I poeti usano al massimo la flessibilitá del linguaggio, la sua capacitá di comunicare un significato quando piegato, colmato di elementi nuovi e improbabili, intessuto di significati alternativi ed ambigui. I poeti si esprimono usando le varietá del dialetto Toscano, mischiando registri aulici o poetici con il parlato quotidiano o terminologie scatologiche, il tutto al fine di ottenere effetti satirici rimarchevoli. Caratteristico é l'uso di arcaismi, formulae particolari ed inserzioni di elementi lessicali speciali e altamente creativi e innovativi. Inoltre, i poeti fanno largo uso di metafore, metonimie, similitudini ed allusioni. Il linguaggio poetico del Contrasto permette e richiede un alto grado di creativitá semantica e grammaticale, fino al punto di sembrare che i poeti ignorino la grammatica e la formazione della frase propria dell'Italiano. Il linguista Giannelli (1988:48-50) chiama questo uno stile "a-grammaticale." La precedenza é invece data al suono, e all'organizzazione interna del genere stesso in opposizione ai limiti imposti dalla grammatica "standard." Giannelli nota che nelle ottave c'é un continuo andar contro le regole del parlato quotidiano (1988:58). I poeti posson cambiare, quando lo ritengono necessario all'espressione poetica, la morfologia delle parole, o ricuperare un lessico antico il cui significato si é perso negli anni, e poi attribuir loro un nuovo significato, oppure creare parole nuove il cui significato deve poi essere interpretato dal pubblico, spesso sulla base di assonanza di significato, o semplicemente ricostruito dal contesto della frase. I poeti sembrano ritenere che la licenza poetica debba prendere precedenza sulla necessitá di espressione attraverso un codice comune e facilmente compreso. Per riferirci al sistema ideato da Jacobson, si potrebbe dire che la funzione poetica della lingua prende il sopravvento sulla funzione referenziale. In un certo modo, sta al pubblico imparare a conoscere quest'arte abbastanza da esser capaci di capirla. I poeti negano il linguaggio come puro mezzo di comunicazione e lo ricostruiscono come sacro, libero da regole umane e soggetto soltanto al volere di Calliope, la Musa della poesia. Adottando la teoria Bakhtiniana sul linguaggio, si puo dire che il Contrasto operi come una forza centrifuga all'interno della lingua, verso la sua "anti-standardizzazione." Le lingue dei poeti si moltiplicano, rendendo manifesta e portando ai suoi estremi l'eteroglossia presente nel linguaggio, reinventandolo nel cantato, mostrando al pubblico che linguaggio, poesia ed arte son cose con cui si puó giocare, cose che non devono essere intese solo attraverso un certo canone e punto di vista.