Il Kairos di Dio

Sono molti i passi della Sacra Scrittura che ci parlano dell'importanza del «tempo« nella vita dell'uomo.

Vediamone qualcuno.

Nel libro dell'Ecclesiaste (3, 1-8) leggiamo che «per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo ....»; il libro di Giobbe ci ricorda che «la vita dell'uomo è come un soffio» (Gb 7,7), «come un'ombra sono i nostri giorni sulla terra...» (Gb 8,9); ancora dall'Ecclesiaste leggiamo che «C'è chi tace, perché conosce il momento propizio ...» (Eccl 20,6); il salmista ricordando la fragilità dell'uomo, innalza a Dio la sua supplica: «Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore....» (Sal 89,12). Anche la Chiesa, tramite la liturgia, ci presenta il tempo della nostra vita come «tempo di salvezza». Basta ricordare il salmo 94 che recitiamo ogni giorno nella liturgia delle ore: «Ascoltate oggi la sua voce, non indurite il vostro cuore...».

Il nuovo catechismo della Chiesa cattolica afferma che «il tempo presente è il tempo dello Spirito e della testimonianza» (C.C.C. 672b); è «un tempo di attesa e di vigilanza»; il «tempo della chiamata alla conversione mentre Dio concede agli uomini il tempo favorevole, il tempo della salvezza» (2. Cor 6,2). È il «tempo di acquistare meriti» (C.C.C. 1732). Grazie alla presenza perenne di Cristo della sua Chiesa e attraverso la missione dello Spirito Santo, veniamo istruiti dalla fede al vero senso della nostra vita temporale, mentre portiamo a termine, nella speranza dei beni futuri, l'opera a noi affidata nel mondo dal Padre, e diamo compimento alla nostra salvezza. (cfr LG 48).

Concepción Cabrera de Armida realizza in pienezza la missione che il Signore le affida nella Chiesa: essere «Croce di Gesù» vivendo la sua vita come «tempo di salvezza», unita all'«UNICO SALVATORE» (At 4,12). Potremmo approfondire ulteriormente questo tema del «vivere il tempo presente come tempo di salvezza» attingendo alla ricchezza che ci viene offerta dagli scritti di Conchita, soprattutto dal suo diario spirituale. Citiamo soltanto alcuni dei passi che interessano questo tema così importante, partendo dal momento di «grazia» che Conchita ebbe il 23 gennaio 1893(1) .

Sappiamo bene che «è Dio che ispira in noi il volere e l'operare» (cfr. Fil 2,13). Il Signore ispira a Conchita ciò che nella sua vita sarà fondamentale: «fare sempre la Sua volontà». Il 23 gennaio 1893, Gesù le dice: «Chiedimi quello che vuoi, oggi non posso negarti nulla». E lei risponde: «Ti chiedo di fare sempre la tua volontà e di salvare molte anime». Ecco il senso che Conchita vuole dare al suo tempo: desidera impiegarlo come tempo di salvezza in favore degli uomini. Dal momento in cui il Signore le fa capire che «la sua missione è quella di salvare anime», lo zelo per la salvezza degli uomini sarà una costante nella sua vita(2). Unita a Gesù Salvatore, Conchita sarà strumento di salvezza per gli uomini, come vuole significare il forte grido che segna la sua vita e quella della «Famiglia della Croce»: «GESU' SALVATORE DEGLI UOMINI, SALVALI!»

Nel novembre dello stesso anno Gesù insegna a Conchita una maniera pratica di realizzare ciò che lei tanto desiderava: «fare sempre la Sua volontà». Potremmo chiamarla la «regola d'oro»:

«Vivi ora per ora. E' facile manifestare il desiderio di voler fare la mia volontà tutta la vita, ma è difficile attuarlo in pratica. Per questo ti dico di vivere intensamente ogni ora, senza pensare alla seguente, come se per te fosse l'ultima. Riempila, abbandonata alla mia volontà, animata dall'unico desiderio di compiacermi. Ripeti: «Si faccia la tua volontà, Padre, Figlio e Spirito Santo. Gloria a te, Trinità Santissima». Rivolgi lo sguardo a Maria e ti prometto che queste ore non saranno mai perse per te. Smetti di agitarti e vieni a me con dolcezza, con gioia, con pace». (D. 1/40; novembre 1893).

Questo insegnamento di vivere la vita come «tempo di salvezza», raggiunge il culmine qualche anno più tardi, quando il Signore consegna a Conchita, e tramite lei a noi, il dono della «Catena d'Amore», vale a dire il «metodo» concreto per vivere la spiritualità di Cristo Sacerdote e Vittima (D. 22/273-274; 27 Marzo 1906).

L'osservanza della «Catena d'Amore» ha senso se viene contemplata nell'ambito di una teologia del tempo, considerata come «kairòs», cioè, come «tempo di grazia»(3). Dal Nuovo Testamento risulta che il Kairòs cristiano è essenzialmente l'epoca della venuta del Signore Gesù, con il punto culminante della sua Passione, e che avrà il suo coronamento nella venuta gloriosa del Cristo. Nell'attesa di questa venuta, Cristo, insieme allo Spirito Santo, continua a venire agli uomini nei Sacramenti che rendono presenti in noi, in una forma misteriosa, i gesti di salvezza realizzati da Cristo e che sono allo stesso tempo una preparazione alla Parusia. Il Battesimo e l'Eucarestia, dice san Paolo, sono indissolubilmente legati ai fatti storici della Passione e Resurrezione e sono orientati verso il ritorno glorioso di Gesù (cfr. Rm 6,5; 1Cor 11,26).

Per questo, possiamo dire che il cristiano vive in un tempo di inaudita ricchezza soprannaturale. Però, questo tempo straordinario di grazia e di misericordia divina è anche il tempo di una chiamata insistente rivolta agli uomini, affinché riconoscano i segni dei tempi e diano il loro «sì» filiale e generoso a Dio che viene a loro.

In quante pagine degli scritti di Conchita troviamo questo «sì» generoso che lei ha saputo dare alla chiamata del Signore! Lei era cosciente che la sua vita «trascorreva in un tempo di grazia», per questo, il 19 luglio del 1908, rivolge al Signore questa richiesta:

«Signore, oggi voglio chiederti questa grazia: che io non muoia senza aver realizzato i disegni che tu hai sulla mia anima... senza aver colmato la misura delle grazie che mi hai destinato... senza poter dire, come Tu dicesti, al momento della morte: «Consumatum est, ho concluso la mia missione». E' l'unica cosa che ti chiedo. Me la concederai? Ti prego, mio amatissimo Gesù! Concedimi questo favore e colma con i tuoi meriti infiniti tutte le lacune della mia vita!» (D. 30/233-234).

Come non ricordare in queste parole di Conchita il testamento spirituale di san Paolo, con cui l'apostolo esprime ai presbiteri di Efeso il suo desiderio di condurre a termine la sua corsa e il servizio che gli fu affidato dal Signore Gesù, di rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio? (cfr At 21,24). E come non ricordare ancora le stesse parole di Gesù: «Tutto è compiuto»?

Con molta frequenza il Signore comunica a Conchita l'urgenza di pregare perché ci siano sacerdoti santi.

Il 26 novembre del 1929 le parla del tempo come «tempo di salvezza» e «tempo del merito»:

«Compra, figlia mia, in unione con me e con i tuoi, quelle grazie straordinarie per i sacerdoti.... La vita è un soffio per acquistare meriti e la ricompensa non ha fine». (D. 54/200)

E' veramente splendida la lezione che il Signore dà a Conchita. Le sue parole ci ricordano le parole del salmista: «Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore....» (Sal 89,12).

Istruita dal Signore, Conchita ha raggiunto nella sua vita la «saggezza del cuore» che l'ha trasformata in «intima del Signore» e profonda conoscitrice della sua volontà, vivendo la sua esistenza come «tempo di salvezza», unita al Sacerdote Eterno, ottenendo da Lui grazie e misericordia per la Chiesa e per l'umanità. (cfr. D. 49/26-27).

Ella ha tanto assimilato nella sua vita questa lezione del Signore di «comprare grazie per i sacerdoti» e di «essere destinata alla santificazione delle anime e in maniera molto speciale alla santificazione dei sacerdoti». (D. 18/220-223), che alcuni anni dopo il Signore le dirà:

«Per te e per molti altri tu resterai un mistero, ma per me, sei un'anima scelta per operare con essa e tramite essa, prodigi d'amore in favore di molte anime, particolarmente di quelle sacerdotali». (D. 57/329)

Con giusta ragione Conchita poteva esclamare, il 21 settembre 1895:

«Mi sembra troppo corta la vita perché sia olocausto di Gesù» (D. 6/186-187).

a cura di Clara Eugenia Labarthe RCSCJ

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1. In questa data Conchita riceve dal Signore la grazia del «Fidanzamento spirituale». cfr D. 1/407-408.
2. cfr la preghiera universale di Conchita in cui si chiede la salvezza di tutti gli uomini, cfr D. 29, 307-310. E molti altri testi in cui il Signore le fa vedere che è questa la sua missione: «Tu mi darai molte anime» (Vida, 1/235); «migliaia di anime passeranno dalle tue mani e tu me le offrirai» (Vida, 3/77); «molte anime trarranno beneficio dai favori che ti ho concesso» (Vida, 4/287); «La Opere della Croce hanno come scopo la salveza delle anime» (Vida, 7/282).
3. cfr GUTIERREZ GONZALEZ JUAN, M.SP.S, «Respuesta a la invasión de Dios». México (Concar) 1986, cap V pp.167-170.

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