Le origini del sito di Crustumerio non sono del tutto chiare perché, come abbiamo già accennato nel precedente articolo, le fonti letterarie sono discordi: forse fu dedotta dai Siculi (Servio), da Alba Longa (Diodoro e Dioniso), dai Sabini (Plutarco) o dai Latini. Virgilio ci informa che fu una delle cinque città che fornirono le armi usate per combattere Enea (Eneide, VII, 629-631), mentre Dionigi e Livio (Livio, I, 9-10) ci tramandarono che la città fu coinvolta, in epoca romulea, nel famoso "ratto delle Sabine" insieme ai centri di Antemnae e Caenina. Gli abitanti di Crustumerium reagirono a questo sopruso, ma la questione fu risolta dai Romani con l’occupazione, sotto Romolo, delle tre città: prima Caenina (Livio, I, 10), poi Antemnae (Livio, I, 11) ed infiene Crustumerio; con quest’ultimi la lotta fu meno aspra, perchè l’animosità dei Crustumini era scemata dopa aver visto la sottomissione delle altre due città (Livio, I, 11). Dopo questi eventi Crustumerium sembra aver raggiunto una pacifica intesa con l’Urbe; ciò è dimostrato dal fatto che aiutò i Romani, colpiti da una carestia, inviando delle derrate che furono, però, intercettate dai Fidenati. Successivamente Crustumerium fu nuovamente conquistata , agli inizi del VI sec., da Tarquinio Prisco (Livio, I, 38) e poi nei primi anni della Repubblica (500-499. a.C.). La caduta della città determinò l’annessione (nel 499 o 495) dell’Agro di Crustumerio e la successiva creazione della nuova tribù Clustumina e con quest’ultima le tribù a Roma salirono a 17 o a 21. Negli anni successivi l’Agro di Crustumerio fu teatro di scontri tra Romani e Sabini, ma già a partire della metà del V secolo non troviamo più notizie di Crustumerium nelle fonti storiografiche, perché la città cominciò a perdere di importanza a seguito della crescente migrazione verso l’Urbe. Inoltre la presa di Veio (396 a.C.), di cui parleremo più diffusamente nei prossimi articoli, determinò il definitivo tracollo economico della città che si vide tagliata fuori dalle rotte commerciali che collegavano la Campania con l’Etruria meridionale. Ai tempi dello scontro tra i Romani e i Celti di Brenno, che avvenne nei pressi del fiume Allia (oggi Fosso Maestro o Fosso della Regina), la città di Crustumerium che si trovava non lontana dal teatro della battaglia doveva essere, oramai, in uno stato di evidente abbandono. In seguito nei secoli IV e III a.C. le fonti storiografiche ci forniscono nuove notizie sull’Agro di Crustumerium. Infine Plinio il Vecchio, scrittore del I sec. d.C., pone Crustumerium tra le famose città latine, ai suoi tempi però oramai estinte, che erano poste nella Regio prima augustea.