La Scuola Elementare italiana è sicuramente
l'ordine di scuola che ha subito maggiori modifiche negli
anni'90. Modifiche che non ne hanno mutato il solo aspetto
strutturale, ma hanno comportato progressivamente anche un diverso
modo di lavorare e di pensare da parte dei docenti. Infatti lo
"specializzarsi" a livello disciplinare strutturalmente
introdotto dalla scuola definita "a moduli" con la Riforma
del 1990 (legge 148) ha prodotto una serie di effetti non sempre
positivi. Si sono modificati i tempi dell'insegnare e dell'apprendere;
si è introdotta una estrema variabilità nelle relazioni
professionali tra docenti; si corre il rischio di una frammentazione
del sapere che già tanti guasti ha prodotto nella scuola
media.
Rispetto al Tempo Pieno che funziona con 2 insegnanti
presenti nella stessa classe e 40 ore di permanenza a scuola,
la scuola a moduli (3 insegnanti che lavorano su 2 classi, ogni
classe deve svolgere un orario di 27 ore settimanali) vede una
minore presenza a scuola dei bambini ed una contemporanea maggiore
presenza di figure docenti. A volte si può addirittura
creare una situazione di 4 insegnanti su 3 classi (cosa che può
avvenire quando il numero delle sezioni di una scuola è
dispari) con l'aggiunta di insegnante di sostegno, insegnante
di lingua, insegnante di religione!
Noi pensiamo che una seria riflessione debba portare
ad una rivalutazione delle esperienze della scuola a Tempo Pieno,
ad una revisione della Riforma che dia maggiore autonomia progettuale
agli Organi Collegiali. In questo senso va la nostra proposta
"Riformiamo la Riforma" sulla quale abbiamo raccolto
oltre 40.000 firme.
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