Il Bambino e l'Acqua Sporca. Coordinamento Genitori-Insegnanti

Parliamo di educazione


Un'autoriforma gentile





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La scuola: un'autoriforma gentile

Convegno Nazionale

 

"Talete, mentre stava scrutando le stelle e guardava in alto,
cadde in un pozzo, allora una servetta di Tracia,
garbata e graziosa, rise dicendogli che si dava un gran da fare
a conoscere le cose del cielo, ma le cose che gli stavano dappresso
davanti ai piedi gli rimanevano nascoste"
Platone, Teeteto 174 A

Partiamo da quello che siamo, perché vogliamo interrogarci su ciò che la scuola è a partire da chi la fa. E mostrare le trasformazioni di questi anni di scolarizzazione di massa attraverso le nostre vite di donne e uomini.

La scuola è cambiata. Nonostante le innovazioni parziali e frammentarie, la carta dei servizi, il surplus di norme e regole, molti, soprattutto donne, hanno preso in mano il loro agire fondandolo sulle relazioni con alunni e alunne, con colleghi e colleghe. Sono queste il sostegno della scuola, anche se il più delle volte agiamo in maniera sotterranea senza mostrare il contrasto fra quello che facciamo e quello che ci viene chiesto di fare, non denunciamo l'insensatezza di queste richieste, ci limitiamo a dare senso, quasi individualmente, alla nostra azione. Questo non è sufficiente senza il sapere del cambiamento che noi siamo in quanto insegnanti che si appassionano al loro lavoro, lo fanno bene e ne ricavano soddisfazione.

Il senso libero del nostro lavoro si è nutrito dalla passione per la conoscenza, del desiderio di capire che cosa muove chi viene a scuola ad imparare e della capacità di partire dall'esperienza. Ciò ha modificato il nostro rapporto con il sapere e il sapere stesso, sottolineando la presenza dei soggetti sessuati, la relazione con la vita, l'impossibilità di chiudersi negli specialismi e il bisogno di collaborazione fra scuola e università.

Quale linguaggio abbiamo per dire la scuola c'è e quella verso cui vogliamo andare? Alcune/idi noi hanno cominciato a riflettere sul silenzio e non solo sulle parole, di studenti e studentesse e su ciò che di noi viene tagliato quando si usa il linguaggio delle abilità, degli obiettivi, delle tassonomie, dei test di verifica. Una parte essenziale della nostra esperienza viene cancellata quando si applica alla scuola il linguaggio aziendale. Come avere un linguaggio adeguato a ciò che il processo educativo mette in moto? Avere un linguaggio è essenziale anche per attivare uno scambio non strumentale né finto con la società nel suo complesso. Sappiamo che la società ha bisogno della scuola ed è ora che cominciamo a sapere che anche la scuola ha bisogno della società per aiutare le nuove generazioni a crescere.

Ecco perché un'autoriforma.

Ecco perché gentile: non certo gentile perché non c'è conflitto. Gentile perché il ripartire dall'amore della scuola crea una condizione per eliminare la violenza, la noia e la burocrazia.

Per informazioni telefonare a Antonietta Lelario (0881-662070) o a Vita Cosentino (02-2408204).

Organizzato da:

Marinella Antonelli (FE Comunità Ipazia); Guido Armellini (BO, rivista La Terra vista dalla Luna); Marta Baiardi (FI); Teresa Barberio (Montecompatri); Gian Piero Bernard (FG, CIDI); Clara Bianchi (MI, Coordinamento difesa tempo pieno di Milano e provincia); Letizia Bianchi (BO, Univ.); Pia Brancadori (CA); Piero Castello (Roma; Rivista Il Bambino e l'Acqua sporca); Francesca Cerocchi (Roma, rivista Cooperazione Educativa); Marisa Cestelli (FI); Lia Chierichia (Portici, MCE); Vita Cosentino (MI, rivista Via Dogana;) Angiola D'Archino (Roma, V. Woolf); Gabriella De Angelis (Roma, Proforma); Anna Di Salvo (CT); Franca Fortunato (CZ); Vittoria Gallina (Roma, Proforma); Franca Gianoni (FI); Marisa Gizzio (Roma, MCE, V. Woolf); Pasquale Guerra (PG, rivista La Terra vista dalla Luna); Clelia Luliani (FG, circolo La Merlettaia); Clara Jourdan (MI rivista Via Dogana); Gabriella Lazzerini (MI, comunità Ipazia); Antonietta Lelario (FG, CIDI); Adele Longo (FG, circolo La Merlettaia); Giannina Longobardi (VR, comunità Diotima); Franco Lorenzoni (TR, Casa laboratorio di Cenci); Rosanna Macrillò (CZ); Maria Grazia Maitilasso (FG, circolo La Merlettaia); Pia Marcolivio (FG, circolo La Merlettaia); Marirì Martinengo (Mi, comunità di ricerca storica); Laura Minguzzi (Mi, comunità di ricerca storica); Franca Napolitano (Roccadipapa); Annarita Oppo (CA); Anna Maria Piussi (VR, Univ., comunità Diotima); Renata Puleo (Roma, rivista Il Bambino e l'Acqua sporca); Katia Ricci (FG, CIDI); Giovanna Romualdi (Roma, rivista Foglio del Paese delle Donne, Proforma); Daniela Saoncella (VR); Marinella Sclavi (MI, Univ.); Bardo Seeber (Lanuvio, rivista La Terra vista dalla Luna); Loretta Sega (VR):

insegnanti di scuole elementari, medie, superiori e università

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