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Lettera aperta agli Amici Consorziati dell'AXA di Antonio Canturi
Gentilissimi Amici,
desidero ringraziare tutti Voi che per tanti anni, solamente per stima e fiducia e senza l'imperante apporto delle grosse carature, mi avete permesso di dare un modestissimo contributo all'amministrazione del nostro Consorzio, rivestendo quell'incarico che ha determinato la visibile, anche se in apparenza lenta, ma sicuramente significativa crescita del nostro verde, di cui sono stato responsabile dal 1988.
Gli ottantamila voti da me ottenuti, come sempre scaturiti spontaneamente e liberamente da ognuno di Voi anche per questo ultimo rinnovo del Consiglio di Amministrazione, valgono senza dubbio più dei duecentomila e oltre, che rappresenterebbero il frutto acerbo di compromessi con questa o quell'altra grossa caratura.
Questa volta non sono bastati, ma per me va bene lo stesso: cedere democraticamente il posto, che non è e non può essere fisso in una amministrazione consortile, è un doveroso impegno per chi lo occupa prima di altri, e sarebbe meglio che tutto avvenisse senza "guerre".
Vi ringrazio ancora tutti con lo stesso affetto e la stessa stima che ancora una volta mi avete spontaneamente dimostrato, garantendoVi che ciò per me è molto gratificante e mi convince che il mio modestissimo lavoro, anche se non a tempo pieno, è stato apprezzato ed è servito a qualcosa.
Che si prosegua sempre su rette e corrette vie per il ben vivere di Tutti noi!
Ora, però, permettetemi, anche se ciò è sicuramente fuori luogo e ve ne chiedo scusa, di porre a chi è in grado di rispondermi, certamente nessuno di Voi chiaro come la luce del sole, questa domanda: perché chi non doveva votare ha poi votato?
È una voce di corridoio, ma si dice ancora oggi che "vox populi…ecc.".
Effetto di compromessi o di inutili "guerre"?
Un cordiale e sentito saluto a tutti con l'arrivederci ai Nostri Concerti, che certamente sono più liberi e più spontanei ed hanno la sola presunzione di trasmettere esclusivamente belle emozioni per ognuno di noi e gratuitamente.
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