Lezione di Storia della Pedagogia per il Modulo di Didattica delle Scienze dell’Educazione del giorno 08/03/2000

LEZIONE DI STORIA DELLA PEDAGOGIA - CLASSE V - 2 ORE

 

CONDIZIONE ED EDUCAZIONE DELLA DONNA NEL PRIMO DECENNIO DEL NOVECENTO

La lezione è dedicata allo studio e all’analisi della rivista "Pensiero e Azione" (1904-1908), fondata da Adelaide Coari, una delle esponenti di spicco del femminismo cattolico del primo Novecento.

Durante la prima ora di lezione si rende necessario un approfondimento storico, socio-culturale, politico e soprattutto educativo del periodo di passaggio tra Otto e Novecento, caratterizzato da un complesso rapporto tra Stato e Chiesa definito dalla Legge delle Guarentigie del 13 maggio 1871, da un accrescimento sempre maggiore della coscienza operaia ormai trasformatasi in movimento operaio e, infine, da una condizione scolastica, ed in particolare educativa, di un’Italia ormai unita ma caratterizzata da discrepanze regionali e, ancor più, comunali.

La seconda ora di lezione è dedicata, invece, ad un approfondimento del Movimento Femminile Cattolico ed in particolar modo all’analisi della figura di Adelaide Coari e della rivista quindicinale da lei creata, utile per una presa di coscienza delle tematiche educative del tempo.

Il movimento cattolico femminile pose le sue radici sulla storia e sull’esperienza del movimento cattolico italiano dell’Opera dei Congressi; in particolar modo nel 1900, quando in occasione dei lavori per il XVII Congresso cattolico di Roma, Mons. Radini-Tedeschi parlò per la prima volta della necessità di creare un’organizzazione cattolica femminile.

Il tema femminista si sviluppò proprio nel primo decennio del Novecento anche grazie ai cambiamenti in atto nella stessa società italiana, come il massiccio sviluppo dell'industria, delle amministrazioni, dei servizi, del sistema scolastico, occasioni, queste, offerte alle donne per reagire allo stato di sottomissione nelle quali erano tenute; il femminismo si trasformò, quindi, da appello individuale ad espressione di un bisogno di gruppo, un gruppo organizzato ed avente alla base un programma d’azione concreto.

I compiti e gli scopi dell’azione femminile dovevano ricalcare quelli della generale azione cattolica che stava superando le vecchie forme associative, caratterizzate solo da spirito caritativo, per dirigersi verso una più complessa forma sociale capace di offrire soluzione ai bisogni dell’intera società in evoluzione.

Nel frattempo la situazione della donna e la presa di coscienza dei suoi diritti crearono, all’interno della società, mutamenti sia in ambito scolastico, con l’accesso della donna agli studi universitari, sia in ambito lavorativo, con la diffusione di massa del lavoro femminile che portò alla creazione, comunque, di società di mutuo soccorso.

Nel 1900 venne fondata a Milano l’Unione Femminile Nazionale, avente carattere laico; proprio questa città divenne il centro del movimento femminile all’interno del quale si formarono due tendenze: una avente carattere operaio e giovanile facente capo a "Pensiero e Azione", diretto da Adelaide Coari, e l’altra conservatrice, rappresentata da Elena Da Persico che diresse "L’Azione Muliebre".

Adelaide Coari si inserisce nel panorama del cattolicesimo italiano di inizio secolo; nacque a Milano nel 1881 da una famiglia ligure di modeste condizioni e venne educata all’interno di un ambiente familiare con un profondo spirito cristiano e proprio questa religiosità lasciò in lei un’impronta fondamentale sulla sua personalità, tanto da farle privilegiare costantemente l’aspetto confessionale in ogni scelta, sia politica sia pedagogica.

Nel 1899 conseguì il diploma magistrale presso la scuola normale ed incominciò ad insegnare a Milano fino a giungere, nel 1901, a definire i due principali poli di interesse nella sua attività di educatrice: il problema educativo e la questione femminile.

La Coari concretizzò un insegnamento "senza metodo" che poneva alla base la convinzione della necessità di procedere, in educazione, senza un programma stabilito; era necessario partire dall’esperienza quotidiana dell’educando, sforzandosi di ascoltarne ed indirizzarne gli interessi.

Le insegnanti, quindi, non avrebbero dovuto preparare lezioni rigidamente costituite, ma farsi carico della singolarità di ciascuno per ricavarne un insegnamento ed un momento di crescita comune; l’educatore non si dovrebbe porre nei confronti dell’educando come esperto, ma come guida di anime.

Queste sue teorizzazioni portarono alla maturazione di un "metodo unitario" così illustrato: "PiU’la non contenuta nel dizionario. che da precetti è stato guidato dal senso misterioso e profondo che agisce facendo scaturire l’azione dall’intimo…".

La Coari non si proponeva lezioni, appunti o quant’altro, ma si affidava alla esperienza e concretezza dell’ambiente nel quale il bambino viveva, capace di stimolarlo; a questo proposito tre erano i fattori che costituivano la scuola: la vita del maestro, modellata sui bisogni di ogni scolaro, il fanciullo che, attraverso la propria spontaneità, doveva essere preparato all’avvenire in società, il mondo, in ogni suo fenomeno, fonte di esperienza nelle mani del fanciullo.

Ella divise anche il tempo scolastico in tre momenti: l’incontro, dove si congiungevano le vite di ognuno per costituire un tutto, il lavoro personale, all’interno del quale si stimolava lo spirito d’iniziativa di ogni alunno e il lavoro collettivo, come momento d’incontro tra la libertà individuale e lo spirito di collaborazione; il principio ed il punto di arrivo era, quindi, una pedagogia integrale fondata sugli insegnamenti accompagnati da una didattica viva, perché colma di ispirazione, oggi di estrema attualità.

Sulla base di questi primi spunti di riflessione, sarebbe interessante riuscire a condurre una prima analisi dei mutamenti che, in meno di un secolo, hanno portato il femminismo a compiere scelte assai differenti da quelle che, invece, erano state le motivazioni iniziali della nascita di un movimento femminile su basi socio-educative e non "apparenti" così come sembra delinearsi negli ultimi anni.

Laura Bonomo -SSIS- Università Cattolica di Milano

 

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