24 OTTOBRE 1999
SPECIALE REFERENDUM

Scelta non sufficiente, ma necessaria!
di  Renato Gatti  - Segretario DS Casalpalocco

La scelta di votare SI' al prossimo referendum per Roma Marittima, come si dice in termini logici, è una scelta non sufficiente ma necessaria.
Perché dico non sufficiente? Perché il solo fatto di avere un comune autonomo, pur nella prospettiva dell'area metropolitana, non significa aver risolto i problemi del nostro territorio.
Molto dipenderà da chi sarà chiamato a governare; dalle sue capacità gestionali, manageriali e politiche.
Inutile quindi fare false promesse dicendo che il nuovo comune farà questo o risolverà quest'altro problema: sarebbe come vendere la famosa pelle dell'orso.
Se quindi da una parte sono cauto e prudente, dall'altra non ho assolutamente alcun dubbio, ma ho la certezza, che i problemi del nostro territorio si possono risolvere solo e soltanto se si fa il Comune di Roma Marittima.
Solo con il Comune autonomo si pongono le premesse perché i problemi vengano affrontati e risolti; lo strumento Comune di Roma Marittima è indispensabile, anche se non sufficiente per le ragioni sopra dette, alla soluzione dei problemi; tale costituzione è quindi una premessa, un passo preliminare, una pregiudiziale al buon governo del nostro territorio. La mia certezza deriva dalla presa d'atto che la macchina Comune di Roma, indipendentemente da chi sia a gestirlo, di qualunque colore sia il sindaco, non può per sua conformazione funzionare adeguatamente; è una macchina mastodontica, lenta, elefantiaca che è impossibilitata a ben operare.
Voglio fare due riflessioni.
La prima è un paragone. La mia formazione è aziendalistica e mi ritrovo bene con paragoni in questo campo. Agli inizi del secolo Ford inaugurò a River Rouge uno stabilimento colossale (si pensi ad una Mirafiori moltiplicata per decine di volte) che partendo dalla fonderia si sviluppava come una spina di pesce ove dalle ramificazioni arrivavano i pezzi ivi prodotti che confluivano nella spina dorsale dove venivano assemblati fino a giungere al prodotto finito.
Naturalmente ogni spina si spingeva indietro per creare più valore aggiunto fosse possibile; i vetri cioè non erano acquistati all'esterno ma prodotti partendo dalla sabbia silicea.
Un mastodonte autosufficiente razionale, quasi scientifico che assorbiva forze umane ed intelligenze al suo interno sussumendole alle sue esigenze.
Oggi nessuno si sognerebbe di fare uno stabilimento del genere. Oggi ci sarebbero tanti stabilimenti decentrati, che lavorano sull'indotto, situati più vicino ai fattori della produzione e collegati in rete telematica fra di loro in continuo e reciproco contatto.
Ora non voglio dire che il Comune di Roma sia come la vecchia fabbrica fordista, ma ci assomiglia molto! Le circoscrizioni non sono terminali intelligenti che decidono in autonomia; sono solo terminali monodirezionali - dal centro alla periferia- senza intelligenza né volontà nonostante i soggetti che ivi operano.
Da aziendalista direi quindi: dalla centralizzazione all'amministrazione a rete; dal governo per corrispondenza all'autogoverno organicamente collegato nel network; dal potere lontano all'amministratore vicino.
La seconda riflessione invece riaguarda il tempo dedicato alla nostra Circoscrizione dal nostro amministratore.
Penso infatti: quanti giorni dedica il Consiglio Comunale di Roma ai problemi della XIII?
Per fare un conto spannometrico se le circoscrizioni sono 19 e i giorni lavorativi in un mese altrettanto, devo aspettarmi che il Consiglio Comunale di Roma dedichi alla XIII un giorno al mese ovvero 11 giorni l'anno! Il Comune di Roma Marittima si dedicherà ai nostri problemi 200 giorni l'anno! 
Già questo dovrebbe convincere sul valore, che per la verità io pensavo condiviso da tutti - evidentemente invece no - dell'autonomia e dell'autogoverno.
Ma pensiamo al modo in cui il Consiglio Comunale di Roma si occupa dei nostri problemi.
Ci sono due canali: la circoscrizione,  canale burocratico, ufficiale, proceduralizzato, ascoltato (?) più per obbligo che per convinzione; e i canali informali, ovvero fili diretti che i poteri forti hanno con assessori, consiglieri e dirigenti.
Questi canali, sono sicuro, sono quelli che veramente funzionano nella prassi quotidiana e nell'indicazione di cosa deliberare in quel solo giorno al mese, in quei soli 11 giorni l'anno.
Il nuovo Comune ha la facoltà, la possibilità, la capacità (altra cosa è se saprà tradurre la potenzialità in atti) di far saltare questa cortocircuitazione e di instaurare un rapporto più trasparente con la cittadinanza.
Il mio appello al SI' guarda all'efficienza, all'efficacia ed alla trasparenza dell'ammini-strazione, il resto lo lascio alla demagogia.

Il decentramento Sommario Ott. 99 - n° 34

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