In
queste pagine vogliamo raccogliere le nostre, le vostreXstorie
X- Madrid di MariaRosaria
Vacca
X- Sansevero
di MariaRosaria Vacca
X- MADRID di MariaRosaria Vacca
La storia raccontata di seguito e' assolutamente vera, nell’accezione
di vero inteso come insieme di fatti ed eventi che solo ad alcuni capitano
o meglio che capitano a tutti ma solo alcuni riescono a vedere, o meglio
solo alcuni hanno voglia, intelligenza, sangue freddo ed equilibrio mentale
per seguirne l’evoluzione e per accettarne le soluzioni senza cadere in
preda al panico..
“Correva l’‘anno mundialis’ 1982, quando per le mie vacanze optai per
un tour in Francia e Spagna che toccava varie localita’ tra cui Madrid.
Viaggiavamo in gruppo con pulman G.T. insieme ad una mia carissima
amica, di nome Anna, con la quale condividevo la camera. A Madrid scendemmo
all’hotel Zurbago sull’omonima Calle, situato in zona centrale ed all’epoca
di prima categoria. Effettivamente l’albergo era molto bello tutte le camere
con bagno in stanza, ed arredate in stile con molto gusto anche se a mio
parere un po’ pesante.
L’organizzazione del viaggio prevedeva, e vedremo poi per fortuna,
un solo pernottamento.Arrivate nel primo pomeriggio decidemmo di riposare,
ma qualcosa ci impediva di prendere sonno, o di sonnecchiare tranquillamente.
Infatti Anna si era da pochissimo tempo appisolata quando con un soprassalto
si sveglio’ portandosi le mani alla gola, dicendo che, stranamente si era
sentita come soffocare o meglio letteralmente mancare l’aria.
Prima di cena la mia amica usci per acquistare alcune cartoline ed
io rimasi sola nella stanza. Non trovavo pace, un senso di inquietudine
mi attanagliava e soprattutto avevo la sensazione di non essere sola! Mi
innervosii talmente che decisi di tenere la porta della camera aperta finche
Anna non fosse tornata. Ovviamente a cena non le dissi niente per non turbarla.
A fine serata tornammo in camera e, senza rendercene conto razionalmente
ritardammo il momento di andare a dormire. Comunque passata l’una ci coricammo
e fu l’inizio dell’incubo. Come appoggia la testa sul cuscino le mie orecchie
si riempirono di grida di terrore, come se fossi stata testimone uditiva
di una scena di panico.
Mi sentivo circondata da presenze invisibili che chiedevano aiuto che
io non ero in grado di dare. La mia mente era dolorosamente piena di urla,
richieste di aiuto, pianti. Tutto senza alcuna immagine. Poi cominciai
a sognare che Anna, la mia amica, era seduta al centro del letto e non
riusciva a dormire. Sempre in questo sogno Anna si alzo’ e venne a sedersi
su una cassapanca, che effettivamente c’era nella stanza, e sempre nel
sogno comincio’ a spiegarmi i motivi della sua insonnia . Erano identici
ai miei : urla di terrore agghiaccianti e richieste di aiuto di cui ne
io ne lei ne avevamo compreso la ragione. Alla fine mi svegliai e vidi
che effettivamente Anna era seduta al centro del suo letto. Le chiesi il
perche’ titubante mi spiego’ che aveva fatto uno strano sogno , quale?
‘ Il mio stesso sogno! ‘ Eravamo terrorizzate, troppe coincidenze! Cosa
era effettivamente successo in quella stanza o in quell’albergo?
Senza nemmeno guradare che ora fosse ci preparammo velocemente e poiche’
dovevamo comunque ripartire scendemmo nella hall con i nostri bagagli.
Il portiere ci guardo’ meravigliato visto che erano le 06,30 del mattino
e la partenza del nostro gruppo era prevista per le 08,30, ma molto educatamente
non fece commenti. Quando scesero gli altri partecipanti al tour, avevano
tutti un’espressione piuttosto strana, certamente non riposata io tantomeno
serena . Quando dopo colazione salimmo sul pulman, qualcuno ruppe il ghiaccio
e scoprimmo che nessuno aveva in realta’ dormito quella notte . Tutti erano
stati vittime di incubi piu’ o meno simili al nostro! Fu una scoperta veramente
sconcertante.
Qualche anno dopo parlandodi questo strano episodio con una mia conoscente,
che era stata spesso in Spagna poiche’ aveva una sorella che viveva li,
questa mi disse di ricordare di una tragedia avvenuta qualche tempo prima
del mio viaggio, in cui un lussuoso e grande albergo del centro di Madrid
era stato devastato da un’incendio e molte delle persone che vi si trovavano
erano rimaste vittime del rogo!
Se vuoi prova a fare due piu’ due come all’epoca feci io! Di certo
in quell’albergo, comunque si chiami oggi, io non ci metterei mai piede.
Voglio fare alcune precisazioni a quanto ti ho raccontato
1) All’epoca dei fatti avevo poco o piu’ di ventanni ed era il mio
primo viaggio all’estero, e volevo escusivamente riposare, e visitare luoghi
che non conoscevo, lo spirito quindi era quello di una vacanza tranquilla
e spensierata (questo giusto per dire che non me la sono andata a cercare
tipo vacanza in Scozia con annesso fantasma )
2) Sono passati 16 anni ma il ricordo di quegli strani episodi e’ ancora
cosi’ vivo e presente cosi’ come l’immagine di quell’albergo della mia
camera arredi compresi, che per la mia memoria e come se fosse accaduto
ieri “ ^
X-SANSEVERO di MariaRosaria Vacca
La storia riportata di seguito non e’ capitata direttamente a me come
X-Madrid, ma ad una mia carissima amica degna della massima fiducia. Le
assegnerò un nome di fantasia per rispettare la sua privacy - Stefania
è di origine calabrese ma quando era ancora in tenera età
i suoi genitori si erano trasferiti in Canada per motivi di lavoro.
Di tanto in tanto rientravano in Italia per brevi periodi, fino a quando
non decisero che era venuto il momento di lasciare definitivamente il Canada
e stabilirsi nel loro paese di origine. Stefania aveva completato gli studi
superiori in Canada e decise di iscriversi all’Istituto Orientale di Napoli,
una fra le piu’ importanti facoltà di lingue d’Europa, al fine di
sfruttare al meglio il suo bilinguismo.
Gli istituti universitari di Napoli, ed in particolare quelli a carattere
umanistico, sono per lo più dislocati nel centro storico della
città, nel tratto finale del Decumano Maggiore (comunemente detto
Spaccanapoli per le caratteristiche di essere un lungo rettilineo che taglia
in due l’anticio centro cittadino). Lungo questa via si incontrano i più
bei tesori artistici della città, racchiusi in chiese e palazzi
monumentali, testimonianza di pietra e marmo della storia e dello spirito
del popolo napoletano.
Uno di questi monumenti è la Cappella Sansevero. Per chi non
lo conoscesse, Raimondo di Sangro, VII Principe di Sansevero è
una delle figure più inquietanti della storia di Napoli. Vissuto
nel XVIII secolo, uomo coltissimo ed a suo modo anticonformista, fu alchimista,
scienziato, inventore, massone, anche se dal popolino era considerato un
mago, anzi quasi uno stregone, era infatti chiamato dal volgo “Principe
Riavulo” (Principe Diavolo).
Dal suo laboratorio spesso provenivano suoni e rumori inconprensibili,
si udivano degli scoppi e tutto questo non faceva che aumentare l’aura
di mistero che lo circondava.
Come si può immaginare, Stefania conosceva pochissimo l’Italia,
per niente Napoli e men che meno aveva familiarità con il Principe
Sansevero, ma soprattutto aveva una mentalità ed un’educazione scevra
da qualsiasi superstizione.
Trovò alloggio in un appartamento per studenti proprio nelle
vicinanze di palazzo Sansevero, che all’epoca era in ristrutturazione .
La stanza che Stefania condivideva con un’altra ragazza, affacciava
proprio sull’impalcatura che circondava l’antica costruzione; i teloni
e soprattutto le luci notturne di sicurezza conferivano ad esso un aspetto
piuttosto spettrale come di un palcoscenico di un teatro in rovina.
Una sera che Stefania era sola in casa fu attratta da un’ombra che
si aggirava sui ponteggi. Balzava di qua e di la in una sorta di strano
balletto, praticamente saltando da un’impalcatura ad un’altra con leggerezza
incredibile, il tutto illuminato da una luce accecante e multicolore che
proveniva dal rosone gotico della facciata centrale del palazzo Sansevero.
La presenza dei teloni e delle luci multicolori provenienti dal rosone
rendevano irriconoscibile la figura e Stefania si convinse che fosse un
operaio che si era trattenuto fuori dal normale orario ed alle prese con
qualche lavoro urgente.
Quando la sua compagna di stanza rientrò le raccontò
l’accaduto e questa la guardò con aria piuttosto perplessa, commentando
semplicemente che era strano ma probabile.
Dopo qualche sera lo spettacolo si ripetè; di nuovo Stefania
era sola in casa ed anzi ebbe l’impressione che i movimenti ed i balzi
si facessero più audaci quando lei osservava con più attenzione
la scena.
Quando provò a raccontare di nuovo l’accaduto alla sua amica,
notò che questa la guardava con aria non più incredula ma
preoccupata.
Decisero che il giorno seguente avrebbero chiesto agli operai del cantiere
ed ai responsabili della Cappella Sansevero se qualcuno degli operai si
era trattenuto fino a tardi e del perche’ nonostante i lavori tenessero
il rosone illuminato; in ogni caso li avrebbero avvisati che qualche incosciente
di sera usava i ponteggi per fare strane passeggiate.
Le maestranze reagirono con stupore alle notizie e confermarono che
nessuno di loro si era trattenuto fuori dall’orario di lavoro, ma lo stupore
fu ancora più grande da parte delle ragazze quando, affrontando
l’argomento del rosone, si resoro conto che questo era si un bel rosone
gotico di pietra ma privo di qualsiasi sistema di illuminazione o vetrata
colorata.
Per qualche giorno le ragazze tennero le impalcature “sotto osservazione”
ma non accadde nulla e quindi si convinsero che i responsabili avevano
provveduto affinchè le strane incursioni terminassero. Ma si sbagliavano
.
La scrivania che Stefania utilizzava per il suo studio era appoggiata
alla parete alla cui destra c’era la finestra della camera. Di sera una
lampada da tavolo proiettava la sua luce anche sul muro e la commistione
con le luci provenienti dalla strada ed in particolare dal cantiere creava
strani giochi d’ombra. Anche quella sera Stefania era sola, stava studiando
per un esame ormai vicino, stanca alzò gli occhi dal libro e notò
che la luce su muro proiettava una serie di punti vicini, istintivamente
li unì con un tratto di matita e senza che se ne rendesse conto
sulla parete si formò l’immagine di un viso seminascosto da un cappuccio!
Stefania sobbalzò, si girò di scatto verso palazzo Sansevero
e la misteriosa figura era di nuovo lì avvolta in un mantello scuro.
Quasi avesse avvertito l’attenzione di Stefania si esibì in una
serie di balzi impossibili letteralmente volteggiando nell’aria, con il
mantello svolazzante ad imitar nere ali sinistre. Nell’attimo in cui il
vuoto fra due teloni le permise di intravedere il volto Stefania rimase
agghiacciata: era quello raffigurato nello strano disegno che si era formato
sul muro.
Per lei fu decisamente troppo, svenne e fu così che la sua amica
la trovò.
Non ebbe il coraggio di raccontare quello che le era realmente successo,
anche perché lei stessa voleva attribuirlo ad una suggestione; disse
semplicemente che aveva avuto un capogiro forse dovuto alla stanchezza.
Nei giorni successivi decise di visitare l’ala ancora aperta al pubblico
della Cappella Sansevero acquisì materiale riguardante la vita del
Principe, ma soprattutto prestò orecchio alle leggende raccontate
dalla gente dei vicoli. Non le necessitò molto tempo per venire
a sapere che si tramandavano voci di strane apparizioni notturne del Principe
anche perché la tradizione popolare vuole che egli sia resuscitato
grazie ad una pozione da lui ingerita prima di morire.
Stefania cominciò a convincersi che quelle apparizioni non erano
un caso, soprattutto non era una coincidenza che avvenissero esclusivamente
di sera quando lei era sola in casa. Erano sempre accompagnate da luci
accecanti che di sicuro non erano reali.
Comincio’ ad avvertire strani malesseri, a deperire inspiegabilmente
e la situazione peggiorò quando conobbe il ragazzo che poi è
diventato suo marito. A lui trovò il coraggio di raccontare quello
che le stava accadendo. Consultarono insieme diversi medici che attribuirono
il suo stato di prostrazione fisica a stress o a esaurimento da studio.
La cosa apparentemente inspiegabile ad un’analisi razionale era che
i malori si accentuavano quando lei era sola in casa ed in concomitanza
con le apparizioni di cui lei sola era spettatrice.
Stefania ed il suo ragazzo, che chiameremo Antonio, decisero che le
spiegazioni razionali non facevano al caso loro; Antonio le trovò
un altro appartamento ben lontano da palazzo Sansevero e nel giro di poco
tempo Stefania si ristabilì completamente. La sua compagna di stanza,
così come le altre studentesse che occupavano quell’appartamento
, non notarono mai nulla di strano su quei ponteggi né durante la
permanenza di Stefania in quella casa né dopo la sua partenza.
Quando sono venuta a conoscenza di questa storia non mi sono accontentata
delle possibili spiegazioni razionali, per alcuni semplici motivi. Anch’io
ho frequentato l’Università ed ho studiato spesso con studentesse
fuori sede che abitavano nei pressi della Cappella Sansevero ed anche loro
erano a conoscenza delle “voci dei vicoli” sul Principe Riavulo per cui
sapevo già per cosi dire di avvenimenti strani legati al mondo di
Sansevero. Inoltre ho visistato più volte sia la cappella che il
“laboratorio” del Principe e confesserò di aver provato delle “sensazioni”
a dir poco inquietanti. Ho quindi dato per scontato che quanto era accaduto
a Stefania non solo fosse vero (e questo prima di tutto per la stima che
ho di lei) ma che avesse una sua spiegazione (!) nel paranormale.
Dalla consultazione di testi che trattano tali argomenti ho ricavato
le seguenti conclusioni, lasciando tutte le spiegazioni possibili a chi
sarà in grado di darne.
a) E’ possibile che l’energia vitale di soggetti dalla fortissima personalità
(di sicuro il Principe di Sansevero apparteneva a tale categoria) rimanga
legata al luogo dove essi hanno vissuto ed operato e possa manifestarsi
in vari modi.
b) E’ possibile che persone particolarmente sensibili percepiscano
tale energia e le sue svariate manifestazioni.
c) Quando un soggetto “sensibile” si trova di fronte ad una manifestazione
forte come quella descritta, spesso prova un senso di “svuotamento” perche’
e’ come se la sua energia vitale venisse assorbita da quella che si sta
manifestando, tale fenomeno viene chiamato nella letteratura specializzata
“effetto vampiro”. L’unico rimedio è proprio quello di allontanare
il soggetto dal luogo delle manifestazioni. ^
Scrivete a: giovanni.secondulfo@inwind.it
Scrivete a: maryrose_na@hotmail.com
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