ISTANBULRaramente ho incontrato
metafore più vere
del viver nostro pellegrino
sospeso
in un ritmo cardiaco
tra materia e Oriente
eccitato da fiumi di thè
che scorrono negli angoli fetidi
delle strade color zafferano
che portano dovunque, per poche lire
e ancora molte volte
nel battito lo spirito ritorna
tra squarci d'occidente rifiutato
dai visi dei mercanti della frutta
e dalle luci dei bazar
e ancora molte volte
nel battito lo spirito ritorna
col ventre tagliato da una lamina d'oro
(il guscio spaccato
di un pistacchio sopra il fuoco)
confitta nell'anima nostra
come l'ansia di lasciare inesplorato.