Parrocchia san Nicolò vescovoOrtueri (Nu) Sardegna
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Contiene un troppo sommario cenno storico della chiesa parrocchiale dal 1803 al 1933. Questa chiesa, costruita in sedici anni e rifinita in dieci mesi, fu benedetta nel 1803 dal canonico Giacomo Orrù, già parroco d'Ortueri e allora vicario generale arborense; è dedicata a S. Nicolò, vescovo di Mira (Licia). Sotto Il suo stemma pontificale, collocato al di sopra del portale si leggeva fino al 1890 la data 1802 e la dicitura "eques huius ecclesiae". Ora la pietra tufacea è in parte erosa dal tempo e della data lascia vedere solo 18. La chiesa, oltre ai 4 altari laterali, ha l'altare maggiore dedicato al santo titolare e patrono. Arieggia, in genere, allo stile Rinascimento nella parte interna; la volta centrale è a botte ribassata; quelle laterali a pieno centro. Le volte solide sono di pietra tuface leggera. La facciata vorrebbe riprodurre quella della cattedrale d'Oristano. Le dimensioni più importanti sono: lunghezza m. 29,75; larghezza m. 8,86; altezza, fino all'imposta degli archi m. 9,47; altezza complessiva m. 14,50. Questa, come tutte le chiese, è il vero monumento di pietà dei fedeli; è la manifestazione della fede degli abitanti, la prova perenne dei suoi sacrifici: a Ortueri per due anni si seminò pochissimo, pur di eseguire il trasporto difficile dell'immenso materiale da costruzione. Nel Libro Storico Parrocchiale si fa cenno della chiesetta vicina. Da facili osservazioni e deduzioni, essa era costituita dal vano ora attiguo alla sacrestia di sinistra, ed è delimitata dall'antico cimitero e dallo spazio non coperto fra la parrocchia e l'oratorio delle Anime. Aveva un solo altare e poteva contenere un centinaio di fedeli. Un'altra gran parte di essi doveva stare fuori sotto una specie di tettoia, come si può rilevare dai muri laterali prolungati. Di base rettangolare, la chiesetta primitiva era coperta da una volta solida uniforme, a botte. Era l'antica parrocchia, officiata fino al 1803 e succeduta, come si è detto, a quella ben più antica dello stesso nome: la chiesetta rurale di Santa Maria. Ma una bella chiesa Parrocchiale, e di più con un oratorio vicino, non poteva stare senza un bel campanile. II campanile fu cominciato con la chiesa, ma continuato più tardi. Essendo vice-rettore dr. Palmas, il 1834, se ne visitarono le fondazioni e si eresse un contramuro nella facciata esterna. Nel 1843, il rettore Simone Oppo, trovate salde le fondazioni, ne fece continuare la costruzione fin al termine dell'opera, cioè fino al 1844, somministrando somme ingenti. Non fu scritto il nome del costruttore, conservatoci dalla tradizione: mastro Antonio Paxi da Oristano, valente nelle costruzioni, esigente nei prezzi. Lo stesso rettore Oppo fece costruire la cucina nuova, attigua alla canonica, spendendovi 127 scudi. Il 1 luglio 1860 benedisse la chiesa attigua riattata, dedicata all'Immacolata Concezione, ornandola con una statua dell'Immacolata (eseguita dal cav. G. Zanda (1) di Desulo per lire 175) e col quadro delle Anime (opera del cav. Marghinotti per lire 200). La parrocchia, oltre alla canonica (per il cui uso il parroco deve pagare 10 scudi a favore del legato pio del fondatore rettore Giuseppe Antonio Porru), possiede -dal 1920 al 1849 - i territori denominati Su Riu, Bascusu o Santa Maria, Sas Nughes o Cugumàcoro, Corrighinas, Sa Tanca de funtana morta, Bacu 'e idé, Perda isteddu (parte del chiuso),Sa Telargia, Surgiaga, Zinnicas, Sa Serra, Masongiu 'e nie, Planu de crocài, Montigu 'e sorighe, Ligios: tutti questi territori appartengono alla causa Pia. Il Libro parrocchiale riporta in seguito le visite pastorali dell'arciv. Zunnui (8-6-1896) e dell'arciv. Tolu (20-5-1902): di questo è importante la relazione sulla parrocchia e l'accenno interessante alla questione del baldacchino o arazzo prezioso della parrocchia (se ne parlerà separatamente in un altro capitolo). E' accennata la scuola parrocchiale, istituita dal rettore Giuseppe Frau (nato a Villaputzu e morto ad Oristano, canonico penitenziere): la scuola, dal 1894 al 1906, comprendeva la quarta e quinta elementare, e le prime tre classi ginnasiali. V'insegnarono anche il viceparroco Giovanni Ligia e il parroco teologo Salvatore Murru. Diede sei sacerdoti, tre laureati e due ufficiali. Dal settembre 1903 al marzo 1908 la parrocchia fu chiusa fino alla sua riparazione; fu benedetta e riaperta al culto dal delegato arcivescovile can. Pietro Carta da Belvì. Per cinque anni fu officiato l'attiguo oratorio delle Anime, già chiesa dell'Immacolata Concezione. Il Libro Parrocchiale finisce con le visite pastorali dell'Arcivescovo Piovella (20-22 maggio 1911 e 21 settembre 1919) e dell'arcivescovo Delrio (16-18 settembre 1924, 5-6 maggio 1029 e 29 ottobre 1933).
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