Leggende e tradizioni
VANNOZZA CATTANI

  Le vicende di Rignano si intrecciano con uno dei personaggi più discussi dell’intera storia italiana: Rodrigo Lanzol Borgia. Nato nel 1431 a Xativa vicino a Valencia, era figlio di Jofrè gentiluomo di medie fortune e di Isabella Borja sorella di Calisto III. Dopo aver studiato per sette anni a Bologna fu nominato dal proprio zio dapprima vescovo di Valencia, poi cardinale diacono di San Nicolò in carcere e poco più tardi vicecancelliere della Chiesa. Sotto il successivo pontefice, Sisto IV, fu nominato vescovo di Porto ed inviato come legato in Spagna. Un anno dopo, di ritorno dalla sua missione, sopravvisse ad un naufragio salvandosi a stento sulla costa pisana, mentre centottanta sui compagni di viaggio, tra i quali tre vescovi, morirono sotto i suoi occhi.
Dall’eredità di Callisto, suo zio, e da quella di suo fratello don Pietro Luis conseguì enormi ricchezze destinate con il tempo ad essere ulteriormente incrementare tanto da essere considerato il più ricco di tutti i cardinali. Non amava però lo scialo. Alla bella persona univa un’indole appassionata che esercitava un’attrattiva magnetica sulle donne. Ebbene, egli stesso,  rimase affascinato prima dai vezzi poi dall’intelligenza di una donna di Rignano a cui rimase strettamente legato come solo avrebbe potuto essere  un vincolo coniugale comunque per lui  impossibile data  la sua posizione di alto prelato.
Sulla piazza oggi intitolata ai Borgia esiste una casa (ahimè, non so quale!) che conserva qualcosa di medioevale. Si dice che sia appartenuta a Giovanna Cattani  detta Vannozza. Si racconta che il futuro papa transitando a Rignano si fermò per attendere l’allestimento del convoglio che con grande fasto doveva condurlo a Roma. Durante la breve attesa vide la Cattani e se ne invaghì.
Nata nel luglio del 1442 da una famiglia romana  di non alta nobiltà divenne da quel momento l’amante del cardinale Borgia a cui avrebbe dato quattro figli: Cesare, Giovanni, Jofrè e Lucrezia.  Figli, comunque, non riconosciuti dal Borgia ma solo, successivamente, adottati. Il cardinale, infatti, fece sposare la sua amante con Domenico Ianotti de Arignano, dottore in legge. Più tardi, verso il 1480, la Cattani si unì a Giorgio de Croce, nobile milanese, che il Borgia fece nominare alla carica di scrittore apostolico. Morto quest’ultimo nel 1485, Vannozza si rimaritò con Carlo Canale, mantovano,  che in documenti posteriori  al 1490 è chiamato scrittore della Penitenzieria ed in altri  del 1498 è detto “soldano” cioè preposto della torre di Nona.
Vannozza Cattani aveva cinquant’anni quando il suo vecchio amante diventò papa. L’anno successivo Alessandro VI eleggendo suo figlio Cesare cardinale fece dichiarare che costui era figlio di Domenico de Arignano. In quel tempo la passione si era spenta ma durava ancora l’attaccamento tanto che ella dopo la morte del papa firmò alcune lettere, dirette a sua figlia Lucrezia, duchessa di Ferrara,  con il nome di Vannozza Borgia Cattani.
Morì il 26 novembre 1518 all’età di settantasei anni. Il Giovio che la conobbe personalmente la chiama donna perbene: “se non altro fu tale in vecchiaia quando con opere di pietà cercò di espiare i suoi peccati giovanili come fanno tante altre donne della sua razza e come fece la sua celebre figlia”.
Una curiosità: chissà se in quel lontano giorno del ‘400 qualche rignanese assistendo  alla scena poté lontanamente immaginare che l’incrociarsi di quei due sguardi avrebbe così profondamente cambiato la storia d’Italia.
     A. S.
 
 
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