede ed ottiene la libertà condizionale.
1935 E' colto da una nuova, grave crisi. Lascia la clinica "Cusumano" per essere ricoverato nella clinica "Quisiana" di Roma.
1936 Riprende la corrispondenza con moglie e figli.
1937 Il 25 aprile viene colto da emorragia celebrale.
Il 27 aprile muore. Le ceneri saranno trasferite, dopo la Liberazione, nel cimitero degli inglesi a Roma. All'estero i compagni di Partito e tutte le correnti antifasciste rendono omaggio alla sua memoria.
(Tratta dall'Edizione critica dei Quaderni del carcere, Einaudi, 1975)
IL PIANO DEL PARCO
E' UN PROGETTO CONTRO IL TERRITORIO:
MUMMIFICA A MONTE E CEMENTIFICA A VALLE
Incredibile ma vero : il Piano del Parco adottato il 14 maggio dal consiglio direttivo dell'ente è il frutto di una mediazione al ribasso tra pseudo ambientalisti e cementificatori patentati.
Diciamo subito che non mancano aspetti positivi (annullamento delle Terme del Boranico, del Villaggio Barbadori e limitazione del Lido Azzurro), ma questi, nell'economia complessiva del Piano del Parco correlata alle nuove edificazioni, non sono ormai che aspetti marginali in rapporto ai veri affari urbanistici.
Un esempio su tutti : Numana e la variante generale al Prg, complessivamente 220 mila metri cubi di nuovo cemento per una proiezione di 1500 nuovi piccoli appartamenti.
Ebbene tutta questa roba qua viene recepita in toto o quasi da un Piano del Parco che tra l'altro concede un ulteriore espansione del 10%. Qualcuno potrà obiettare che il Comune di Numana nel Parco ha il 91,48 % del proprio territorio e che, come conseguenza logica, ottiene molto di più degli altri comuni.
Ma anche questa obiezione è pretestuosa e strumentale, infatti non tiene conto del saccheggio complessivo a cui tutto il territorio meridionale del parco è stato sottoposto negli ultimi decenni ad iniziare dallo sviluppo caotico di Marcelli, dei villaggi a monte degli Svarchi, dell'area del Santa Cristiana per non parlare di quella del Musone dove si è arrivati persino a distruggere l'unica pineta esistente.
Il Piano del Parco non doveva recepire in blocco la nuova variante al Prg del Comune di Numana che allunga ombre tenebrose verso l'occupazione edificatoria di quelle poche aree verdi che ancora "separano" i vari agglomerati turistici. Le aree di tutela assoluta inserite in questo contesto sono una vera ipocrisia pseudo ambientalista. Diciamolo con chiarezza : sono una presa in giro.
E se proprio non ci si rende conto proviamo ad osservare attentamente la tavola P/1 sulle aree omogenee, a disposizione al Parco e presso le segreterie dei comuni, concentrando l'attenzione verso la zona meridionale. Ma procediamo oltre.
A Sirolo, dove il territorio del comune nel Parco è del 74,94 %, l'entità degli interventi previsti, pur essendo di molto inferiori a quelli di Numana, non è così irrilevante come si vuol far credere.
L'aspetto positivo, e l'abbiamo detto all'inizio riguarda il Villaggio Barbadori ma, qui il Parco si sarebbe giocato ogni credibilità.
E allora si è preferito espandere l'urbanizzazione al Coppo, a San Lorenzo e a Fonte d'Olio che, addizionata di quel 10% previsto dal PdP proietta lo sviluppo sirolese verso una soglia allarmante sicuramente ai limiti della non compatibilità.
Il Sindaco Orazi, pur tra varie lamentele, alla fine si accontenta e spinge i suoi a votare a favore del PdP.
Ancona non rinuncia alla cementificazione di Monte Zoia come pure non esita ad accendere nuove, pericolose espansioni nel bel mezzo del Boranico.
Per Portonovo, a parte le belle prescrizioni della norme tecniche d'attuazione, sarà necessario, al fine di una seria valutazione, aspettare il Piano di recupero che dovrà redigere il Comune di Ancona.
A Camerano invece, per quello che riguarda i 598 ettari (il 9,91% del parco), è il territorio dove il PdP ha determinato le migliori implicazioni pratiche. Questo significa che le Terme del Boranico sono state cancellate dalla vallata mentre alcune aree edificabili che si accorpano al nucleo urbano consolidato sono state giustamente tirate fuori dai confini del parco o comunque rese utili all'espansione o al completamento : ci riferiamo alle aree del Galletto del Palazzetto dello sport, sopra San Germano e quella fascia sottostante a Via Loretana che guarda verso est.
Tutto bene allora ? Per quello che riguarda l'area parco abbastanza, per il resto, bisogna attendere il Prg comunale ma, questa è un'altra storia.
Da un primo bilancio si può dedurre come gli interessi forti ancora una volta hanno vinto e, il PdP ha recepito tali indirizzi frutto delle mediazioni urbanistiche filtrate dai governi comunali di centro e centrosinistra cioè dell'area dell'Ulivo.
Le concessioni sul Lido Azzurro o sul Villaggio Barbadori, pur significative, equivalgono a un bel po' di fumo per nascondere la vera posta in gioco : le nuove centinaia di migliaia di metri cubi di cemento che si erigeranno tra Sirolo e il fiume Musone.
Ecco perché il voto a favore del PdP è stato pressoché unanime, da Forza Italia ai verdi passando per i popolari e il Pds ; l'unico voto contrario l'ha espresso il solito eretico comunista Burattini.
Illuminante il voto favorevole del consigliere Corrado Palombarani, ex assessore del Comune di Numana e tra gli artefici della variante al Prg.
I cittadini devono sapere che questo signore è stato uno dei più accaniti oppositori del Parco fino alla metà degli anni Ottanta ed oggi, con un trasformismo camaleontico vota un PdP che gli restituisce con gli interessi certi progetti urbanistici con in più, l'avallo legittimante dei "verdi" o "ambientalisti" che dir si voglia.
Ma allora ci si chiederà : cosa hanno ricevuto questi pseudo ambientalisti in cambio del loro voto favorevole ?
Rispondere non è per nulla difficile. La tanto desiderata mummificazione delle aree più apprezzabili del Conero ottenuta con l'articolo 6 comma C delle Norme tecniche di attuazione che, di tutta l'area di riserva integrale (unica zona appetibile sul piano escursionistico ed alpinistico) lascia alla libera fruizione il solo sentiero delle Due Sorelle tra l'altro saccheggiato da interventi scriteriati nel corso dell'ultimo anno.
Quindi addio alle gite sul versante mare come la visita alla grotta di San Benedetto, alla Pietra dell'Abate, alla frana della Vela (Lama rossa), alla valle di Ciriesia e alla traversata da Portonovo a Sirolo.
E poi, di questo passo, quanto resisterà alla fruizione il Sentiero delle Due Sorelle soffocato dalle polemiche sulla pericolosità e sulla probabile congestione estiva ?
E poi cosa dire dei poveri rocciatori che per fare una salitina debbono presentare domanda scritta ed aspettare la risposta dal parco che non si capisce con quale criterio possa concedere o meno il suo nulla osta ?
Cosa dire infine di tutti quei sentieri della falesia Nord-Est, cioè dal Trave al Passetto, che non figurando tra quelli ufficiali non potranno essere percorsi a causa delle recinzioni o perché espropriati alla libera fruizione ?
Perché sul Piano del Parco non si fa nulla in questo senso ?
Non ci sono dubbi : è un compromesso deleterio tra chi ha interesse a mummificare e rendere esclusive le aree più interessanti e coloro che rappresentano la mediazione del business urbanistico.
Ed anche dove sembra prevalere una linea di protezione ambientale come a Camerano, si delineano, anche se ufficiosamente ancora, compromessi al calcestruzzo accordati con la destra economica locale in aree esterne al Parco ma adiacenti al Conero Golf Club sul confine sud-occidentale.
Il baricentro politico di questo strumento di pianificazione è sbilanciato a sfavore del territorio, di conseguenza il nostro giudizio non può che essere nettamente negativo.
F. B
LE RADICI E LE ALI - 1991
E' il primo album della "svolta".
Inizia con Esilio, una sorta di preludio per tutti gli altri pezzi, ma soprattutto a Socialdemocrazia (la canzone da noi più amata) che critica spietatamente con la voce d'assalto di Marino, la società borghese e le sue macroscopiche contraddizioni.
Molto, molto interessante è Bandito senza tempo, una prospettiva d'evoluzione ciclica che permette più complete e mature valutazioni.
Seguono Chico Mendes e Johnny lo zingaro, due stupende narrazioni di storie diverse ma ugualmente drammatiche.
Oltre incita a resistere mentre prefigura un barlume di speranza. La lotta continua, un inno alla lotta, suona da incitamento nella consapevolezza che i disastri provocati dal potere economico-finanziario nel mondo sono gli stessi, mentre il recupero di canti spagnoli e la voce del Che preludono ad un nuovo, moderno internazionalismo proletario.
E arriviamo così a Le radici e le ali, il pezzo centrale secondo noi, il pezzo che la dice lunga sulla filosofia di questo gruppo, che non rinuncia a capire, a trasformarsi per "non perdere il treno giusto dell'emancipazione".
Ombre rosse poi, contiene una strofa che dovrebbe far molto riflettere e che dice: "quanti cuori che si svendono per l'argento e la carriera, quanti cuori che disertano allo sbando senza più bandiera"; è chiaro il monito al riflusso e ai risvolti individualistici degli anni Ottanta. Sud neanche a dirlo, tratta dell'emigrazione che conduce, spesso al supersfruttamento industriale; l'album termina con Chicco il dinosauro e Che dare?
Il primo invita chiaramente a rivedere i metodi di lotta mentre l'ultimo auspica una maggiore flessibilità mentale per combattere più efficacemente nell'era della globalizzazione.
E' un album decisamente controcorrente.
Non c'è che dire fratelli Severini!
GANG
STORIE D'ITALIA - 1993
Sicuramente è uno degli album italiani più riusciti del 1993, sia per le musiche che per i testi. A nostro giudizio si tratta di musica popolare dei nostri tempi.
E' vero che la matrice complessiva attinge dalla musica impegnata degli anni settanta ma, l'elaborazione resta originale ed in parte innovativa. Il pezzo d'apertura, Kowalsky, rappresenta la conoscenza e l'incontro con il Sud del mondo sfruttato ma anche più creativo e meno alienato.
Mustapha concentra tutta la carica del dramma palestinese nella storia di un quindicenne. Eurialo e Niso per narrare un episodio di guerra partigiana. Cambia il vento e Via Italia sono i pezzi più coinvolgenti, più incalzanti ma anche più politici.
Poi c'è Sesto San Giovanni e il Paradiso non ha confini che precisa i sogni e le frustrazioni della quotidianità.
Buonanotte ai viaggiatori è invece dedicata alle grandi passioni e il sogno torna a prendere il sopravvento.
In Dove scendono le strade vengono a galla tutte le speranze giovanili e ritorna l'importanza della rielaborazione delle proprie radici. Duecento giorni a Palermo parla della condizione di questo capoluogo paralizzata tra mafia e corruzione.
Il Partito trasversale dell'opportunismo sfacciato del socialismo craxiano coinvolto nelle tangenti e nel ladrocinio sistematico.
Questo CD "Storie d'Italia" della GANG dimostra che la canzone popolare non è per nulla finita, ma che è oggi più che mai, uno strumento di liberazione personale e collettiva.
archivio Bandiera Rossa