
aprile 2000
25 APRILE 2000 – PER NON DIMENTICARE
1923: una storia di repressione fascista nelle Marche
A CURA DEI COMPAGNI DELL’ASSOCIAZIONE CORNELI DI CAMERANO
Neofascisti e neonazisti stanno oggi rialzando la testa in Italia e in Europa. I fascisti di Rauti hanno partecipato alle elezioni amministrative regionali dopo aver stretto alleanze elettorali con il Polo berlusconiano. Haider, simpatizzante hitleriano, governa indisturbato in Austria. I gruppi di estrema destra crescono in tutta Europa.
I comunisti cameranesi, oggi come ieri, si impegnano a combattere e contrastare il neofascismo emergente (con tutto il suo campionario di intolleranza, di razzismo e di falsi valori) ma anche la società capitalistica che, con le sue ineguaglianze ed ingiustizie sociali ed economiche, contribuisce a generarlo, nutrirlo e renderlo sempre più forte.
Nel 55° anniversario della liberazione del nostro paese dall'oppressione nazi-fascista, per onorare la memoria dei tanti compagni che hanno lottato spesso a costo della loro vita contro l'odiato regime, vogliamo recuperare un pezzo della nostra storia di comunisti cameranesi. Per non dimenticare, riportiamo oggi alla luce una storia di repressione fascista, che coinvolse anche quattro giovani comunisti di Camerano incarcerati e processati nel 1923.
Con la "fascistizzazione" delle Marche cominciarono dure repressioni fasciste contro i comunisti marchigiani. Molti dirigenti locali del Partito Comunista d'Italia furono costretti ad abbandonare i propri luoghi di residenza e a nascondersi per evitare rappresaglie. Pur nella situazione difficile del momento, i comunisti marchigiani non tardarono a riorganizzarsi dando vita in breve tempo una vera e una propria rete clandestina del partito, che legava la base dello stesso alla dirigenza nazionale. Nonostante le repressioni fasciste, svariate sezioni locali del Partito Comunista d'Italia rimasero attive nel territorio marchigiano. Tra le otto sezioni comuniste della federazione di Ancona troviamo anche quella di Camerano. Nelle Marche forte e organizzato era il movimento giovanile comunista. Particolarmente attiva era la sezione dei giovani comunisti di Ancona composta da circa 40 iscritti, per la maggior parte studenti e operai del cantiere navale, che nel 1923 riuscì ad organizzare clandestinamente un Convegno in Ancona. Pochi mesi prima si era svolto con successo a Fermo un altro Convegno della Gioventù Comunista. Proprio in questa città, la polizia riuscì a scoprire l'attività clandestina dei comunisti fermani ed entrò in possesso del verbale del Convegno Comunista. Ben 53 giovani comunisti che avevano partecipato al convegno fermano, furono arrestati e processati con l'accusa di "avere concertato e stabilito di mutare violentemente la costituzione dello Stato e la forma di Governo". Un'ondata di perquisizioni nei circoli, nelle case di comunisti e socialisti sconvolse la nostra regione.
Tra questi 53 giovani comunisti marchigiani, arrestati, incarcerati e processati vi erano anche quattro cameranesi:
Barbini Rodolfo (di Luigi), di anni 30, falegname;
Manfrini Arnaldo (di Giuseppe), di anni 21, meccanico;
Ragnini Guido (di Geremia), di anni 23, meccanico;
Ruschioni Carlo (di Orlando), di anni 21, tipografo.
Il processo contro gli imputati fu celebrato nel settembre del 1923 e si concluse con una sentenza di proscioglimento per insufficienza di prove, dopo otto mesi di duro carcere.
Il processo di Fermo del 1923 fu il primo processo istruito dal regime fascista contro l'attività clandestina del partito comunista.
Nel successivo ventennio i comunisti di tutta Italia saranno perseguitati duramente dal fascismo. Molti compagni moriranno nelle carceri fasciste, altri saranno costretti all’esilio. Ma la rivincita dei comunisti si compirà con la lotta partigiana al nazi-fascismo che porterà alla liberazione d’Italia, di cui oggi, 25 aprile 2000, celebriamo il 55° Anniversario…per non dimenticare …
---------
N.B. Le notizie storiche sono state tratte dal volume di Franca del Pozzo, Alle origini del P.C.I. - Le organizzazioni marchigiane. 1919-23, Argalìa Editore, Urbino (pp. 128-131). L'elenco completo dei 53 giovani comunisti processati a Fermo è riportato nell'appendice documentaria XLVI del testo citato, alle pag. 202-204, ed è stato tratto dagli atti processuali.
LE TERME A COLLE
LAURO ?
DI ORLANDO MICUCCI
Come già più volte da noi denunciato in passato il progetto della nuova variante al Piano Regolatore Generale di Camerano – attualmente all’esame dell’Amministrazione Provinciale – prevede la realizzazione di una vera e propria maxi speculazione edilizia nella frazione “Colle Lauro” con la costruzione di 450 miniappartamenti e di un complesso termale; uno scempio ambientale che viene ignobilmente fatto passare dalla Giunta Pesco come una grande opportunità, per il nostro paese, di sviluppo turistico-termale.
L’opposizione totale dei comunisti cameranesi a questo progetto speculativo si è concretizzata nel recente passato con la presentazione di una osservazione formale al PRG (bocciata dal Consiglio Comunale di Camerano) con la quale si chiedeva l’eliminazione dal Piano Regolatore della previsione termale in zona Burattini. Da sempre riteniamo infatti più ragionevole e di minor impatto ambientale un potenziamento della zona termale già esistente all’Aspio.
Ora, due fatti di rilevante portata hanno caratterizzato questi primi mesi del 2000 con riferimento alla grave questione di cui stiamo trattando:
- in primo luogo la richiesta avanzata ddella società “Terme San Germano-Riviera del Conero” ed indirizzata alla Regione Marche, volta ad ottenere il rilascio della concessione mineraria per la captazione di acque termali nella zona del Boranico (da trasportare poi per mezzo di una condotta direttamente nell’impianto termale di Colle Lauro).
Su tale istanza il Consiglio Comunale di Camerano dovrà entro breve pronunciarsi formalmente con un parere;
- il secondo fatto importante è che con riferimento a questa istanza di concessione mineraria l’Associazione Verdi Conero (di Numana, Sirolo e Camerano) a firma della sirolese Silvia Belardinelli, ha presentato una serie di osservazioni con le quali si chiede che il Consiglio Comunale di Camerano esprima parere negativo al rilascio della concessione, adducendo una serie di motivazioni che possono così essere sintetizzate:
in base alla legislazione vigente (Piano del Parco del Conero, legislazione regionale e nazionale) nelle aree protette come la zona del Boranico (inserita nel Parco del Conero) è vietata qualsiasi attività estrattiva e dunque anche la captazione di acque e fanghi termali, richiesta dalla società “Terme di S. Germano”;
nella documentazione allegata dalla società Terme di S. Germano non esiste alcuna attestazione del Ministero della Sanità che dichiari la valenza terapeutica o minerale delle acque di cui si chiede la captazione.
Dunque, ci dicono i verdi del Conero, se l’acqua non può essere estratta nella zona del Boranico e se non si prova, tra l’altro, la valenza terapeutica della stessa, cadono i presupposti per la costruzione del complesso termale nella zona Colle Lauro.
I verdi del Conero arrivano a contestare la previsione termale a Burattini attraverso un ragionamento diverso dal nostro; i comunisti cameranesi si oppongono in modo chiaro e diretto ad una speculazione edilizia che porterebbe ad una vera e propria devastazione dell’ambiente agricolo cameranese, mentre i verdi del Conero dicono semplicemente: niente acqua niente terme, sorvolando sul disastroso impatto ambientale che l’impianto termale determinerebbe sulla zona.
Noi speriamo che l’azione dei Verdi dia comunque i suoi frutti; se le terme a Burattini non si faranno, i comunisti cameranesi saranno i primi ad esserne felici.
Tuttavia non possiamo non rilevare il comportamento incoerente e per certi versi schizofrenico tenuto dai Verdi del Conero, che oggi, a giochi quasi fatti, presentano una serie di osservazioni e motivazioni contro lo sfruttamento delle acque del Boranico (e di conseguenza contro l’impianto termale a Burattini) che se esposte in passato dal rappresentante dei verdi di Camerano in sede di redazione della variante al PRG, avrebbero costituito elementi di valutazione importanti al fine di eliminare questa scellerata previsione urbanistica dal progetto di variante al PRG. Mi riferisco in particolare al consigliere comunale dei verdi Marco Mancinelli, appartenente alla maggioranza ulivista che governa il nostro paese e portavoce dell’Associazione Verdi Conero. L’inerzia di Mancinelli è tanto più grave quanto più si consideri la posizione che egli occupa all’interno dell’Amministrazione Comunale. Il verde Mancinelli è infatti Presidente della Commissione Urbanistica che, prima del voto del Consiglio Comunale, approvò la variante al PRG con la previsione termale in zona Colle Lauro.
Su tale istanza il Consiglio Comunale di Camerano dovrà entro breve pronunciarsi formalmente con un parere;
- il secondo fatto importante è che con riferimento a questa istanza di concessione mineraria l’Associazione Verdi Conero (di Numana, Sirolo e Camerano) a firma della sirolese Silvia Belardinelli, ha presentato una serie di osservazioni con le quali si chiede che il Consiglio Comunale di Camerano esprima parere negativo al rilascio della concessione, adducendo una serie di motivazioni che possono così essere sintetizzate:
in base alla legislazione vigente (Piano del Parco del Conero, legislazione regionale e nazionale) nelle aree protette come la zona del Boranico (inserita nel Parco del Conero) è vietata qualsiasi attività estrattiva e dunque anche la captazione di acque e fanghi termali, richiesta dalla società “Terme di S. Germano”;
nella documentazione allegata dalla società Terme di S. Germano non esiste alcuna attestazione del Ministero della Sanità che dichiari la valenza terapeutica o minerale delle acque di cui si chiede la captazione.
Dunque, ci dicono i verdi del Conero, se l’acqua non può essere estratta nella zona del Boranico e se non si prova, tra l’altro, la valenza terapeutica della stessa, cadono i presupposti per la costruzione del complesso termale nella zona Colle Lauro.
I verdi del Conero arrivano a contestare la previsione termale a Burattini attraverso un ragionamento diverso dal nostro; i comunisti cameranesi si oppongono in modo chiaro e diretto ad una speculazione edilizia che porterebbe ad una vera e propria devastazione dell’ambiente agricolo cameranese, mentre i verdi del Conero dicono semplicemente: niente acqua niente terme, sorvolando sul disastroso impatto ambientale che l’impianto termale determinerebbe sulla zona.
Noi speriamo che l’azione dei Verdi dia comunque i suoi frutti; se le terme a Burattini non si faranno, i comunisti cameranesi saranno i primi ad esserne felici.
Tuttavia non possiamo non rilevare il comportamento incoerente e per certi versi schizofrenico tenuto dai Verdi del Conero, che oggi, a giochi quasi fatti, presentano una serie di osservazioni e motivazioni contro lo sfruttamento delle acque del Boranico (e di conseguenza contro l’impianto termale a Burattini) che se esposte in passato dal rappresentante dei verdi di Camerano in sede di redazione della variante al PRG, avrebbero costituito elementi di valutazione importanti al fine di eliminare questa scellerata previsione urbanistica dal progetto di variante al PRG. Mi riferisco in particolare al consigliere comunale dei verdi Marco Mancinelli, appartenente alla maggioranza ulivista che governa il nostro paese e portavoce dell’Associazione Verdi Conero. L’inerzia di Mancinelli è tanto più grave quanto più si consideri la posizione che egli occupa all’interno dell’Amministrazione Comunale. Il verde Mancinelli è infatti Presidente della Commissione Urbanistica che, prima del voto del Consiglio Comunale, approvò la variante al PRG con la previsione termale in zona Colle Lauro.
Mancinelli dovrebbe dimettersi dalla sua carica di consigliere per manifesta incapacità a tutelare l’ambiente cameranese (infatti, mai come con questa Amministrazione Camerano ha subito danni ambientali così duri; ricordiamo solo l’abbattimento dei 50 alberi di Viale Ceci, di quelli in Piazza Roma, degli alberi secolari nel giardino antistante Palazzo Ricotti, ed oggi, il danno ambientale che si profila nella frazione Colle Lauro).
Di tutto questo i verdi del Conero dovrebbero prendere atto e chiedere il conto al loro compagno di strada. Paradossalmente invece, l’Associazione Conero durante la campagna elettorale, comunica “con grande soddisfazione” la candidatura di Mancinelli alle Elezioni Regionali!
Comunque, non abbiamo niente di personale nei confronti del consigliere Mancinelli. Le nostre sono considerazioni di carattere puramente politico. Se, come sembra, i Verdi del Conero si sono risvegliati dal loro torpore, ci aspettiamo da Mancinelli una dura battaglia in Consiglio Comunale, quando la variante al PRG dovrà essere nuovamente approvata non appena terminerà il vaglio dell’Amministrazione Provinciale. In caso contrario, se la posizione dei verdi sarà di basso profilo e poco incisiva, come è stata sino ad oggi, si avrà la conferma che gli ambientalisti della zona del Conero abbaiano ma non mordono, tuonano e attaccano sui giornali ma poi si defilano quando debbono far valere la loro posizione negli enti preposti.
Staremo a vedere. Certo è che la determinazione del Sindaco Pesco nel voler portare avanti il progetto (si veda l’intervista al Carlino del 2.3.2000) non lascia intravedere niente di buono.
I cittadini di Camerano, ed in particolare gli abitanti di Colle Lauro, sono invitati a mobilitarsi contro la colata di cemento che minaccia di sconvolgere gli equilibri urbanistici della tranquilla frazione cameranese.
Per quanto riguarda invece più in generale la variante al Piano Regolatore, ricordiamo ai cittadini cameranesi che in cinque anni l’Assessore all’Urbanistica Di Giacomo non è ancora riuscito a dare al nostro paese questo importante strumento di sviluppo. I ritardi accumulati dallo studio Ballardini sommati alla necessità di “aggiustare” il PRG alla luce dei mutati equilibri politici della nuova giunta Pesco a partire dal ‘97, sono stati decisivi per giungere ad una situazione oggi ormai inaccettabile, oppure dobbiamo pensare che ancora una volta si voglia fare campagna elettorale con lo strumento urbanistico in mano?
IL SUCCESSO DEL POLO ALLE ELEZIONI REGIONALI DEL 16 APRILE
Il successo del Polo alle elezioni regionali del 16 aprile dimostra tutto il fallimento delle politiche di un centrosinistra filopadronale e antioperaio. La trappola dell’alternanza borghese nelle elezioni amministrative e politiche si va facendo strada anche nel popolo italiano.
Occorre invertire questa nefasta tendenza con la creazione, subito, di un nuovo blocco politico comunista e di classe alternativo sia al centrodestra piccolo borghese e reazionario che al centrosinistra confindustriale e concertativo.
Ad un anno dall’Attacco Nato contro la Jugoslavia
BILANCIO DI UNA TRAGEDIA
DI SIMONE MASSACESI
Ad un anno dal conflitto che ha segnato il ritorno della barbarie in Europa, è tempo di verifiche e di bilanci. Oramai demolito e demistificato il concetto di “guerra umanitaria”, goffo tentativo montato dal mondo politico occidentale per giustificare la feroce aggressione. Inutile dire che lungi dalla volontà di voler proteggere le popolazioni del Kosovo, in realtà la prima vittima della guerra, gli Satati Uniti e gli occidentali hanno al contrario strumentalizzato la questione Kosovara per favorire i loro interessi economici e geopolitici di natura strategica nei Balcani. Quattro i motivi d’ordine strategico che hanno caratterizzato la condotta USA durante la guerra: il perseguimento della sconfitta dell’Europa potenziale concorrente nell’ordine attuale unipolare; l’annichilimento morale e materiale della Jugoslavia e del popolo serbo renitenti ad una penetrazione totale del modello USA nei Balcani; l’isolamento ed accerchiamento totale della Russia, la creazione di uno sbocco verso le regioni euroasiatiche cioè la dove sussistono interessi vitali e strategici per il dominio globale. E’ da questa lettura dialettica della guerra che scaturiscono una serie di considerazioni che si oppongono al tentativo di storicizzare quest’evento come tutti quelli che, tramite tramite prassi vengono alienati dalla coscienza del presente, annullando ogni critica ed ogni opposizione al potere.
L’assimilazione delle dinamiche che hanno mosso la guerra in Jugoslavia porta in se i germi della catastrofe mondiale. Il rischio concreto rappresentato dall’interiorizzazione di questa prassi, consiste nell’incapacità di generare nel futuro un pensiero critico di fronte a casi simili, avallando piuttosto una logica di violenza e sopruso nel regolamento dei rapporti internazionali tra paesi. MA la guerra in Jugoslavia apre la strada anche ad una riflessione su un grave problema con cui l’Europa si trova a fare i conti per la prima volta nella sua millenaria storia. I quantitativi di esplosivi gettati su tutto il territorio della Fderazione jugoslava rappresentano quello che si può definire un olocausto ambientale senza precedenti in Europa.
Recenti studi fatti da Istituti Oncologici serbi hanno registrato un rilevante aumento di tumori tra la popolazione della Jugoslavia. Questao fenomeno, dovuto in gran parte alle centinaia di migliaia di tonnellate di sostanza tossiche bruciate per effetto dei bombardamenti sulle raffinerie durante la guerra, in realtà rappresenta una minima parte dei danni ambientali provocati da questo conflitto. La reale portata della catastrofe ecologica è consistita infatti nelle oltre 31.000 tonnellate di uranio impoverito (materiale contenuto nelle bombe) gettate su tutto il Paese. Scoria derivata dal processo di fusione nucleare, l’uranio impoverito richiede particolari processi di smaltimento essendo un materiale radioattivo. Adoperarlo per usi militari sarà sembrato all’industria statunitense bellica e non un’immancabile occasione per liberarsene traendone profitto.
Quello che è stato più o meno sottaciuto è la gravità del danno che può prospettare l’uso di queste armi. Tanto per fare un esempio, secondo alcune ricerche scientifiche ogni proiettile al Pvs esploso è potenzialmente in grado di generare oltre 1200 tumori. E ancora: il processo di dissolvimento nell’atmosfera dura decenni e decenni. Da quì le drammatiche conseguenze che graveranno sugli ecosistemi nello spazio e nel tempo. La disastrosa situazione in cui versa la stragrande maggioranza della popolazione è aggravata dai problemi etnici ed economici. Com’era ampiamente prevedibile la guerra umanitaria non solo a disilluso l’obiettivo di sopire i conflitti che da anni dilaniano questa terra, ma ha accentuato le tensioni già laceranti nel Kosovo. Le violenze subite dalla ormai esigua minoranza serba da parte della maggioranza albanese stanno raggiungendo livelli di intollerabile crudezza, tanto da ritrovare un timidissimo riscontro anche in alcuni organismi internazionali.
Nel mentre la Jugoslavia è un paese economicamente in ginocchio. Al collasso economico, sociale determinato dalla distruzione degli impianti produttivi, delle vie di comunicazione e delle strutture sanitarie concorre anche l’ormai deficit energetico dovuto ai bombardamenti che hanno raso al suolo centrali elettriche e raffinerie petrolifere.
Le stesse misure d’embargo decretate dagli USA e dall’ Unione Europea, le quali, come ogni simile provvedimento colpiscono sempre il popolo e mai, a torto o a ragione, chi lo governa, pongono di fronte alla Jugoslavia il ricattatorio aut aut tra il conservare la propria indipendenza e dignità politica o scegliere l’isolamento internazionale, minando alla base qualsiasi concreta possibilità di ripresa
L’Associazione Culturale “Albano Corneli” di Camerano
organizza per il 25 aprile 2000 un’escursione-passeggiata in montagna per ricordare con i partigiani la lotta contro la barbarie nazi-fascista. Guiderà l’escursione Francesco Burattini (07195497) del Club Alpino Italiano.
E’ possibile prenotare la propria adesione a Fabio Falcioni (071731002). I punti di ritrovo sono: ore 8,00 a Camerano nel parcheggio del Campo sportivo, ore 9,00 in Ancona nel parcheggio grande di Piazza d’Armi, ore 10,30 uscita Serra San Quirico della Superstrada per Fabriano.
La partecipazione alla gita è gratuita.
PROGRAMMA – Ore 11,00 escursione al Monte Revellone con vista eccezionale sul Monte S. Vicino, sulla zona d’Arcevia e sul fabrianese. – Ore 13,45 pranzo popolare a base di tagliatelle, affettati vari e formaggio pecorino con verdicchio locale (è possibile comunque pranzare al sacco o prendere singoli panini).
Ore 15,00 intervento di un partigiano dell’ANPI che ricorderà gli episodi culminanti della Resistenza nel fabrianese e nell’arceviese.
SAPETE COSA TROVERANNO NELL’UOVO DI PASQUA
I NOSTRI AMMINISTRATORI ?
Una rondine di passaggio nei piani alti del Palazzo Comunale ci ha riferito che si sono confezionati un uovo di Pasqua con una sorpresa in denaro variabile a secondo della posizione occupata nella Giunta Comunale e precisamente:
IL SINDACO 6.000.000 MENSILI
IL VICESINDACO 4.500.000 “
GLI ASSESSORI 2.500.000 “
Queste cifre sembrano essere comunque il massimo stabilito dalla legge; siamo curiosi di sapere a uovo rotto l’esatto ammontare dell’aumento !
archivio Bandiera Rossa