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Eccomi qui, a due mesi di distanza, a fare il resoconto di un nuovo capitolo della saga che vede protagonisti il Consorzio di Casalpalocco da una parte e il Sig. Corvini dall'altra.
Questa volta è stato Corvini ad avere la meglio vincendo la causa di sfratto intentata contro il Consorzio che, quindi, entro il 7 Marzo sarà costretto a lasciare la sua attuale sede.
La sentenza ha colto di sorpresa e del tutto impreparato il Consiglio consortile che, potendo esibire l'Atto con il quale l'Immobiliare gli riconosceva la gestione del territorio e gli concedeva le infrastrutture necessarie alla sua attività, riteneva di poter stare tranquillo. Il giudice che si è occupato del caso ha ritenuto invece che, poiché l'Immobiliare non è più proprietaria, l'Atto non fosse più valido e andasse fatto un nuovo accordo con il proprie-tario attuale, appunto Corvini.
Contro questa sentenza il Consorzio di Casalpalocco ha già fatto ricorso in appello.
Nel frattempo però il 7 Marzo è alle porte e la situazione è critica.
Il problema principale è costituito soprattutto dalla discarica del verde, l'hangar nel quale si accumulano i residui di verde prima di essere portati negli impianti di smaltimento di Pomezia, per il quale non è facile trovare una nuova collocazione.
Per questo è stata chiesta al giudice una sospensione della sentenza, nella speranza (mai sopita) di trovare un accordo con Corvini.
A questo proposito il Consorzio ha presentato e sottoposto all'approvazione del Consiglio della XIII Circ.ne una lettera nella quale si invita il Comune di Roma a prendere in consegna a titolo gratuito (come previsto dall'art.3 della Convenzione Comune di Roma - Soc. Generale Immobiliare del 2/11/1960) i servizi e gli spazi verdi di interesse collettivo del Consorzio di Casalpalocco, lasciando a quest'ultimo la gestione delle suddette aree.
La lettera, approvata dal Consiglio Circoscrizionale e inviata al Comune di Roma, è un modo per far interessare quest'ultimo alla questione e per spingerlo a farsi mediatore tra le due parti in causa. Un ulteriore passo in questo senso è stata l'organizzazione di una sottoscrizione di firme con la quale si chiede al Comune di provvedere ad aprire un confronto formale tra le parti interessate (il Consorzio di Casalpalocco, il Comune di Roma e il privato subentrato all'Immobiliare), di farsi insomma promotore di un incontro a tre.
La speranza è che Corvini si decida a "lasciar stare" il Consorzio in cambio di qualche concessione da parte del Comune (magari qualche cubatura).
A questo punto non resta che stare a vedere come si evolveranno le cose e sperare che si giunga al più presto ad un accordo pacifico tra le parti: senza dubbio la strada più rapida e più economica per risolvere l'intera faccenda.
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