Roma Marittima:si vota
il 24 ottobre!

Fatti, opinioni e considerazioni....
di Luca Leonardi

Non è facile, a poco più di 30 giorni dal referendum del 24 ottobre, esprimere qualche considerazione “inedita” sui vantaggi dell’i-stituzione del Comune autonomo di Roma Marittima.
Parafrasando una riuscita pubblicità della Rai, abbiamo letto ... di tutto e di più. È forse il caso, quindi, di sgombrare il campo da equivoci, dubbi e paure, immotivate a dir vero, che, quasi incosciamente, colpiscono quanti di noi hanno nei propri cromosomi una sorta di innata “resistenza al cambiamento”, quasi che con la creazione del Comune di Roma Marittima si debba costruire all’Eur un muro di cinta con tanto di controllo passaporti...
Chi di noi ha interessi preminenti (di lavoro, di studio, ecc.) a Roma continuerà la propria vita come ha fatto finora, perché, vi posso garantire che anche con Roma Marittima, la capitale continuerà ad esistere!
Abbiamo finalmente, dopo decenni di satrapi andreottiani, di tangentari all’amatriciana e di comparse politiche, la possibilità di sceglierci da soli chi governerà il nostro territorio.
L’iniziativa è appoggiata, caso più unico che raro in Italia, dalla quasi totalità di quei politici locali che, eletti meno di due anni fa nel parlamentino di Via Claudio, rischiano di vedersi tolto in un giorno il posto faticosamente conquistato a seguito di aspre campagne elettorali: la vittoria dei Sì porterebbe a nuove elezioni, questa volta comunali, e molti potrebbero lasciarci le penne.
Potrebbero egoisticamente fregarsene delle sorti del territorio, sono invece pressocché compatti nel sostenere l’autonomia.
Un’autonomia che, chiarisco subito, non è la panacea di tuti i mali, nè la bacchetta magica che tutto risolve.
È però strumento di governo che può consentirci risposte certe alle domande di infrastrutture e di servizi che, soprattutto dall’entroterra, vengono rivolte agli attuali consiglieri circoscrizionali.
I quali, con l’esiguo bilancio a loro disposizione, si trovano a dover suggerire tra una molteplicità di interventi quello meno procrastinabile.
Suggerire, non scegliere! Perché le decisioni che contano vengono alla fine prese... a 25 km dal territorio.
Chi di voi delegherebbe, durante le vacanze estive, la cura del proprio giardino a un giardiniere che vive ai Prati Fiscali?
Ovviamente nessuno, lo cercheremmo “in zona”. Eppure continuiamo ad affidare l’amministrazione del territorio ad amministratori che spesso non conoscono nemmeno i nomi dei quartieri sui quali (raramente) intervengono.
Rapporto tra Ostia ed entroterra: potentati economici del litorale, subordinazione degli interventi dell’eventuale Comune alle esigenze di Ostia, mancanza di una classe politica adatta a gestire il Comune autonomo.
In una frase: passeremo da periferia di Roma a periferia di Ostia? A parte il fatto che è comunque preferibile essere, a parità di dimensioni, periferia di un Comune più piccolo (si è meno periferia e sempre più “centrali”), non è questo il problema: i politici non sono ancora eletti in base a sorteggio ma in base ai voti che ricevono.
Quali saranno i consiglieri comunali che gestiranno e dai quali ci faremo rappresentare e tutelare se ci sarà Roma Marittima? Saremo noi a sceglierli: l’Axa, Casalpalocco, Acilia e tutto l’entroterra possono scongiurare il rischio indirizzando la loro preferenza verso i candidati che sono espressione dei loro quartieri.
I numeri sono dalla parte dell’entroterra, il litorale è forse più compatto sui nomi più rappresentativi: non potremo però lamentarci con il Comune di Roma se gli abitanti dell’Axapalocco contribuiranno con il loro voto all’elezione di consiglieri, faccio un esempio, dell’Idroscalo... Sta a noi decidere!
Poiché, inoltre, la minima parte di un bilancio di neanche 100 miliardi è comunque inferiore alla stessa minima parte di un bilancio di 1000, il Comune autonomo porterebbe in ogni caso degli evidenti benefici anche ai quartieri dell’entroterra.
E basterebbe questa semplice osservazione a giustificare ampiamente il desiderio di autonomia. Facendo un paragone automobilistico è la stessa differenza tra il correre un Gran Premio con una Ferrari e una Minardi.
E non bisogna essere dei fenomeni per vincere con un mezzo tanto più potente a disposizione, la differenza di motore è di per sè garanzia di prestazioni migliori.
Chiunque sieda alla guida della macchina...

Il decentramento
Somm. Ago./Sett. '99 - N° 33


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