|
La Convenzione fu stipulata tra il Comune di Roma e l'Immobiliare con l'obiettivo dichiarato di realizzare una realtà urbanistica di notevole livello.
Con l'edificazione e la vendita delle unità residenziali, l'Immobiliare ha conseguito il suo risultato economico.
Il Comune di Roma ha ottenuto il prodotto urbanistico prestabilito, nell'interesse più generale della Città.
La causa primaria del problema in questione deriva direttamente dalla superficialità e dall'incoerenza della Convenzione stessa.
La creazione di un Consorzio Obbligatorio limitato alla sola gestione delle aree non edificate e l'aver consentito che la titolarità di queste aree (libere e non più utilizzabili a fini edificatori) restasse all'Immobiliare senza vincoli temporali, ha costituito una "leggerezza normativa" che oggi produce effetti devastanti.
Il verde, le strade, gli impianti, i servizi, realizzati nell'ambito del comprensorio di Casalpalocco secondo le previsioni della Convenzione, sono indiscutibilmente parte integrante dell'obiettivo urbanistico che il Comune di Roma aveva prefissato, e sono l'elemento essenziale caratterizzante la qualità residenziale del Quartiere.
Tali sono stati considerati, utilizzati, e gestiti per oltre 30 anni.
All'atto della liquidazione della Società Generale Immobiliare, il Comune di Roma avrebbe dovuto attivarsi per tutelare l'equilibrio urbanistico e l'interesse generale, attraverso le opportune modifiche al testo della Convenzione.
Subentrando direttamente nelle titolarità catastali dell'Immobiliare (alienate per 250 milioni!?) e/o trasferendole ad un rinnovato Consorzio Obbligatorio.
Il trasferimento della titolarità catastale delle aree residue dalla Società Costruttrice ad un privato, mette in dubbio la stessa ragione di esistere del Consorzio Obbligatorio.
La Convenzione ha affidato al Consorzio la manutenzione e la responsabilità giuridica delle aree che implicitamente riteneva strettamente legate alla funzionalità e alla qualità del Quartiere.
I comportamenti dell'Immobiliare hanno confermato questa impostazione per oltre 30 anni.
Secondo quale principio il Consorzio Obbligatorio oggi dovrebbe continuare a rispondere della gestione di aree private che l'attuale proprietario ritiene disponibili "a prescindere" dalla funzionalità del Quartiere??
C'è una responsabilità morale e/o materiale dell'Amministrazione. Tanto evidente quanto l'urgenza e la necessità di un intervento del Comune di Roma per riportare la situazione del Quartiere a condizioni certe ed equilibrate.
In questa fase le altre iniziative relative all'acquisizione (tardiva) delle aree destinate al Comune, dell'illuminazione pubblica, delle strade, ecc., diventano elementi marginali ed inconcludenti perché non eliminano né riducono il vero problema di fondo.
Problema che diventa sempre più evidente con il susseguirsi delle iniziative dell'attuale proprietario: rivendicazione dei pozzi e dell'acqua destinata all'irrigazione del verde, richiesta di 800 milioni per l'utilizzo della sede del Consorzio, sollecitazione ai frontisti della fascia di rispetto della C. Colombo per pagare o chiudere i loro accessi, conferma della "sua proprietà" per una scuola comunale, e così via.
Con prospettive di tutta incertezza: chi è il proprietario delle strade, del depuratore, ecc.??
Il Comune di Roma è oggi fortemente impegnato in una serie di iniziative (Art.11, P. Particolareggiati, Art.2, P. delle Certezze, P. di sviluppo del Quadrante Ovest, Patto Territoriale, ecc.) tese a dare un assetto urbanistico equilibrato al territorio della XIII ed a riqualificare i la qualità di vita dei Quartieri.
Sarebbe inaccettabile che contemporaneamente lasciasse scivolare il Comprensorio di Casalpalocco nel caos e nel degrado che oggi è chiaramente prevedibile.
La qualità urbanistica di questo Quartiere è, come per le altre realtà, parte del patrimonio urbano del Comune di Roma e come tale deve essere difesa e conservata.
Questo è l'obiettivo che riteniamo prioritario.
Per sollecitare l'intervento dell'Amministrazione comunale nella vicenda Consorzio-Corvini è stata lanciata a Casalpalocco una raccolta di firme.
Ecco il testo della petizione.
|
|