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I duoviri, ogni cinque anni, revisionavano il catasto ed assegnavano gli appalti pubblici.
La prosperità di Ostia crebbe rapidamente, mantenendo l'amenità dei luoghi (tanto da ospitare spesso diversi imperatori in soggiorno), puntando, quando ormai il Mediterraneo era mare nostrum e la flotta militare fu spostata a Capo Miseno, alla funzione commerciale, che insieme con le antiche saline (a Ostia Antica c'è ancor oggi una Via delle Saline…), divenne fondamentale per il sostentamento alimentare dell'Urbe. Furono pertanto costruiti i grandi horrea (magazzini), in grado di ospitare tutto quanto era necessario per "alimentare" Roma.
Si svilupparono le Corporazioni che da questo nuovo status trovarono nuove possibilità: quella dei marinai (il velario del Colosseo era affidato alle loro mani esperte), dei mensores (misuratori del grano), dei trasportatori che facevano giungere le mercanzie a Roma (quasi interamente per via fluviale), dei vari commercianti e degli edili.
Ostia arrivò addirittura ad ospitare una caserma dei Vigili, segno inequivocabile dell'importanza che la città fu via via capace di assumere.
Con la nascita della città di Porto intorno ai bacini imperiali di Claudio e Traiano, Ostia - pur con l'esaurimento del suo ruolo principale (porto) - continuò a crescere e svilupparsi, mantenendo preminenza politica ed amministrativa anche sulla nuova città. In questa nuova fase, addirittura l'imperatore Adriano accettò per ben due volte il titolo di duoviro della colonia.
Anche Settimio Severo fu popolarissimo ad Ostia (la via costiera Severiana è di quel periodo) e, sebbene l'impero cominciasse a scricchiolare, la città continuò a prosperare.
Il declino cominciò tra la fine del III e l'inizio del IV secolo, quando le principali funzioni vennerò destinate a Porto (imperatore Costantino), capovolgendo la situazione amministrativa delle due città. Il declino finale arrivò nel V secolo, quando ormai Ostia era ridotta anche amministrativamente ad appendice di Porto; la conclusione di un millennio di Storia e cronaca esaltanti sono il progressivo abbandono della città ed il suo saccheggio, fino al suo oblio ed al suo ritorno, mille e più anni dopo.
Nella Ostia romana, si è consumata dunque una magnifica parabola, basata su un'autonomia forte, solidale con Roma.
E ciò è ancor più significativo se si pensa che Ostia ha ricoperto funzioni vitali per l'esistenza stessa di Roma e dell'Impero: prima porto militare fino al definitivo dominio del Mediterraneo, successivamente porto commerciale e magazzino per le necessità alimentari di Roma.
Persa l'autonomia, Ostia declinò inesorabilmente; un parallelismo con l'attualità deve essere fatto.
Sebbene non ci siano più difese da garantire, le capacità amministrative autonome, inserite in un ambito istituzionalmente più alto (Area metropolitana, Distretto dell'Urbe), non possono che favorire il rilancio della nostra città: il terzo millennio deve tornare ad offrire per il litorale romano lo splendore di una città ricca, dinamica, capace di adattarsi e di anticipare i tempi nuovi della Storia.
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