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ROMA, 1995 Il nascondino di cinque
borgatari
illumina la cupola
vicina.
Il fornelletto da vacanza,
il tegame, la sua anima
si consumano senza sguardi
dal barbone sui gradini.
L'abitudine all'indifferenza
rende indifferenti.
In questa stanza romana
canto il mio amore per non so cosa.
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