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no numerose, e fanno di quest'area la più soggetta, nel nostro territorio, a questo tipo di visite.
Sorta intorno al gigantesco Porto di Claudio, la città ne subì le alterne vicende. Sul punto di spopolarsi quando il fiume tendeva a rendere inutilizzabile la struttura, essa risorse sotto Traiano, che attuò grandiose opere di sistemazione e abbellimento.
Nell'alto medioevo, quando Roma era ormai capitale soltanto del cristianesimo, Porto divenne famosa per uno dei più grandi centri d'accoglienza dei pellegrini: il cosiddetto Xenodochio di Pammachio, del quale però ancora non si è rinvenuta traccia. In seguito, nell'alto medioevo, Porto viene ricordata soprattutto per la sua diocesi, che, essendo tra le più antiche, era considerata di grande prestigio. Fu vescovo di Porto, per esempio, S. Pier Damiani, tipica figura di asceta medievale, oltre che uomo tra i più colti del suo tempo (XI sec.).
Frattanto, le incursioni dei pirati arabi avevano fatto sì che l'antico episcopio diventasse una fortezza, forma in cui lo ammiriamo ancora oggi.
Situato sulla Via Portuense, all'altezza della Tenuta Torlonia, esso è un piccolo, squisito borgo che ricorda l'altro più celebre di Ostia Antica, dove il tempo pare essersi fermato.
Manca la mano di un grande architetto e la volontà illuminata di un papa mecenate, ma in compenso ci troviamo in un'oasi archeologico-naturalistica incontaminata, fuori dai grandi circuiti turistici e sconosciuta ai più.
I ruderi, come abbiamo detto, affiorano dal terreno, quasi ci si trovasse di fronte a un'area non esplorata.
Si sono rinvenuti finora, sparsi tra la tenuta Torlonia e i terreni adiacenti, resti delle mura di Costantino, con torri rettilinee, e di quelle di Settimio Severo; avanzi di un tempio di Portunno, di un acquedotto e di innumerevoli horrea, cioè magazzini, che secondo il Lanciani, formavano i due terzi della città.
Inoltre, sono stati intravisti i resti di un palazzo imperiale, di un teatro romano e di un mercato, presso il moderno cimitero.
Numerosissime le statue e le iscrizioni che il luogo ha consegnato, nel corso dei secoli: la maggior parte oggi giace nei Magazzini del Museo Torlonia - uno dei grandi scandali romani - ma in passato le cose non andavano meglio.
Narrano le cronache che, nel sec. XV, il celebre cardinale Bessarione fece buttare in mare una statua di Bacco, quivi rinvenuta, forse ritenendola blasfema; i frammenti di una colossale statua di Traiano, rinvenuti sulle spiagge del bacino esagonale nel 1794, risultano invece dispersi.
E della Chiesa di S. Ippolito, un tempo bella e famosa, oggi resta solo il campanile.
Accanto a essa sorgono dei ruderi giganteschi, un tempo trasformati in una caciara, e oggi ospitanti un ristorante di lusso.
Insomma, l'area al di qua e al di là del Canale di Traiano, merita senz'altro una visita; chi invece volesse vedere anche ciò che è stato rinvenuto nella Tenuta Torlonia, si deve rivolgere al Museo delle Navi: v. Guidoni 35, tel. 06/65010089; orario 9-13,30, martedì e giovedì anche 14,30 - 16,30; chiuso il lunedì.
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