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Giovanna D'Arco è la libertà e il coraggio che ognuno ha dentro e che in quest'era di guerra fatta dalle macchine e di confini decisi dal compromesso si sono persi, barattati per un po' di sicurezza.
Luc Besson, in quest'ultima - speriamo - trasposizione delle gesta della "pulzella d'Orleans" dimostra chiaramente di aver studiato, e visto, quanto era stato fatto prima che lui decidesse di tornare su una storia, che come spesso accade è finita per diventare una leggenda.
Milla Jovovich, in compagnia di maschi a far da guerrieri, restituisce in maniera precisa, quasi didascalica, le "visioni" che preannunciano la vittoria e donano la sconfitta, il gioco di interessi di spade e lance che lacerano i corpi e uccidono le anime.
È girato come Mel Gibson ha insegnato in Braveheart, con continui movimenti di macchina e con le espressioni esaltate di chi mette la propria vita a disposizione per un ideale, per un pezzo di terra che sembra non valere niente e che invece è tutto.
Dustin Hoffman, con un intervento che si ricorda, è la maschera di sempre, lucido e controllato in ogni sguardo.
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