Forse a salvarlo erano state le sorelle che nell'ambiente mortifero della
sua casa avevano fatto da schermo impedendo la sua morte definitiva nello spirito.
O forse era stato il cinema. La tubercolosi gli aveva evitato il servizio militare
che gia' si presentava ai suoi occhi come un incubo. Cosi come gli aveva dato
una scusa per non doversi sobbarcare in quel processo per lui incomprensibile
dell'educazione sentimentale, del fidanzamento e del matrimonio.
Ma nessun uomo puo' vivere da solo come scopri' Federico II l'imperatore, quando
fece l'esperimento di crescere dei bambini da soli per vedere "quale lingua
avrebbero parlato" :i bimbi dopo un po' morirono anche se il cibo non gli mancava.
Il cinema era un surrogato a quella vita sociale che non poteva avere.
Nel buio della sala spiava sullo schermo le vite delle altre persone.
Riusciva a capire cosa succedesse nelle case normali, nelle famiglie,
nella vita a coppia. Cosa provassero quelle persone che trovava a camminare
tenendosi per mano.
Qualche volta immaginava il suo cervello come un'immenso palazzo solo per meta' abitato,
l'altra meta' era vuota in attesa che una persona dell'altro sesso e
dei figli la riempissero.In seguito,col passare degli anni, pensando
all'impossibilita' della cosa, gli rimaneva solo un piccolo desiderio:di dormire
solo per una notte con una donna come marito e moglie nello stesso letto.
La casa sulla zattera nella corrente del tempo