La Storia di María Angélica Medina Soto

"Oggi 2 febbraio 1999, il tribunale militare (la Corte Marziale) ha concesso la libertà condizionata alla prigioniera politica María Angélica Medina Soto .."

Qualcuno potrebbe domandarsi dove siamo ?

Siamo in Cile, l'unico paese al Mondo in cui un tribunale militare può giudicare un civile, in tempo di pace...

La storia di María Angélica Medina Soto, una tra tante ...

Il 14 giugno 1994, María Angélica Medina Soto, che allora si trovava all'ottavo mese di gravidanza, fu arrestata dalla polizia civile investigativa. I membri della brigata dei servizi di controspionaggio della polizia  (B.I.P.) fecero irruzione in casa sua, sfondando la porta e sorprendendo María Angélica ancora nel suo letto.

Al momento dell'arresto, la incappucciarono, secondo la "migliore" tradizione governativa, le legarono le mani e la portarono via dalla sua abitazione, semivestita e con destinazione una caserma della stessa polizia.

In tale caserma passò la prima notte ammanettata e posta di fronte a un muro, in piedi. In quello stesso luogo la polizia la informò di aver ucciso il suo compagno, nel momento in cui questi resisteva all'arresto, falsità che María Angélica potè scoprire solamente tre giorni dopo.

Per dieci giorni permase in isolamento ed ammanettata a una sedia, con l'eccezione di piccole interruzioni per andare al bagno. Per tutti questi giorni fu costretta a dormire per terra, sempre ammanettata alla sedia, cosa che per la sua gravidanza costituiva una forma di tortura.

Successivamente, nel vedere l'attegiamento di poca "collaborazione" della detenuta, la minacciarono con la possibilità di far violenza contro suo figlio per poi bendarla e colpirla ripetutamente al volto.

Per lei furono dieci giorni durissimi, dove la tortura psicologica fu intensa e permanente, non tenendo conto dello stato della sua gravidanza.

Al decimo giorno fu portata davanti al 17 tribunale, dove venne processata per associazione illecita terrorista, e messa per altri cinque giorni in isolamento a disposizione della gendarmeria.

Durante il terzo giorno di questo nuovo isolamento fu ricoverata all'ospedale del carcere per un problema di pressione alta e per un controllo della gravidanza stessa.

In tale luogo ricevette la visita di un agente del secondo tribunale militare di Santiago, che le notificò l'apertura di un altro processo presso tale tribunale per formazione di gruppo armato. Ancora una volta venne portata in isolamento, per altri cinque giorni.

In fine fu trasferita nella sezione femminile del carcere maschile di San Miguel, dove fu ricevuta dalle compagne, prigioniere politiche.

Dopo pochi giorni nacque suo figlio José Manuel.

La Corte Marziale, nella Causa Rol 53.809-44", ha oggi concesso il beneficio all'imputata accusata del reato di associazione illecita terrorista, sentenza che secondo la normativa attuale deve essere ratificata in modo unanime dai membri della Corte Marziale. 

I magitrati  Milton Juica, Gabriela Pérez, Pablo Canales (rappresentante delle Forze Aeree), Enrique Ibarra (dell'Esercito) e José Acuña (della polizia dei "Carabineros") si sono espressi unanimamente per concedere la libertà condizionata a María Angélica Soto.
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