Scegliere l'opzione giusta tra quelle che presentiamo.
Due milioni e trecentomila copie vendute in Germania di Time to say Goodbye, versione inglese della sanremese Con te partirò. Record di tutti i tempi, il miglior destino finora capitato a un singolo. Stessa musica, più o meno, in Belgio, Olanda, Francia, dove Bocelli è entrato di diritto nell'olimpo delle star d'importazione. Forte di questi successi, il 12 maggio, il su cd Romanza ha sfidato la famosa tenuta del mercato impermeabile del mercato britannico agli artisti stranieri (eccezione fatta per gli americani).
E bravo Bocelli che, per dna artistico e per lungimiranza della casa discografica, incarna lo stereotipo dell'italiano. E fonde alto e basso, musica classica e leggera. Come lo dimostra la scaletta dei concerti della tournée europea: "Nella prima parte canto arie d'opera, da Tosca, Werther, Carmen, Bohème, Elisir. Poi passo alle arie da camera, alle canzoni napoletane, ai brani sanremesi e a quelli nuovi.". Risultato: la maggioranza dei concerti finisce con una "standing ovation". Un applauso caldo. E un po' di gradi sono in omaggi all'arte, altri al coraggio umano. La vittoria sull'handicap genera buonismo. Piace l'italiano che non si piange addosso. Abituato a cambiarsi l'abito da tenore a cantante di musica leggera, Bocelli risponde che il suo repertorio ha piena legittimità ed è degno di un vero tenore: "Sono convinto che fra musica classica e leggera ci sia un confine nettissimo. Ma non c'è una musica buona, nobile, e un'altra di serie b. Se si canta, si deve cantare bene. È questo il punto. Bisogna avere voce, studiare, fare le cose con passione. I grandi tenori di tutti i tempi hanno sempre interpretato anche canzoni leggere."
Bocelli l'italianissimo. La sua mistura, Verdi & Sanremo, grande orchestra e motivetto orecchiabile, sono meglio della musica onnivora di Eros Ramazzotti, del candore sonoro di Laura Pausini, del blues di Zucchero o dello swing nostalgico di Paolo Conte, gli altri italiani di esportazione. È un Pavarotti formato mignon, un nuovo rimestatore di generi, romanza e canzone napoletana.
Infiammati dalla passione per Bocelli, gli stranieri credono che da noi sia portato in palma di mano, una sorta di gloria nazionale. L'hanno scambiato per un Maldini o un Del Piero della musica. Pensano che sia un idolo delle masse come lo è da loro, dove le fan lo aspettano fuori dall'hotel e gli scrivono delle lettere infuocate. Nessuno è profeta in patria? Bocelli ha un'unica spiegazione dell'improvviso successo internazionale: "Nel mio lavoro ho messo amore, passione. Ho avuto intorno uno staff capace e che mi ha molto sostenuto. Se ne sono accorti in molti, Certo, di più all'estero".
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