FERRAGOSTOFerma la giostra,
spenta, c'incombe:
lo sfavillìo tremulo,
unico segno d'energia.
Viva, talora,
di sfregi dei bolidi
ritorna poi specchio
dell'ìnfera scultura sommersa.
Ofiuco agonizzante irride
traverso l'estremo spiraglio.
Nelle strade in penombra
il silenzio è denso e sordo,
quello d'una stanza
chiusa a chiave
fitta e traboccante
di presenze dimenticate
invano si cerca
qualunque risonanza
di vuoti spazi
circospetto e gaudente
sto come nel silenzio pieno e sordo
d'un salotto perbene di fine ottocento
in mezzo a suppellettili
illuminate da un'abat-jour.
Nel serico strusciare del mio corpo
sopra un velo d'aria immota
è l'essenza del mio viandare ...