Servizio Residenziale di Riabilitazione per Gravi

E' rivolto a quei pazienti, minorenni al momento dell'accoglimento, per i quali il Corberi, secondo la propria tradizione, appare come la soluzione terapeutica e di riabilitazione più adeguata.

Occorre tenere presente che questo tipo di servizio richiede, in generale, che per un paziente vi siano 1,5 persone in organico addette all'assistenza; i soggetti con Ritardo Mentale (R.M) e/o con patologia neuropsichica che vi vengono ricoverati, non trovano accoglimento in altre Istituzioni anche per la somma di lavoro che richiedono.

Per tali soggetti gravi non esiste attualmente altra soluzione che il ricovero a medio o a lungo termine, che costituisce parte della tradizione del Corberi.

E' realistico prevedere che nel prossimo futuro vi sarà un'accresciuta pressione sul Corberi perchè aumenti il numero dei ricoverati. L'esperienza dell'ultimo decennio e le richieste di ricovero residenziale che il Presidio riceve indicano che i pazienti per nuovi accoglimenti sono caratterizzati da: età post-scolare e patologia neuropsichica grave, in particolare per l'aspetto comportamentale, nonchè da neonati con gravissime patologie cerebrali dalla nascita.

L'A.V.I.COR auspica quindi che la Regione svolga in questa direzione l'opportuna azione di governo e programmazione, trattandosi di compiti che nessuna ASL o Comune può perseguire da sola.

In sintesi si può definire il Corberi come un centro sanitario che opera per curare e riabilitare pazienti affetti da patologie neuropsichiche senza ricorrere alla loro emarginazione sociale, con la promozione, per i più gravi, di condizioni socio ambientali che consentano il massimo rinserimento sociale possibile.

Le notevoli restrizioni nella spesa pubblica iniziate da qualche anno stanno determinando un progressivo impoverimento delle ore di lavoro specializzato disponibili per i bisogni di ogni utente preso in carico, fatto che costringe a scelte dolorose, ma obbligate: la priorità va data ai bisogni di salute fisica ed ai bisogni di sviluppo delle potenzialità fisico-psichiche residue di ogni persona, specie per quelle ospitate in regime degenziale che sono le più fragili e le più gravemente compromesse.

Queste restrizioni costringono sempre più a ridurre le iniziative finalizzate all'inserimento sociale e compromettono di conseguenza il raggiungimento dell'obbiettivo finale di tutta l'attività svolta all'interno.

Poichè non si intravede la fine di questo periodo di difficoltà è assolutamente indispensabile riprogettare il percorso verso l'integrazione sociale dei portatori di handicap psichici, reperendo, formando e sostenendo tecnicamente varie forze sociali in modo che possano cooperare con sistematicità e competenza a fianco degli operatori pubblici per scongiurare il ritorno a dinamiche inquietanti di esclusione sociale di chiunque sia "diverso".













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