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La Redazione dell'Opificio

Elvio affila la tastiera
commenti prosaici in ordine sparso


La fiaba - di Giulia
Di perle, sassi e cuccioli - di Cristina
Il mancato incontro - di Gabriel
Prima del grande salto - di Filo Sganga

La fiaba - di Giulia

La fiaba di Giulia e' veramente impegnativa, giacche' mette in campo temi fondamentali e assai ardui da trattare. Primo : il rapporto adulti-bambini. Quanta della spontaneita' dei bambini altro non e' che il rimando impietoso di cio' che gli abbiamo dato ? Quanto, di quel che scorgiamo in essi, altro non e' se non cio' che portiamo gia' dentro ; attivato, magari, dall'immediatezza del rapporto ? E ancora, la solitudine. A un tempo tremendo baratro di paura e condizione ineliminabile dell'essere umano. E ancora, la morte. Ultima tappa che ci cancella e sprono costante a cercare l'illusione, a rincorrere il bello. Insomma un racconto tenero e pieno. Voglio in ultimo segnalare il pensiero che piu' mi ha colpito, il piu' penetrante e squarcio di novita' : la solitudine, direi il dolore, della mancata risposta. Quando muoviamo una richiesta, muta o espressa, e manca l'appiglio di un ritorno, qualunque sia, constatiamo l'inconsistenza, la trasparenza, l'inutilita', l'inesistenza. Brava Giulia.


Di perle, sassi e cuccioli - di Cristina

-Ciao Cri, come va ?
-Ah, sei tu ? bene bene e tu ?
-Benone. Senti, domani come stai messa ?
-Come 'come sto messa' ? Ti capisco mica !
-Domani ho mezza giornata libera, si potrebbe andare al parco.
-Senti, non svicolare. Ti ricordo che sei qui per la poesia.
-Quale poesia, Cri ?
-Ma come quale ? Di perle, sassi e cuccioli.
-Ah, si' si', la poesia ! Bella, bella. Allora domani ?
-E si', credi che te la cavi cosi'. Devi fare una critica articolata.
-Articolata ? Quelle che iniziano 'Lautrice, ponendosi dal punto di vista di un cucciolo, ci mostra l'universo sentimentale in una notte stellata inondata dalla luce lunare' quella ?
-Si', quella.
-Che poi continua 'Con un linguaggio scomposto, a tratti surreale, ci guida tra i rimorsi e gli affetti'
-Vedi che la sai ?
-Senti Cri, se devo essere sincero, a me la tua poesia un po' mi confonde, sai ? Che vuol dire "la mente rincorre il mio corpo raccolto nel tuo" ? Sembra piuttosto un'immagine erotica, sembra. Non e' che tu, con 'sta storia del cucciolo racconti il tuo amore ? la tua particolare visione dei rapporti tra esseri viventi ? Ammazza che faccia ! l'ho detta grossa ?
-Tu e i tuoi psicologismi del cacchio.
-Non ti arrabbiare, dai. Ti ho detto che e' bella, che ha stile e contenuto, che e' originale, che piglia l'animo e l'attanaglia ! che altro ? Ecco, potrei dire cosi' : 'Un cucciolo in una notte di luna, accovacciato col muso tra la coda, sperimenta i suoi primi tormenti : la scodella all'uscio, e' piena di latte o e' senza ?'


Il mancato incontro - di Gabriel

La persona che non si e' mai incontrata non ha una peculiarita' sua propria, bensi' le caratteristiche che noi gli doniamo. Allora vediamo in lei le qualita' che ci affascinano ma, irreale, ci sfugge. La persona che non si e' mai incontrata siamo noi stessi, la proiezione di cio' che ci manca, la meta' vuota della nostra anima. E' un tema estremamente interessante codesto, e strumento potente di indagine sulla nostra psiche. Potrebbe essere notevolmente sviluppato ma gia' queste poche righe colgono il nucleo centrale della quistione : il rammarico per non essere completi, la nostalgia di ricongiungerci con la parte mancante, l'amara consapevolezza della vanita' di ogni sforzo.


Prima del grande salto - di Filo Sganga

Filo riporta in auge uno sport molto praticato una volta, oggi in disuso, credo. Il salto degli scalini era veramente una gara importante tra i ragazzini delle elementari e ogni anno aveva un numero da raggiungere. Oltre gli otto-dieci scalini senza rincorsa, tra la quarta e la quinta, cio' che diventava difficile era reperire le scale adatte ; quando se ne trovava una era una scoperta. Bello lo scritto, uno schizzo riuscito. Il lettore partecipa alla trepidazione del piccolo, lo incoraggia, ma si chiede anche da dove diavolo stesse saltando. Tanto che, quando sente che atterra su lastroni di cemento, aih ! una stretta al cuore lo prende, adesso s'ammazza. Invece il trionfo e la gloria. Bravo Filo. La strofa migliore (scusa se mi permetto), che definirei pascoliana :

Ecco, inizio a tirare indietro le braccia, le mani, le spalle.
Nessuna rincorsa.
Solo staccare i piedi da terra, con tutta la forza.
E giu'...


Elvio Cipollone


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