Ore Giovannee: cosa sono?
L'espressione "ore giovannee" è nata a Taizé durante gli incontri settimanali per designare dei momenti di silenzio e condivisione sulla Parola di Dio. Ma perché delle "ore giovannee"? Per cercare di ascoltare, seguendo l'apostolo Giovanni, la voce di Cristo. Per san Giovanni, forse più che per gli altri autori biblici, essere con Cristo non vuol dire solo acquisire delle conoscenze, ma prima di tutto riconoscere la voce di Colui che i nostri cuori amano (cfr Gv 10.3-5).

Allora, come leggere la Bibbia per ascoltarvi la voce di Cristo? Abbiamo bisogno di silenzio, poiché nel fluire di parole e rumori che ci arrivano e si impongono alla nostra attenzione, la voce di Cristo rimane discreta. Ma abbiamo anche bisogno di condividere, di comunicare ciò che abbiamo ascoltato e ascoltare quello che altri hanno capito. Nessuno può, da solo, cogliere la pienezza di Cristo.

L'idea delle "ore giovannee" è nata dall'esperienza della vita quotidiana. A causa del lavoro o degli studi, spesso è impossibile trovare dei periodi di silenzio, ma ciascuno può, ogni tanto, riservarsi una o due ore per entrare in una chiesa, oppure restare davanti ad un'icona nella propria stanza o ancora ritirarsi nella solitudine della natura, e là, nel silenzio, meditare un testo della Scrittura per ascoltarvi la voce di Cristo.

L'intenzione delle "ore giovannee" è anche quella di favorire una condivisione. Concretamente si può fare questo in diverse maniere: alcuni amici di una parrocchia o di una città si possono ritrovare alla fine di un pomeriggio per leggere insieme, ad alta voce, il testo biblico; poi, dopo una o due ore passate in silenzio, finiscono con un momento di scambio e di preghiera. Oppure, se non è possibile trovare uno stesso momento libero per tutti, si può fissare in anticipo il giorno in cui ciascuno, in qualsiasi ora della giornata, leggerà e mediterà in silenzio il testo accordato. Alla sera ci si ritroverà a casa di un partecipante o in parrocchia per la condivisione e la preghiera. Altri poi si possono impegnare a leggere e a riflettere sullo stesso testo biblico per tutto un mese, e dopo averlo così assimilato si ritroveranno per uno scambio. Qualunque sia la forma concreta, l'essenziale delle "ore giovannee" sta nel vivere la complementarità dei due elementi del silenzio e dello scambio: la Parola di Dio tocca l'intimità del cuore e riunisce in una comunione.

Durante il silenzio, e ancor di più nello scambio, sarà importante fermarsi su ciò che si è colto senza attardarsi su tutto quello che non arriviamo a capire della voce di Cristo. San Giovanni ha scritto: "Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi... perché la vostra gioia sia perfetta" (1 Gv 1.3-4). Per lo scambio che conclude le "ore giovannee" ognuno si deve dire: "Voglio comunicare agli altri ciò che ho capito e ascoltato di Cristo; non voglio far pesare su di loro le mie incomprensioni o le mie esitazioni, ma dir loro tutto quello che li aprirà alla gioia".
La Parola di Dio è diventata a volte oggetto di dispute; quando questo è capitato, o quando capita ancora, la voce di Cristo è come incomprensibile, la sua parola diventa inaccessibile. La lettura della Bibbia, aniziché essere cibo che dà slancio, diventa allora come un fardello pesante da portare. Attraverso le "ore giovannee" vogliamo scoprire quell'intuizione fondamentale di San Giovanni che scrive che, da sempre, l'unica Parola di Dio è Cristo (cfr Gv 1.1,9): egli contiene, interpreta e illumina la molteplicità dei testi biblici.

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