FÉLIX: UN NOME, UNA MISSIONE
È un nome come tanti altri, come il nome di ognuno di noi, che
per alcuni, i più, non dice niente, ma che per altri invece dice
tanto, e molto, ma dice tutto per la persona che lo porta.
Il nome, che per la Bibbia è importantissimo, esprime una scelta
di Dio: cioè siamo chiamati, eletti, fin dall'eternità, da
un Dio che ci ha amati prendendo Lui l'iniziativa; il nome esprime anche
una missione.
Eletti, chiamati per nome, prima della creazione, per una specifica
missione. E questo è stato il modo di pensare e di agire di molti,
di tanti di cui abbiamo avuto notizia lungo i secoli così come tanti
altri anche noi oggi viviamo e siamo protagonisti con una coscienza di
essere eletti, di essere chiamati e aver ricevuto una missione da Colui
che fin dall'eternità ci chiamò per nome, e ci consacrò
per una missione in un tempo determinato.
Benedicto Felix nato in Francia, a Meilhaud, provincia di Auvernia.
Fu chiamato così nel tempo -anno 1859, dicembre 17- dai suoi genitori:
"Benedicto perché questo nome veniva portato da tutti nella
famiglia di mio padre e Felix perché mia madre era devota di San
Felix di Valois, fondatore dei padri della Santissima Trinità"
così scrisse P. Felix nel suo diario.
Senza dubbio la madre, nel considerare la missione di san Felix di
Valois nel tempo, era stata attirata dal suo esempio ad esercitarsi nella
virtù e come lui rispondere alla chiamata, alla scelta di Colui
che nel suo Figlio Gesù, col nome sceglie, chiama e dà una
missione, ma che però ognuno deve scoprire nel nome di Colui che
ha dato un nome, e nel nome, una missione.
E qual è la tua missione, tu, che porti il nome di Felix?
La missione si definisce, si ravviva quando c'è qualcuno che
favorisce la risposta a Dio, la sua chiamata, la sua missione. In maniera
speciale i genitori, e più particolarmente la mamma, aiutarono Felix
in questa impresa. Signore, Dio di amore, che mi vieni incontro, cosa vuoi
che io faccia?
Felix ha il cuore ben disposto, lo riempie Dio; lo ha imparato dalla
sua mamma, Maria Luisa, che lo ha contagiato del suo amore per Dio, e per
Maria, l'eletta e chiamata alla grande missione di essere madre di Dio.
Ha imparato tanto da sua mamma che, fedele alla sua missione di madre,
ha saputo educarlo all'essenziale: sì, da sua madre ha imparato
così tanto che sarà in grado di individuare il segno che
Dio gli darà e saprà cogliere la manifestazione di quello
che sarà la sua missione.
Il giorno arrivò quando il vescovo Mons. Elloy, missionario
della società di Maria, si presentò cercando delle vocazioni
proprio lì dove Felix studia e invitò i ragazzi a fare una
scelta dopo aver presentato loro la grande necessità di quelle terre
di avere missionari che portino la luce del Vangelo, non senza prima far
loro vedere le missioni piene di grandi pericoli, di insuperabili difficoltà,
materiali e morali.
Il missionario, isolato dai suoi fratelli, a molti chilometri di distanza
e circondato dall'oceano alla mercede dei selvaggi che non hanno dimenticato
le loro abitudini antropofaghe e che avevano già mangiato un bel
numero di missionari...
Questa era la realtà esposta da Mons. Elloy a questi quattrocento
ragazzi tra i quali si trovava Felix. E il vescovo missionario finì
dicendo: c'è qualcuno tra di voi che vuole accompagnarmi alle missioni
in Oceania...? Alzi la mano!
Silenzio profondo. Silenzio che dice tutto e allo stesso tempo non
dice niente. Nessuno si mosse. Mons. Elloy si guardò intorno con
profonda tristezza ma nessuno alzava la mano, a quei ragazzi mancava il
coraggio di così tanto eroismo.
Sarà possibile? Tra quattrocento ragazzi nemmeno uno che sia
disposto ad una impresa di questo genere?
All'improvviso un ragazzo alzò il braccio e con voce chiara
e decisa disse: "IO!"
Era Felix Rougier, che molto tempo dopo, commentando questo fatto della
sua vita, quando stava per compiere diciott'anni, diceva: "Quando
Mons. Elloy finì di parlare, guardai attorno e vidi che nessuno
alzava la mano: avvertii interiormente un movimento irresistibile e mi
decisi in un secondo ad andare col vescovo missionario... "
Quell'atto di generosità, proprio del suo carattere, fu l'inizio
di una grande vocazione, Dio non lo chiamava per essere missionario in
qualche piccola isola dell'Oceania, ma piuttosto perché, dopo esser
stato formato alla vita religiosa nella Congregazione dei padri Maristi,
andasse in Messico a fondare la Congregazione dei Missionari dello Spirito
Santo, per essere il missionario, il grande apostolo del divino Padre,
del Verbo Incarnato, dello Spirito Santo e allo stesso tempo fondare altre
Congregazioni religiose di donne che lo riconoscono come padre.
Felix, come se avesse pensato di essere marista sin dalla sua infanzia,
fu risoluto nella sua decisione malgrado gli ostacoli che gli si presentarono.
Una elezione, una chiamata, una missione in un nome, che è espressa
anche nel tuo nome, nel mio nome, questo nome che per molti non dice niente,
ma per altri dice molto, che per te, como per me dice TUTTO!
Felix Rougier, un nome che per molti non dice niente, per tanti dice
molto, per i Missionari dello Spirito Santo, le Congregazioni di religiose
da lui fondate e per quelli che si sono avvicinati alla sua fecondità
come uomo pieno di Dio, che visse fedelmente la sua missione: DICE TUTTO
P. Luis Oscar Figueroa, M.Sp.S.