PAOLO BORGHI
Specchi
BOLOGNA, D'OTTOBRE

Bologna, leggera
si muove d'un poco dal suolo
la figlia reietta del platano
morta, oramai, non pianta,
e non rotto è il silenzio del phön.
Punture d'aria decisa
all'afa coniugate di primi d'ottobre
non portano voci ma suono
confuso agli orecchi, e mura, impalpabili,
memorie di passi serali
fuggitivi, pagine di un diario mentale
- le torri appoggiate
sul cuore di carta -
e strepiti attorno ad un desco, di verde bottiglia:
la noia che provi
di un pazzo che scrive su una foglia.

 


WB01343_.gif (599 bytes) Ritorna all'indice
Back to index

Ritorna alla home page WB01343_.gif (599 bytes)
Back to home page

1