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FONTANA "COMMERCIALE"

Un accenno all'attività "commerciale" di Fontana credo sia, infine, necessario.
Come si è detto Lucio Fontana nasce, artisticamente, in uno studio che produce sculture di consumo. L'atelier del padre sforna in continuazione lavori in cui la componente artistica è fortemente subordinata alle esigenze del mercato. In questo clima il giovane si forma e cresce, aiutando il genitore nella realizzazione di specifici soggetti destinati a tale consumo. È vero che Lucio, tornato in Argentina nel '22, fonda presto un proprio studio di scultura, dove realizza e progetta opere che si allontanano dalle tipologie commerciali, ma è anche vero che continua a lavorare nell'impresa del padre anche dopo il ritiro di questi e che, tornato in Italia nel '28, continua a realizzare opere tipicamente commerciali, come quelle per il Cimitero Monumentale di Milano (
fig. 90) ad esempio.
Ristabilitosi in Argentina nel '40 riprende, come si è visto, a realizzare opere figurative, che, anche se non si possono definire accademiche, indubbiamente "vendono", poiché svolgono una ricerca discreta, "Lucio sperimentava senza rompere col sistema [...]. Otteneva quindi commissioni di lavoro"
(1), afferma in proposito Roccamonte.
Tornato in Italia non abbandona una certa produzione di consumo. Nello stesso anno in cui avvia il ciclo dei
"Buchi", il 1949, l'artista dà infatti vita ad una duratura collaborazione con gli "Arredamenti Borsani", per la realizzazione di soffitti, lampadari, tavolini ed altri elementi d'arredo. Negli anni '50 e '60 sono numerose le installazioni che Fontana fa in negozi ed appartamenti dei suoi arabeschi al neon e dei suoi soffitti a luce indiretta e a "Buchi".
Il primo accenno ad un Fontana stilista è invece più recente. Nel '57 egli progetta una "cravatta Spaziale" e solo dopo otto anni torna ad avvicinarsi alla moda, quando studia dei "vestiti Spaziali" da donna, alcuni dei quali, con tagli e buchi, sono realizzati da Ellen Moberg, docente nella Minneapolis School of Art, ed esposti nel Walker Art Center nello stesso '65.

Lucio Fontana è quindi un artista davvero poliedrico, mai cristallizzabile in schemi precostituiti, che non si vergogna di lasciare la firma sul progetto d'un tavolino da caffè, mentre l'arrivo di Burri e Capogrossi suscita scandalo. Può apparire strana la sua applicazione ad opere "basse" come il design e la moda anche dopo l'arrivo del successo artistico ed economico, ma tutto ciò rientra nella sua aperta concezione dell'arte:

"Fare dell'arte è una delle manifestazioni dell'intelligenza dell'uomo; difficile stabilirne i limiti, le ragioni, le necessità. [...] L'unica libertà è l'intelligenza" (2).

Luciano Colavero

 

 

 

(1) Roccamonte, quattro acqueforti, con una nota di Valerio Volpini, e una conversazione con Enrico Crispolti, Ca' Spinello, Urbino, 1977. (Torna)
(2) Lucio Fontana, Galleria del Naviglio, Milano, 18 aprile 1953. (
Torna)

 

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© 1998 - by Luciano Colavero - E-mail: malucol@tin.it

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