S.PAOLO

di Palazzolo Acreide 

essenze di una neonata devozione

di Gaetano Belverde

Clicca qui' per scaricare gratuitamente lo screensaver della festa del 2001 di San Paolo di Palazzolo Acreide. (fotografie e realizzazione Gaetano Belverde)
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Si entra in fila in un vociare collettivo, i segni della festa appaiono davanti ai miei occhi, le spighe, la cera, i santini.
La gente si muove serpeggiando caoticamente tra la folla, salutando i conoscenti e districandosi tra le antiche colonne spalla a spalla.

Manca ancora un'ora, la frescura mattutina conservata gelosamente da quelle possenti pietre, non stempera la calura degli animi di questa gente che si irraggia intorno a coinvolgere i più freddi.

Schierati nel sagrato ciascuno a suo posto, anno dopo anno, per generazioni insieme, si vocalizza rimbombando tra le fastose dorature della chiesa l'atavico urlo dei fedeli che iniziano in questo modo un rito molto antico e suggestivo.
Prima i più intraprendenti poi via via il resto del gruppo chiedono ciclicamente il sostegno di tutti i fedeli nel ribadire alzando lo sguardo al cielo la comune devozione.

Questa atmosfera riesce a eccitare persino colui che in veste di semplice osservatore si trova nel sagrato e galvanizza letteralmente i fedeli sotto la vara.

Ci siamo, si fa largo tra la gente la vara del santo patrono e delle reliquie; questa viene già sistemata in penombra sotto gli archi di uscita.

La sciuta del 29 Giugno 1998

In questa circostanza, si assiste ad una caotica e perfetta sincronizzazione sposata ad inni urlati tra l'acre sapore della polvere bruciata che si aggrappa alla gola, in simbiosi con i brontolii piu' gravi dei fuochi che scuotono il ventre.
La nebbia si alza al ventinove di Giugno come il piu' umido dei giorni invernali che questa terra conosce.

Ma stavolta la nebbia si alza velocemente facendo spazio alla luce accecante del sole estivo, sotto la vara una borgia,sudore e sofferenza, decine di braccia trasportano vocianti la vara dell'imponente patrono che si affaccia alla piazza tra la devozione dei fedeli.

Un'esplosione cromatica saluta il patrono, le lunghe trecce di "nzareddi" si lasciano sventolare dal caldo vento estivo.

Solo dopo l'uscita della vara si appaga l'aspettativa dei fedeli mentre i bambini tolgono nel sospetto le mani dalle orecchie.
Si dirada il fumo, il serpentone inizia la sua lenta marcia sotto il sole per le minute e antiche vie medievali...
 

La sciuta del 29 Giugno 1998




 
 


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Copyright © 1998 Gaetano Belverde

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