Bologna, 24 giugno 2003
Dichiarazione di Rocco GIACOMINO, Capogruppo Regionale Comunisti Italiani
SCUOLA E/R:CONDIVIDIAMO L’ISPIRAZIONE DI FONDO DELLA NUOVA LEGGE REGIONALE MA IL BIENNIO INTEGRATO TRA ISTRUZIONE, FORMAZIONE PROFESSIONELA NON PUO’ ESSERE UN MODELLO GENERALE
Condividiamo l’ispirazione di fondo della nuova Legge Regionale sulla Scuola che tende a contrastare i guasti e l’attacco alla Scuola Pubblica da parte della Controriforma Moratti.
Pur tuttavia non riteniamo che il cosiddetto “biennio integrato tra istruzione e formazione professionale” possa avere valenza di modello generale. Infatti l’attuale formulazione, molto dettagliata,del biennio tende a presentarsi come scelta strutturata e definitiva, dunque come modello generale e non come riduzione del danno dato dalla Controriforma Moratti.
L’obiettivo strategico del centrosinistra deve invece rimanere quello di elevare l’istruzione obbligatoria a sedici anni con un biennio post-meda inferiore uguale e gratuito per tutti, così come ribadito in questi giorni anche da un Appello sottoscritto da personalità, intellettuali e docenti del centrosinistra tra i quali : Tullio De Mauro, Antonio Tabucchi, Aberto Asor Rosa, Margherita Hack e Carlo Bernardini.
E’ evidente che una Legge Regionale non può e non deve agire sui liveli d’età dell’obbligo scolastico, altrimenti si romperebbe l’unitarietà dell’ordinamento nazionale della Scuola che deve rimanere tale.
Pur tuttavia il biennio così come proposto non ci convince e chiediamo di tenere aperta la prospettiva strategica dell’obbligo a sedici anni, modificando il testo e precisando che la Regione e le Province sostengono i progetti volti ad incoraggiare ed incentivare il proseguimento degli studi dopo la terza Media nell’istruzione, e che in generale sia favorito l’orientamento e non l’apprendimento di una professione già a tredici anni e mezzo come prevede la Moratti con la cosiddetta “canalizzazione precoce”.
La priorità deve essere quello di contrastare l’attacco della destra volto a destrutturare la scuola pubblica ed a trasformarla in senso privatistico e classista con i figli dei ricchi che avranno il privilegio di studiare e i figli dei poveri ad imparare un mestiere a tredici anni.
La destra vuole riportarci ai tempi in cui “l’operaio non poteva avere il figlio dottore”
L’Addetto Stampa