berlinguer:
il ministro, i libri e il femminismo

    Novità! Novità! Novità per quanto riguarda le riforme scolastiche in cantiere ad opera del Berly.
    Oggi parliamo di libri di testo, o meglio dei contenuti di questi; si tratta di un'aggiunta ai criteri in base ai quali devono essere giudicati, che impone di verificare l'assenza di stereotipi legati ai ruoli tradizionali dell'uomo e della donna.
    Il pensiero corre subito a tali Renzo e Lucia di manzoniana memoria, che difficilmente potranno sfuggire alla traccia infamante di ricoprire ruoli tradizionali. Ma allungando lo sguardo ci si accorge che in realtà si salva ben poco della letteratura anteriore al novecento, da "Romeo e Giulietta" alla "Lettera scarlatta", dai "Miserabili" ai "Buddenbrook", per non parlare delle donne dell'antica Roma. Forse che si potrà salvare la donna angelica del Dolce Stil Novo? Che ne è della libertà di insegnamento, anzi, della libertà di pensiero?
    Anche se non si dovesse avere l'ardire di spazzar via testi letterari che stanno alla base della cultura occidentale per lasciar spazio solamente a figure come Saffo, Fiammetta, Lolita e la Milady dei "Tre Moschettieri" con quale diritto il ministro si permette di stabilire quale debba essere il taglio interpretativo dei manuali di storia letteraria? la scuola pubblica non deve fornire agli studenti tutti gli strumenti e le informazioni utili per prepararsi alla vita in maniera libera ed indipendente?
    La riforma Berlinguer, che si interessa solo di "architettura" scolastica, lascia intendere che quanto ai contenuti prospetta un'educazione a tutto campo, di tipo descrittivo e "democratico".
    Ma interventi come questo chiariscono bene come si intenda imporre, oltre ad una visione relativistica della realtà, anche determinati modelli, di fatto relativi, che vengono invece per scontanti come se fossero universalmente validi.
    Per capire meglio vale forse la pena di dare un'occhiata alle posizioni emerse negli anni riguardo ai ruoli uomo/donna.
    A riprova che l'argomento "stereotipo" non ha valenza neutrale, sta il fatto che alcuni anni fa fu presentata al Congresso Usa una proposta di legge che vietava il finanziamento di scuole i cui libri di testo presentassero le donne in ruoli non tradizionali.
    Altrettanto interessante, sulla sponda opposta, è esaminare "l'apostasia" di donne come Betty Friedan, madre del femminismo americano, che depreca oggi la cecità femminista sull'importanza della maternità.
    Germaine Greer che ha rivalutato la castità, e persino Erica Jong che afferma "la gente della mia generazione rimpiange il matrimonio tradizionale e... da single, ancora alla ricerca del primo amore, comincio a sospettare che ci sia qualcosa che non va"
    E infatti, secondo la sua definizione filosofica, l'antitesi dello stereotipo non è, poi, uno stereotipo a sua volta?

Eowyn'80
Tratto da "IL RESTO DEL CARLINO-BOLOGNA"
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