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Un uomo in gabbia non ha niente, solo gli orari dei suoi carcerieri, di chi gestisce la sua vita da dietro un vetro, dall'altra parte delle sbarre.
Un uomo in gabbia torna al suo stato primordiale, quello degli animali.
Istinto e esigenze fisiologiche emergono sul resto, non conta quello che si è stati o quello che di buono si è fatto nella vita, conta solo il motivo per cui ci troviamo dentro e senza più nessuno dei nostri diritti.
Il film Istinct è questo, interpretato da quella grandissima maschera che è Anthony Hopkins e da uno stuolo di attori che sanno il loro mestiere.
L'osservazione della bestialità umana è il motivo conduttore, i rimedi possibili la goccia che fa traboccare il vaso, che inizia l'azione, la valvola difettosa che fa saltare la diga.
Astraiamoci per un paio di righe e pensiamo quel che una forza della natura come l'attore inglese può fare in Hannibal, il seguito de Il silenzio degli innocenti: regia di Ridley Scott e sceneggiatura di David Mamet, roba da prenotare il biglietto con un anno d'anticipo.
Per tornare al nostro prodotto di ferragosto, chiariamo che è da vedere perché racconta una storia, perché offre uno spaccato di verità attraverso l'esperienza di un assurdo, di un luogo che altrove non esiste e che si spera non si possa realizzare.
La fantasia non incasella Istinct tra il genere fantastico, ma lo libera nell'aria di un cinema.
Non è immenso o da mettere da una parte, ma si può esserne tranquillamente spettatori.
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