Bologna, 6 aprile 1998 alla Presidente del Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna INTERPELLANZA Il Consigliere Regionale Rocco Gerardo Giacomino PREMESSO - che nel 1979 veniva ultimato lo stabile poi denominato "Bologna 2", sito a Calderara di Reno (Bo) in via Garibaldi 2, arteria viaria che dal capoluogo conduce alla frazione di Lippo e quindi a Bologna, sulla quale si affacciano diversi complessi produttivi di primaria importanza; - che lo stabile è composto da sei piani e tre blocchi (A, B e C) di diverse dimensioni, con parcheggi sotterranei, due ampi parcheggi a raso, un grande prato condominiale; - che, a quanto pare, sin dalla costruzione sorgevano problemi generati presumibilmente da parte dei costruttori e di una società immobiliare che si occupava della vendita di alloggi, con episodi di scorrettezza verso gli acquirenti e ed il Comune di Calderara di Reno; - che i primi proprietari dell’immobile concordarono, con convenzione firmata con il Comune, la corretta destinazione dell’area, attribuendo allo stabile la funzione di residence (casa albergo) con l’obbligo di una gestione unitaria, consentendo però la vendita frazionata, che ha portato a tutt’oggi ad una quota di circa 140 proprietari su 194 alloggi; - che la gestione unitaria veniva affidata in un primo tempo alla BOLOGNA 2 SRL, società con sede a Palermo, amministrazione che falliva a metà degli anni ottanta con gravi disagi per i residenti, quali la mancanza di luce e riscaldamento e a volte di acqua per diversi mesi; - che per questi motivi in quegli anni lo stabile assunse nell’immaginario collettivo connotazioni negative sia per quanto riguarda l’edificio che i suoi residenti; che alla metà degli anni ’80 dopo la nomina di un curatore fallimentare lo status del "Bologna 2" passava di fatto da residence a condominio, con l’installazione dei contatori ENEL per ogni appartamento e l’avvio di servizi fondamentali, quali la pulizia delle parti comuni, nonché la simbolica rimozione dell’insegna "Bologna 2"; - che nonostante questa "normalizzazione" le proprietà si alternavano frequentemente e diverse società gestiscono tuttora parti importanti dell’edificio con "disinvoltura", tanto che in alcuni appartamenti di proprietà delle stesse, pare, si siano installate prostitute, protettori e spacciatori che creano gravi disagi alle centinaia di studenti, lavoratori e pensionati che popolano lo stabile, peraltro storicamente in cattivi rapporti con l’amministrazione comunale, dovuti a reciproche diffidenze e recriminazioni, culminate con l’inevitabile istituzione in comitato da parte degli stessi residenti e la recente apertura di un sito internet; - che dopo la metà degli anni ’90 il costruttivo lavoro dei comitati ha favorito una fattiva collaborazione con l’amministrazione comunale ed ha permesso la realizzazione di alcuni atti importanti, come l’installazione di cassette postali, un maggiore impegno per le pulizie, la ristrutturazione della caldaia e l’allacciamento alla fognature pubbliche, con oneri a carico dei condomini nonostante amministrazioni condominiali giudicate da parte dei proprietari inadeguate e inadempienti; - che all’inizio dell 1997 il Comune, di concerto con la Regione, ha iniziato l’iter per un progetto di profonda ristrutturazione dello stabile e di riqualificazione dell’area; - che questo spiraglio di ottimismo consentiva, dopo cinque anni di assenza, la riapertura di un’attività commerciale, un bar, nello stabile; CONSIDERATO - che nonostante tutto si ripetono episodi di violenza e microcriminalità che compromettono la sicurezza dello stabile per i residenti e gli ospiti, accentuando il degrado strutturale, igienico ed ambientale dell’edificio; - che tale situazione è in netta contraddizione con gli orientamenti che hanno assunto Regione, Provincie e Comuni dell’Emilia-Romagna per una maggiore sicurezza dei centri abitati e per città a misura di bambino; - che la Regione in particolare ha il potere di intervenire direttamente e puntualmente, con vari strumenti, per esempio sperimentando i contratti di quartiere, sulle gravi emergenze, come quella citata; INTERPELLA LA GIUNTA - per conoscerne l’orientamento rispetto a questa complessa vicenda, ed affinché segua da vicino lo studio di fattibilità per la ristrutturazione del "Bologna 2" predisposto dal Comune di Calderara, permettendone l’attuazione in tempi rapidi; - per sapere se intende attivarsi per partecipare al recupero dello stabile, inserendolo come priorità nei propri piani di recupero, utilizzando il nuovo strumento dei contratti di quartiere, ricercando risorse pubbliche e stanziando all’uopo anche risorse proprie della Regione. Rocco Gerardo GIACOMINO