RELIGIOSE DELLA CROCE DEL SACRO CUORE DI GESU'
CHI SIAMO?
Noi siamo le Religiose della Croce del Sacro Cuore di Gesù. Siamo una congregazione di vita contemplativa, e siamo state fondate per un'ispirazione speciale dello Spirito Santo alla Serva di Dio, Concepción Cabrera de Armida, a Città del Messico il 3 maggio 1897. Nella vita contemplativa vogliamo amare prima di tutto Dio e cercarlo in una vita di attenta contemplazione, di solitudine e di silenzio, di sacrificio volontario e amoroso, di generosa penitenza e di lavoro umile e semplice. Le parole di Gesù: «Per loro io consacro me stesso», sono il motto dell'Istituto e il programma della nostra vita.
Come Congregazione di Vita contemplativa, abbiamo una nuova struttura di clausura e di governo, perché noi non siamo un'Ordine, come possono essere le Clarisse o le Carmelitane, dove ogni Monastero è autonomo anche si forma parte di una federazione, ma noi no, noi siamo una congregazione religiosa con curia centrale generalizia. Noi abbiamo una Superiora Generale, como le altre congregazione religiose, che bada su tutte le case della Congregazione. E questo è così per noi fin dal primo momento, perché quando la nostra fondatrice ha pensato a noi, nel Messico non c'erano le suore, e la nostra fondatrice non conosceva un altro modo di portare avanti la nostra Congregazione.
L'altra differenza con le altre Ordini è che la nostra clausura non è papale, ma costituzionale. Questo vuol dire che si qualcuna di noi ha bisogno si uscire da casa, deve chiedere il permesso alla Superiora Generale, e non al Vescovo. Noi rimaniamo abitualmente a casa; solamente possiamo uscire per motivi di salute, o giuridici, o per fare la spesa, quando non abbiamo nessuno che ci possa aiutare. O in caso di morte del papà o della mamma. Alcune volte possiamo anche uscire per motivi di formazione, ma soltanto quando non è possibile ricevere questa formazione dentro di casa. Ma abitualmente stiamo a casa.
Parlando della clausura, noi non abbiamo delle grate, così che si voi andate nelle nostre case, non li vedrete; soltanto ci sono alcuni cartelli che dicono: "Clausura", e questo vuol dire che lì è il posto destinato soltanto per le suore. Il nostro chiostro è il cuore di Gesù, e ognuna di noi è lì dentro per amore e liberamente. Le grate sono soltanto dei simboli di questa clausura, di questo volontario vivere in solitudine con Gesù. Prima avevano una funzione di protezione per suore, quando c'erano i vandali, ma adesso no, adesso è soltanto una tradizione importante nelle Ordine Monastiche, ma noi abbiamo vissuto fin dal principio senza le grate.
Siamo una Congregazione contemplativa, ossia la nostra missione caratteristica è la Preghiera. Possiamo comparare la Chiesa con un albero grande, dove ognuno ha la sua funzione: chi le foglie, chi il fusto, chi le fronda; la vita contemplativa è la radice del albero che rimane sempre nascosta, ma ottiene dalla terra la linfa perché l'albero possa crescere, svilupparsi ed essere fecondo. Noi preghiamo per tutta la Chiesa, specialmente per i sacerdoti. Nel lavoro della Evangelizzazione noi siamo come l'aratro che prepara la terra prima di seminare il seme, perché quando il seminatore arrivi, la terra (che è il cuore dell'uomo) sia pronta, e la Parola possa dare frutto abbondante.
COSA FACCIAMO?
Missione caratteristica
Tutto il gregge cristiano, sacerdozio regale, partecipa della missione che Cristo, pastore e Pontefice delle nostre anime, ricevette dal Padre, cioè completare nella nostra carne quello che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa. Noi Religiose della Croce del Sacro Cuore di Gesù, fondate a questo fine, vogliamo compiere con zelo fervente la missione a noi affidata dalla Chiesa di consolare il Cuore di Gesù per i propri peccati e per quelli dell'umanità, offrendoci al Padre e così procurare grazie per il mondo a imitazione di Maria negli anni della sua solitudine.
Tutto il popolo cristiano deve pregare il Signore della messe di inviare operai alla sua vigna e continuare la preghiera di Cristo al Padre suo, chiedendogli che i sacerdoti rimangano nel suo amore e siano uno con Lui, per il bene di coloro che per la loro parola crederanno in Cristo. A questo ci consacriamo le Religiose della Croce essendo questa la petizione principale che portiamo davanti a Gesù Eucarestia con il desiderio di servire la Chiesa, aiutando nella loro vita quelli che sono chiamati al sacerdozio.
In particolar modo preghiamo con amore e fervente adesione per il Vicario di Cristo a cui dedichiamo la nostra preghiera ogni mercoledì, e per i Vescovi, strumenti del Signore per dirigere e governare il Popolo di Dio. Preghiamo anche per tutti coloro che si preparano al sacerdozio, la nostra Comunità di Roma, si unisce ogni primo giovedì del mese al Seminario Romano, ci inviano i fogli con la preghiera dell'ora santa e preghiamo insieme per il dono della perseveranza nella loro vocazione e anche chiediamo aumento di vocazioni.
E tutto questo come si può fare? Con il nostro principale apostolato che è pregare e sacrificarci con vivo zelo apostolico per la santificazione di tutti gli uomini, cioè facendo ogni giorno la volontà di Dio, da quando ci alziamo fino a quando andiamo al letto. Molte volte questo non è facile, perché l'umana natura vuole fare la propria volontà, ed è qui che c'entra il sacrificio di noi stesse, l'abnegazione, la pazienza, ecc. in tante piccole cose di ogni giorno. E tutte le virtù si giocano specialmente nella vita comunitaria e nel nostro lavoro quotidiano.
Uno dei lavori della Congregazione è la fabbricazione delle ostie ed altri oggetti per il servizio liturgico, cassule, camicie, ecc. Là in Roma, lavoriamo con il computer. Facciamo trascrizioni, tesi, epistolari, e così via. Si preparano bambini alla Cresima e alla Prima Comunione. In tutta la giornata il nostro centro è l'Eucaristia che è la forza, del nostro essere per vivere la nostra vita contemplativa in più coerenza. Perché "Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori" (Sal. 126).
UN GIORNO DELLA NOSTRA VITA.
La nostra vita se sviluppa in un ambito molto semplice. Un giorno nella nostra vita sarebbe più o meno così: alle 5:40 del mattino ci alziamo, e alle 6:20 incominciamo la preghiera nella capella: invochiamo lo Spirito santo, diciamo le lodi e le preghiere della Congregazione e dopo ci sono 45 minuti di meditazione personale in silenzio. Dopo c'è la Messa, alcuni giorni viene il nostro parroco e altri vengono i nostri confratelli, i Missionari dello Spirito Santo.
Alle 8:30 la colazione, e dopo ognuna si dedica ai suoi lavori, sempre a casa. Nel trascorso della mattina ognuna ha mezz'ora di adorazione al Santissimo Sacramento, che sta sempre solennemente esposto nelle nostre capelle. A l'una e un quarto recitiamo l'ora minore, Sesta; facciamo il pranzo a l'una e mezzo. Dopo abbiamo mezz'ora di ricreazione, dove possiamo fare una passeggiata nel giardino, o suonare la chitarra, o chiacchierare, ecc.
Dopo abbiamo un tempo di riposo, dopo di che recitiamo il rosario. Nel pomeriggio c'è il tempo per la formazione personale, per la lettura e lo studio, e per l'orazione personale. Alcune volte abbiamo delle conferenze con alcun Sacerdote, su qualche tema importante: Liturgia, Bibbia, Vita Comunitaria, Spiritualità, ecc.
Anche qui ci sono i turni di mezz'ora per la adorazione del pomeriggio alla sera. Alle 7 recitiamo i vespri, dopo la cena, e alle 8 della sera abbiamo 45 minuti di ricreazione. Alle 8:45 diciamo le orazioni della notte e le Compiete, e alle 9 andiamo al letto. Nel trascorso della note ognuna fa un'ora di adorazione al Santissimo, secondo la ora che ognuna li corrisponde, chi alle undici, chi alle due, chi alle quattro. Per questo andiamo presto al letto, perché si no, non sarebbe possibile continuare con questa adorazione tutta la vita, e questo è il nostro primo apostolato.
SPIRITUALITÀ'
Tutti i cristiani siamo chiamati a seguire Gesù e a vivere il Vangelo in pienezza, ma ci sono diverse spiritualità nella Chiesa, che contemplano tutta la vita di Cristo sottolineando una dimensione particolare. Per esempio, i Francescani, guardano soprattutto la Povertà di Gesù, o i Salesiani guardano soprattutto Gesù come Maestro.
La nostra Spiritualità si chiama la Spiritualità della Croce, e contempla soprattutto Gesù "Sacerdote e Vittima". Cosa vogliono dire queste due parole?
Sacerdote:
La parola Sacerdote vuole dire mediatore, pontefice, ponte, tra Dio e gli
uomini. Gesù con il suo sacerdozio ha cercato la gloria del Padre
e la salvezza degli uomini. Gesù è mediatore perché
con la sua vita ci ha aperto il cammino al Padre, ha offerto la sua vita
per riconciliarci con Dio.
E perché ha fatto questo Gesù? Per amore, soltanto per amore. Un amore totale, senza limiti, senza egoismi, che lo ha portato fino alla donazione totale, a consegnare tutta la sua vita nelle mani del Padre in favore degli uomini.
Nella Spiritualità della Croce siamo chiamati a continuare questa opera di Gesù, a lasciare che Gesù continui in noi il suo sacerdozio, l'opera della riconciliazione. La Spiritualità della Croce ci invita a vivere il nostro sacerdozio battesimale, de una maniera molto semplice: amando, vivendo con amore tutti i momenti della giornata, tutte le situazione della vita: quando siamo tristi e quando siamo contenti, nel lavoro, nella scuola, con la famiglia, o nei momenti difficili, nei dolori, nelle sofferenze, tutto può essere vissuto con amore.
Quando noi non cerchiamo più noi stesse, bensì il bene degli altri, o quando noi perdoniamo di cuore a chi ci a fatto un torto, in quel momento siamo sacerdoti. Quando diamo del nostro tempo per aiutare agli altri, quando ci impegniamo per collaborare nelle opere degli altri, stiamo essendo sacerdoti. Ma tutto questo debbe essere vissuto con amore, con tanto amore.
E possiamo fare tutto questo per dare gloria al Padre, offrendo la nostra vita a Dio. No solo le cose che viviamo, ma offrirci noi stessi uniti a Gesù perché Lui è Colui che per primo si è offerto al Padre, e in Lui lo siamo anche noi.
E la Spiritualità della Croce ci insegna anche che tutto questo può essere redentore per l'umanità, che unita a Cristo la nostra vita ha un valore immenso. Se noi viviamo con questo atteggiamento di offrirlo tutto per il bene delle persone, di quelle che amiamo e di quelle che nemmeno conosciamo, stiamo collaborando con Gesù nella opera della salvezza, e stiamo realizzando pienamente la nostra vocazione battesimale. E alla fine noi saremmo felici, anche se di lontano non sembra così, perché ci sentiremo realizzati, figli amati di Dio
Cosa vuol dire essere Vittima:
A volte la parola vittima ci spaventa, pensiamo che significa sofferenza,
infermità, dolori terribili, o qualcosa del genere. Ma non è
così, significa essere un'offerta permanente al Padre in favore
della Chiesa. Gesù ha vissuto la sua vita facendo sempre la Volontà
del Padre, ed essere Vittima vuol dire essere come Gesù, sempre
disposto a fare in tutto la volontà del Padre. Lo importante è
l'atteggiamento interiore di disponibilità, che si fa concreto attraverso
diverse modalità, secondo la vita di ciascuno di noi.
LA NOSTRA MADRE FONDATRICE, CONCEPCION CABRERA DE ARMIDA
La Serva di Dio, Concepción Cabrera de Armida, meglio conosciuta come "Conchita", fu una donna messicana del nostro secolo. Visse e santificò tutti gli stati della vita cristiana fu una giovane, nubile, sposa, madre di nove figli, vedova.
Nacque l'8 dicembre 1862. Fu allegra di notevole candore; giovane elegante e bella, andava a teatro, ai balli, a riunioni di società ed a feste familiari. Le piaceva suonare il piano, cantare, montare a cavallo. Furono significativi nella sua vita la purezza di cuore, lo spirito di sacrificio, l'umiltà e la sua grande conoscenza di Dio, nonostante avesse ricevuto un'istruzione solo elementare.
Conchita non vede per lei altra strada che il matrimonio e si orienta totalmente ad esso. Nel suo intimo, vanno crescendo in un'armonia profondissima l'amore per Dio e l'amore per Francesco il suo fidanzato. Si sposò a 22 anni l'8 Novembre 1884. In lei, suo marito troverà sempre appoggio e affetto. Il frutto di questo amore puro e semplice, sono i loro nove figli a cui dedicano tutta la loro attenzione e il loro affetto.
Nel 1901 Dio le presenta una prova, suo marito Francesco Armida morì 17 anni dopo il loro matrimonio. Nell'ultima conversazione con suo marito gli chiede: Qual è la tua ultima volontà per me? le rispose: "Che sia tutta di Dio e tutta dei tuoi figli". María de la Concepción compie fedelmente questa volontà del suo sposo. Ogni giorno più immersa in Dio si dedica alla formazione dei suoi figli. Attraversa difficoltà economiche. Ha con ognuno di essi un rapporto personale molto profondo; li aiuta a scoprire la loro vocazione sia al matrimonio che alla vita religiosa, li orienta e li sostiene in queste scelte.
Quando era già inserita nel suo ambiente familiare riceve un forte impulso della grazia. Dio la vuole lì, sposa e madre, per manifestare alla Chiesa che nello stato matrimoniale si può realizzare un'altissima santità. Era ancora giovane, aveva 26 anni, sposata e madre di famiglia, quando per la prima volta nella sua vita assistette a degli Esercizi Spirituali durante i quali intuì queste parole del Signore: "la tua missione sarà di salvare anime". Docile verso il suo direttore, risponde totalmente alle esigenze di Dio.
L'amore di Gesù va in crescendo. Il 14 gennaio 1894 col permesso del suo direttore segna sul suo petto il nome di Gesù. Realizza questo gesto con straordinaria semplicità giacché ha visto marchiare gli animali della casa di campo con il nome del loro padrone e vuole esprimere a Gesù la sua totale appartenenza e il desiderio che Egli prenda possesso di ciò che è suo. A quest'azione così spontanea Dio risponde con un intervento decisivo nella sua vita: invade il suo cuore di un AMORE NUOVO. Da qui ha origine il grido che facendo sì che dimenticasse del tutto se stessa polarizzerà tutta la sua esistenza riempiendo di nuovo contenuto apostolico la sua semplice vita di sposa e di madre: GESU' SALVATORE DEGLI UOMINI, SALVALI, SALVALI!!
Ha avuto un incontro profondo con GESU' SALVATORE, che le ha comunicato il suo stesso amore la sua stessa ansia salvifica. Dio ha visitato la sua Chiesa, come le spiegherà anni dopo, giacché in quel momento nasce un movimento spirituale di grande utilità per la Chiesa: le Opere della Croce.
Il padre Philipon nel suo libro "Diario spirituale di una Madre di famiglia" ci dice: Dio si è servito di una donna sposata, madre di nove figli e semplice laica, per ricordare al mondo attuale il Vangelo della Croce e il senso profondo dei principali misteri cristiani.
Gli ultimi 12 anni della sua vita li trascorre sotto la direzione attenta e sperimentata di monsignore Luis María Martínez, allora vescovo di Morelia, e più tardi Arcivescovo Primate del Messico. La vita di Maria de la Concepcion acquista una meravigliosa armonia; tutta la sua esistenza umana, le sue relazione con Gesù e la sua missione spirituale si sintetizzano in due parole ESSERE MADRE.
Maria de la Concepcion è una fonte semplice, nascosta, feconda per la sua intimità con Colui che è la Vita. Segno di questa fecondità sono le cinque Opere della Croce e l'irradiazione nel campo delle relazioni interpersonali per le quali aveva doti straordinarie; il contatto con lei dava sempre Gesù rendendolo presente con il suo atteggiamento comprensivo, umano e tenero.
Si conservano centinaia di lettere ai suoi familiari, migliaia a vescovi, sacerdoti e laici, scritte sempre in tono semplice e pieno di Dio. Scrisse, inoltre 46 libri pubblicati, attraverso cui la sua parola giunse in maniera anonima a migliaia di persone, e fu di grande aiuto per l'orazione. Un altro cumulo di ricchezza sono i 66 volumi del suo Diario Spirituale «Cuenta de conciencia» scritti per obbedienza.
L'opera di Dio termina il 3 marzo 1937. Muore, ma continua a vivere nelle Opere della Croce e a comunicare il suo influsso alla Chiesa. "Non c'è amore se non dove c'è dono di noi stessi, e questo è «sacrificio».
Ringraziando il Signore, la sua causa di beatificazione è già molto avanti, lo scorso anno è stata presentata la "positio" della Serva di Dio nella Sacra Congregazione dei Santi, anche si è presentato un miracolo sul quale aspettiamo presto il giudizio della Chiesa.
FORMAZIONE:
Tutta la nostra formazione deve essere ordinata in modo da costituire una preparazione graduale alla vita che dobbiamo seguire come Religiose della Croce. La formazione ci insegna a vivere seguendo Gesù Sacerdote e Vittima, ossia a vivere la Spiritualità della Croce, soprattutto nell'adorazione eucaristica e nel sacrificio nella vita contemplativa.
La nostra formazione deve essere allo stesso tempo umana, spirituale e religiosa. La formazione umana ci aiuta a coltivare lungo la nostra vita i doni ricevuti dal Signore, e a raggiungere una maturità umana. La formazione cristiana ci insegna a vivere come figlie di Dio. E la formazione alla vita religiosa ci aiuta a vivere autenticamente la nostra consacrazione totale a Dio, secondo lo spirito sacerdotale proprio dell'Istituto.
Tappe:
La nostra formazione è graduale, per tappe, in modo da portare a
pienezza la nostra vita consacrata al Signore. Le tappe sono: il Postulato,
il Noviziato, lo Juniorato, il Secondo Noviziato, e la Formazione Permanente.
Finite le tappe fondamentali della formazione, periodo che dura circa 9 anni, le Religiose dobbiamo continuare approfondendo la nostra cultura spirituale e dottrinale e le conoscenze pratiche relative al nostro genere di vita, per vivere più profondamente la nostra vita religiosa.
DOVE STIAMO
Poco a poco, la congregazione va crescendo e va estendendosi, prima per il Messico e dopo per altre nazioni. Siamo approssimativamente 350 religiose, 20 novizie e 15 postulanti.
Le comunità delle Religiose della Croce sono: nel Messico, 15 case, qui c'è la casa generalizia, una casa noviziato, y la casa dove è morta la nostra fondatrice, tutte e tre a Città del Messico, le altre casse sono in diverse città; a Madrid, Spagna, abbiamo 1 casa; a Quezaltenango, Guatemala, 1 casa; a Roma, Italia, 1 casa fin da 1986; a Modesto, Cal., Stati Uniti, 1 casa noviziato fin da 1988; e a San José de Costa Rica, anche 1 casa noviziato fin da 1988.
INVITO FINALE
Per ultimo volgiamo dire che la nostra casa è aperta per tutti,
è un oasi di preghiera dove tutti quelli che lo desiderano possono
venire a incontrarsi con il Signore. Saremmo liete se qualcuno di voi,
andando a Roma, volesse condividere con noi un momento di orazione liturgica
o di incontro silenzioso con Dio. Abbiamo anche una piccola casa, per ospitare
una o due persone, per fare qualche giorno di ritiro.
E anche quando abbiate qualche intenzione speciale, fatecelo sapere e volentieri
pregheremo per voi. Il nostro indirizzo è Via Appia Nuova 1468,
Roma 00178. Telefono +39-6-79340094.