|
A volte i giornalisti cambiano il mondo, aiutati dagli eventi e da fonti che hanno il coraggio di parlare.
In quest'aura di forza incredibile si costruisce il mito di una professione che fa le sue vittime tra chi vuol farlo anche se non ha le conoscenze giuste, le capacità, la faccia di tolla che può far chiedere tutto a chi non ha niente.
A celebrare ancora di più il mestiere c'è questo film ispirato a una storia vera che più vera non si può: Insider.
Interpretato da Russel Crowe e Al Pacino, l'uno come vittima che lotta e l'altro come giornalista e compagno d'avventura in nome della verità.
Le parti non si scambiano e non si confondono, rimangono inalterate sino alla fine, arrivando a coinvolgere chi è seduto in platea.
Pellicola matura del regista Micheal Mann, e che si ricorderà di sicuro.
La trama è nella vita di un appena licenziato dirigente d'azienda e chimico di professione che denuncia i suoi ex datori di lavoro per il modo in cui confezionano la merce che producono.
L'oggetto sotto accusa è la sigaretta, il pacchetto di bionde che sta in tasca a un cittadino del mondo su quattro, la droga che si compra dal tabaccaio con l'autorizzazione e il guadagno dello stato.
Opera a tema, che promuove solo i buoni e mette le corna ai cattivi per riconoscerli meglio, non è altro che la cronaca di un servizio televisivo che dovrebbe andare in onda subito e che invece ritarda. Per opportunità, per calcolo.
I non fumatori applaudiranno e saranno felici di respirare forte, quelli innamorati dei cilindrini bianchi e avana saranno obbligati a far spallucce, anche perché in fondo non sono loro l'obbiettivo delle invettive.
|
|