|
Lo scorso 2 giugno, si è svolto a Cervia un convegno patrocinato dalla Associazione Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini sul tema "Risorse idriche e verde pubblico".
Le esperienze apportate, sono state interessanti, anche se i lavori si sono aperti con una dichiarazione alquanto allarmante: se ci sarà una terza guerra mondiale, il motivo scatenante sarà il controllo delle acque.
Ciò significa che tutti i paesi, sia quelli a maggior rischio che quelli autosufficienti per tali risorse, dovranno adottare una politica di risparmio e giusta distribuzione delle acque.
Il responsabile degli acquedotti del comune di Milano, ha esposto la situazione del capoluogo lombardo, che soddisfa il suo fabbisogno di acqua potabile con pozzi all'interno dell'area urbana, che arrivano alla 2ª e 3ª falda (100/ 150 m. di profondità).
La 1ª falda (30 m.) viene invece utilizzata per usi non potabili, irrigazione pulizia strade ecc.
Oltretutto, pompando questa acqua potenzialmente inquinata da ferite fognarie, si fa in maniera che queste sostanze non raggiungano le falde sottostanti utilizzate per la potabilità.
Il responsabile del verde pubblico del comune di Catania, ha illustrato come la città siciliana si approvvigionava in passato, cioè attingendo con pozzi da fiumi sotterranei che l'attraversano, poi però per una urbanizzazione sbagliata, tali falde furono inquinate da infiltrazioni fognarie e così quell'acqua adesso viene impiegata per usi irrigui.
La scelta del Comune è stata quella di fare per ogni singolo giardino della città un pozzo specifico anziché una stazione di pompaggio unica ed un'unica linea di distribuzione.
Al convegno è intervenuto anche il direttore del servizio giardini del comune di Roma, per parlare di ciò che nella capitale si sta facendo: su 4000 ettari di verde distribuiti nella città, 1500 sono irrigabili e fra essi 150 già realizzati, come a Villa Borghese e nello spartitraffico della Cristoforo Colombo.
Anche se la nostra città è ricca di acqua, grazie soprattutto a quanto hanno fatto i nostri antenati in materia di condotte sotterranee ed acquedotti, si è molto attenti ad un giusto utilizzo delle risorse che vengono comunque prese da pozzi scavati a 30 m.
Da studi fatti sulla riviera romagnola risulta che il pompaggio di acqua sotterranea, oltre che impoverire le risorse, abbassa il livello del terreno.
Cervia negli ultimi decenni è sprofondata di 50 cm. con conseguenze dimezzamento della spiaggia, contropendenza di canali, fognature e tutte le strutture di bonifica: questo dato ha particolarmente scosso ed interessato la platea.
Per il nostro Consorzio AXA è stato molto interessante l'esposto del tecnico dell'ente Flumendosa di Cagliari, città da sempre con il problema della siccità.
Qui è stato sfruttato anche lo scarico del depuratore cittadino adeguatamente trattato ed immesso nel lago Simbirizzi da cui poi vengono rifornite le coltivazioni ortofrutticole della zona.
Se a Cagliari usano legalmente l'acqua del depuratore per irrigare insalate e carote, perché noi, utilizzando l'acqua di uscita del nostro depuratore, che è a livelli invidiabili di purezza, non possiamo innaffiare i prati dell'Axa, assicurandoci così un quartiere sempre verde indipendentemente dalle risorse sotterranee?
|
|