Sotto altri cieli io vissi, in altra forma,
con altro cuore. Fiammule e baleni
d'allora, erranti lucciole tra' fieni,
risfavillano in me, s'io vegli o dorma.
Io so chi fui, nel tempo già travolto
in vorticoso baratro d'oblio.
Di vertiggin barcollo, se nel mio
vivo mister le antiche anime ascolto
destarsi in onde d'energia, frammiste
a strappi di ricordi. - Non si muore. -
Chi nacque un giorno, in gioia ed in dolore
per mille aspetti immortalmente esiste.
...
A me ogni sera rinnovò l'incanto
d'esser diversa, di scordare il mio
sogno per altri sogni, il pianto mio
per l'aspra voluttà d'un altro pianto.
E fu folla come un solo cuore
ch'io mi potessi stringere fra dita
d'acciaio: fu come una sola vita
viva in me, fervente in muto ardore
sotto il mio sguardo. - Ed io dall'alta scena,
non ebbi nervo che non si spezzasse,
non ebbi vena che non si vuotasse
per il tumulto di sua gioia piena.
...
Chi ora io sono, è cosa vana il dire:
fragile donna che se stessa asolta
vivere, con un'ansia avida e stolta
di saper ciò ch'è in fondo al suo soffrire.
D'antiche vite istinti e forze varie
di raggruppano in me, s'urtano a gara:
aspra t'incidi sulla bocca amara,
o ambigua lotta d'anime contrarie! ...
Ho cent'anni, ho mille anni. La mia vera
faccia, il mio vero cuore io non li so.
Nè, stanca a morte, io mai cono scerò
l'ebbrezza di poter morire intera.