Questo messaggio è stato scritto nel febbraio 1996, in occasione del decimo compleanno della preghiera cittadina.
Buon
compleanno Preghiera Cittadina Mensile
"Abbiamo pensato che fosse giusto
ricordarlo soprattutto per coloro che, essendo più giovani, hanno scoperto la preghiera
solo da poco.
É giusto ricordarlo non per fare commemorazioni o per fare i nostalgici, ma per prendere
coscienza di un dono grande, grandissimo dello Spirito Santo alla città e a ciascuno
personalmente e per rendere grazie a tutti insieme a Dio per questo suo dono.
Volevamo raccontarvi come é nata e come é cresciuta questa esperienza che per molti é
diventata ormai una consuetudine, in modo da comprendere quello che ha rappresentato e
rappresenta per Genova.
In fondo si potrebbe cominciare proprio con un " Correva l'anno 1985..."
Già da molti anni alcuni giovani partecipavano agli incontri europei di fine anno
organizzati dalla comunità di Taizé. Questi giovani genovesi appartenevano a realtà
ecclesiali diverse: chi proveniva dall'Azione Cattolica, chi dallo scoutismo, chi da
comunità parrocchiali diverse, chi.. da nessuna realtà particolare (i così detti
"cani sciolti"). Dall'incontrarsi e dal conoscersi é nato naturale e spontaneo
il desiderio di rivedersi con continuità nella propria città, al di fuori degli impegni
di gruppo o di servizio di ciascuno, per condividere la cosa più semplice e unificante :
la preghiera.
Così dopo l'incontro europeo di Barcellona ( 29/12/1985 - 3/1/1986 ), quando la comunità
di Taizé suggerì di continuare il "pellegrinaggio di fiducia" nelle proprie
città, i genovesi che parteciparono a quell'incontro furono ben lieti di accogliere
l'invito e, una volta tornati a Genova, si incontrarono e decisero di darsi un
appuntamento fisso per condividere un momento di preghiera : ogni mese per non interferire
con le altre attività, la domenica sera, momento più libero dagli impegni associativi (
inizialmente era la prima del mese ), in un luogo il più possibile semplice ed
essenziale. La scelta cadde sull'Abbazia di S. Stefano, sopra via XX Settembre. Essa
infatti possiede una bellissima cripta che sembrava fatta apposta per ciò che si voleva
organizzare. In città, veramente, esisteva già una preghiera su quello stile, nella
chiesa di S. Camillo, ma a cadenza settimanale e forse anche per questo non molto
partecipata.
Lo stile scelto fu quello
delle preghiere che si svolgevano a Taizé e durante gli incontri europei : si sottolineò
la centralità della Parola e l'importanza del silenzio per la meditazione, accompagnati
dai tipici canti ripetitivi. E così si é conservata fino ad oggi, anche se,
naturalmente, quei 15 giovani che iniziarono ora sono molti di più. La denominazione
"Preghiera Cittadina Mensile" fu istituita da subito per rispondere all'esigenza
di essere il più possibile universale, libera da qualsiasi "schieramento" ;
doveva essere la preghiera della città, dei suoi giovani, credenti di ogni professione,
gruppo, associazione. Apparve subito chiaro che questa intuizione "ecumenica"
era rivolta soprattutto ai giovani cattolici spesso tradizionalmente divisi in gruppi e
correnti, e fu presto indirizzata a sviluppare un'unità tra cattolici, primo ed
indispensabile passo verso una comunione tra credenti di diverse professioni.
Intanto mese dopo mese l'essenzialità della preghiera richiamava sempre più persone e
presto la cripta divenne troppo piccola per contenere tutti e la preghiera abbandonò la
cripta e si trasferì "nella chiesa grande". Una delle caratteristiche
fondamentali di questa preghiera era il fatto che era nata spontaneamente dai giovani,
portata avanti dai giovani e vissuta da essi. Non c'è mai stato un capo o un
responsabile. Non é mai stata la preghiera dei giovani di "don X", o
"padre Y", e questo ha sbalordito molti, compresa una parte del clero genovese,
testimone di una spontanea ricerca dei giovani di una spiritualità profonda, spinti solo
dal desiderio dell'incontro con Dio.
La "democratica partecipazione" é stata da sempre la ricchezza di questa
preghiera, alimentata da tutti coloro che avevano un po' di tempo e qualche idea. Ogni
settembre un gruppetto spontaneo decideva ( e decide tuttora) quale poteva essere il
cammino che quell'anno poteva aiutare a riflettere. In questi anni abbiamo meditato su
come incontrare Gesù, sulle diverse figure di donna nel Vangelo, sul Padre Nostro, sui
diversi modi di pregare, su come aprirsi al mondo e agli altri, sulle Beatitudini, ecc.
Così tanti partecipanti obbligarono ad interrogarsi su quale potesse essere la vocazione
alla quale la preghiera era chiamata per il bene della città. Per capire tutto ciò
chiedemmo consiglio ai freres di Taizé che negli anni avevano continuato a sostenerci
spiritualmente, e al Cardinale Canestri al quale ci presentammo offrendo la nostra
disponibilità.
Ci si rese conto che la ricchezza della preghiera era proprio quella di essere un luogo
assolutamente aperto, un luogo di incontro libero e fecondo, e che la sua vocazione
rimaneva essenzialmente quella di essere un segno di comunione tra cattolici e una porta
aperta per il "lontani". Non aveva senso però istituzionalizzarla all'interno
di una pastorale ben definita, anche perché era necessario, comunque, lasciare uno spazio
possibile per unire tutti i credenti anche delle altre confessioni, secondo l'intenzione
primitiva.
Il numero dei partecipanti cresceva mese dopo mese, e fu necessario fare alcune modifiche
alla struttura della preghiera per renderla più accogliente per tutti . Era il 1991 e
dopo 5 anni ormai a S. Stefano non ci si stava più.
Ci si trovava ancora una volta davanti a scelte da fare che in un certo senso
rappresentavano dei concreti passi di crescita.
Pensando ad una chiesa più grande ci si accorse che 700 giovani che ogni mese arrivavano
da tutte le parti della città per stare insieme, pregare e condividere se stessi, erano
un forte segno di speranza per una Genova sempre così divisa e problematica. Così si
pensò che questo segno doveva essere portato al cuore del disagio della città : in
centro storico.
Per questo ci spostammo nella chiesa di S. Siro dove ci ritroviamo ormai da 5 anni.
La storia della Preghiera Cittadina Mensile non é fatta solo di momenti di crescita e di
ottimismo. Ci furono anche molti momenti di smarrimento e di stanchezza, soprattutto
quando le forze non bastavano mai e solo pochi erano in grado di dare la propria
disponibilità per la preparazione. Anche ora é necessario che tutti coloro che hanno un
grazie da dire a questa Preghiera, lo esprimano con la loro collaborazione attiva alla sua
organizzazione.
Molti di noi sono diventati adulti accompagnati da questo appuntamento, e ciò che ha
rappresentato il pregare in un certo modo e con tanta gente che condivideva molto del
nostro essere, é stato fondamentale per crescere e maturare quelle scelte di vita e di
vocazione che ora molti stanno percorrendo.
Attraverso dei giovani
e la loro preghiera, per 10 anni la voce della città e del mondo intero si é fatta
concreta, esprimendo il mistero della vita e della morte, della gioia e del dolore,
dell'emarginazione e della solidarietà davanti alla croce del Cristo.
Molte volte ci siamo chiesti quale é il segreto del successo di questa Preghiera.
Forse non c'è nessun "segreto" : Dio ha scelto semplicemente di abitare tra noi
nel silenzio, nella Parola e nel canto ed ha rinnovato la grazia della Sua presenza mese
dopo mese per 10 anni. Non ci sono stati "eroi fondatori" ed " eroi che
portano avanti la baracca". C'è solo lo Spirito che ci chiede di operare attraverso
il cuore dei giovani, spesso dibattuti ed incerti. Ed é un passaggio che non lascia mai
come prima, ma deposita dentro l'anima di chi l'accoglie , il seme del Suo Amore e la Sua
promessa di fedeltà.
Molta la strada ancora da percorrere, anche perché le sfide del nostro vivere sono molte
e nuove ogni giorno.
Non dovrà mai mancare la capacità di fermarsi per capire dove si deve andare e a quali
bisogni rispondere. Genova sta diventando sempre più chiusa, intollerante, spesso
egoista, e questi giovani che si incontrano per prendere coraggio nell'incontro con Dio,
sono un potenziale e un forte strumento per iniziare un cammino di apertura, di ascolto,
di accoglienza, capaci di avere una meta sempre più "mondiale" , come sempre
più "mondiale" sta diventando la loro realtà.
Qualsiasi strada si intenda percorrere, solo un cammino di fiducia nelle mani di Dio
potrà aiutare a rispondere in pienezza a ciò che Dio stesso ha pensato e sognato per
questi giovani, per ciascuno di loro singolarmente e per loro come comunità dell'oggi e
del domani."