Copertina del
16-2-2000
IN BUONA COMPAGNIA
Pagina a cura di Massimo Martinucci

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Archivio delle copertine precedenti
La parità in Lombardia

13 febbraio 2000
Pietro Macconi (Consigliere Regionale)
da "L'Eco di Bergamo"

La stampa ha riportato abbondanti informazioni sulla recente approvazione del "buono scuola" da parte della Regione Lombardia. Se è pertanto superfluo descrivere caratteristiche e modalità di erogazione di tale "buono", non mi pare lo sia l'inquadrarlo nel più ampio contesto di quanto oggi viene fatto in materia di libertà di educazione. Voglio innanzi tutto sottolineare come il Governo abbia imposto la modifica del provvedimento, che inizialmente non prevedeva limiti reddituali: tutte le famiglie ne avrebbero beneficiato, senza discriminazioni basate su criteri "di classe". L'impostazione originaria, infatti, privilegiava giustamente l'aspetto della "libertà" (di scelta del progetto educativo), senza andare a scapito di nessuno, tantomeno dei non abbienti.
Nonostante ciò, la forma attuale del provvedimento segna una decisa inversione di tendenza rispetto al panorama nazionale e regionale. In un momento in cui il diritto naturale e cristiano alla libertà di educazione viene subordinato alla ricerca di precari equilibri politici, questa approvazione assume il significato di una politica che dà priorità ai valori, e non alla mera "gestione" del potere.
Ancora, il fatto che il "buono" vada a beneficio di tutte - e sottolineo il tutte - le famiglie, è segno di un'attenzione verso una realtà che, anziché essere considerata una "mucca da mungere", come purtroppo è accaduto negli ultimi cento anni, è così riconosciuta come la prima e più importante fonte di conservazione trasmissione della cultura e civiltà occidentale e italiana.
Da ultimo, la formula del "buono scuola", una modalità che è stata molto discussa, anche tra noi cattolici. Viviamo in tempi nei quali si sta diffondendo una forma di "socialismo strisciante" per cui lo Stato si presenta come meno burocratico per essere più onnipervasivo: in campo educativo rinuncia ad organizzare ogni aspetto della vita scolastica per imporre e controllare l'esecuzione degli obiettivi da esso stabiliti. La formula del "buono", perciò, risulta quella che meno si presta al controllo dello Stato: come si potrà far chiudere una scuola libera che raccolga il sostegno - ora anche economico! - delle famiglie?
Dunque, se la strada per una completa libertà di educazione è ancora lunga, questo primo gesto, forse piccolo, assume un grandissimo significato. E le prossime modalità regionali di attuazione degli interventi potrebbero essere occasione di ulteriori correzioni delle limitazioni imposte dal Governo...

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