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Il Medio Evo.
Parte 1°: Il concetto del Medio Evo.
(Foto) I barbari alla frontiera dell'Impero Romano ( primi del IV sec. ).
Il concetto di Medio Evo è di origine recente.
Gli uomini del Medioevo pensavano di vivere in un'età conclusiva della storia umana, cui sarebbe presto successo la fine del mondo e il famoso Giudizio Universale specialmente all'avvento dell'anno 1000.
Con il Rinascimento si incominciò ad usare i termini di MEDIA AETAS o Media Tempestas, per indicare i secoli intercorrenti fra il tramonto della Classicità e la sua rinascita umanistica nel Quattrocento e nel Cinquecento.
Per il Rinascimento l'Età Media meritava di essere chiamata così, in quanto costituiva un oscuro intervallo di barbarie fra due luminosi periodi di civiltà, quindi era per quegli uomini un giudizio negativo del Medioevo; ma noi sappiamo che questo non è vero, perchè grazie a quel periodo << Oscuro >> che si sono sviluppati tutti i presupposti per una nuova civiltà, e che la storia è un continuo progredire senza tappe intermedie.
Invece la parte più negativa era l'ignoranza del popolo e l'oppressione sul popolo e sui governanti da parte della Chiesa e non solo essa di quel periodo, anche la Riforma protestante diede un concetto negativo del Medioevo chiamandola ETA' MEDIA.
Infatti gli storici protestanti erano convinti che il cristianesimo primitivo fosse stato corrotto per lunghi secoli e ripristinato nella sua originaria purezza soltanto da Lutero e gli altri riformatori.
In questo intervallo di tempo si estendeva un periodo oscuro, detto Età Media o più comunemente Medio Evo, e il termine venne attribuito al luterano tedesco Cristoforo Cellario ed alla sua << Historia Medi Aevi >>.
Sorse così l'abitudine di fare coincidere la fine dell'età antica e gli inizi del Medio Evo con la scomparsa dell'Impero Romano di Occidente, e quindi con la deposizione del suo ultimo imperatore Romolo Augustolo, nel 476 d.C.
Anche il Settecento razionalistico continuò a considerare con disprezzo il Medio Evo, quale età di ignoranza e di superstizione, di un'età gotica e barbara.
Invece i romantici del primo Ottocento rivendicarono il valore e l'importanza del Medio Evo, per loro era un'età affascinante di fede e di poesia, ricca di fresche e spontanee energie creatrici, nonchè di forme originali di civiltà, da cui le moderne nazionalità europee avevano tratto origini.
La critica moderna considera il Medio Evo non un oscuro intervallo di barbarie fra due civiltà, sibbene come un periodo storico, il quale creò una propria civiltà, spesso originale e feconda, il cui retaggio costituisce parte fondamentale del patrimonio morale dell'umanità odierna.
Parte 2°: I limiti del Medio Evo.
Per la moderna critica storica l'inizio del Medio Evo doveva coincidere con la caduta dell'Impero Romano di Occidente e la data 476 d.C.
Mentre per lo storico Henri Pirenne, il Medio Evo dovrebbe iniziare con l'avvento dell'Islam nel sec. VII, che diede una svolta decisiva nella continuità storica del mondo mediterraneo; personalmente anch'io sono daccordo con Pirenne, perchè l'Islam portò un cambiamento enorme al mondo Occidentale ed Orientale, unificando popoli, apportando contributi culturali, artistici e religiosi notevoli, trasformando tutti i popoli che sono venuti a contatto con loro.
Una risposta all'Islam fu la formazione del Sacro Romano Impero di Carlo Magno nell'Occidente latino-germanico.
Dopo un'altra risposta fu la costituzione delle Crociate, l'aggregazione di tutti i popoli cristiani contro l'Islam, perchè si vedeva in esso il primo grande nemico del Cattolicesimo un pericolo per la sua sopravvivenza.
E' chiaro che ogni divisione della storia in periodo non possono avere altro che un valore pratico, convenzionale.
Occorre dunque iniziare lo studio del Medio Evo da quello dei fenomeni che contribuirono a dare a quell'età un volto inconfondibile: dalla diffusione del Cristianesimo alle vicende economiche-sociali della tarda romanità, dalla trasformazione dell'Impero di Roma antica in un Impero Romano Cristiano alle migrazioni dei popoli barbarici.
Parte 3°: Lo studio del Medio Evo.
(Foto) L'avanzata dell'Islam (dal 632 al 945) e l'Impero Romano d'Oriente.
Lo studioso del Medio Evo deve risalire alle fonti originali, valendosi nella propria indagine tanto di fonti narrative ( cronache, poemi storici, vite di santi, ecc.), quanto di fonti documentarie ( leggi, diplomi di imperatori, bolle papali, ecc.).
E poichè i manoscritti originali di tali fonti sono stesi con scritture diverse da quella moderna, lo studioso del Medio Evo ha bisogno dell'aiuto della PALEOGRAFIA (scienza delle scritture antiche) per poterli leggere ed interpretare.
Mentre per gli atti pubblici o Diplomi dei sovrani o pontefici, lo studioso dovrà ricorrere all'aiuto della DIPLOMATICA, la quale ha per oggetto appunto l'esame di questi caratteri formali.
La CRONOLOGIA ha pure importanza grandissima negli studi medievali, in quanto i sistemi di datazione variano grandemente nel Medio Evo, a seconda dei vari luoghi o dei vari periodi.
Per esempio non si era d'accordo neanche sul calcolo degli anni dell'era cristiana, e quindi taluni calcolavano gli anni di Cristo dalla nascita di Gesù (a Nativitate), facendo cominciare l'anno dal 25 dicembre, mentre altri li calcolavano dalla sua concezione ( ab Incarnatione), facendo cominciare l'anno nove mesi prima, cioè dal marzo.
Molto importante è anche la NUMISMATICA, che ha per oggetto lo studio delle monente antiche, e la SFRAGISTICA, che studia i sigilli apposti agli antichi documenti, per dare un apporto a certi periodi oscuri del Medio Evo.
Per l'Italia, la massima collezione di fonti storiche medievali è ancora quella dei RERUM ITALICARUM SCRIPTORES, pubblicata nel Settecento da Ludovico Antonio Muratori.
Altra importante collezione è quella dei MONUMENTA GERMANIAE HISTORICA, iniziata nel sec. XIX dal tedesco G. Pertz, che contiene fonti relative alla storia dei popoli germanici in genere, e quindi anche alla storia italiana dalle invasione barbariche in avanti.
Non si può scordare le collezioni intese a raccogliere tutti i diplomi od atti pubblici degli imperatori e dei papi, cioè i REGESTA IMPERII, la cui pubblicazione fu iniziata nel sec. XIX da J. F. Bòhmer ed i REGESTA PONTIFICUM ROMANORUM, iniziata nell'Ottcento da Ph. Jaffé e proseguita poi da A. Potthast.
La storia medievale è molto legata al cristianesimo, infatti tra le massime fonti vanno ricordati:
-- gli ACTA SANCTORUM, cioè delle antiche biografie di santi, iniziata nel Seicento dal gesuita J. Bolland;
-- gli SACRORUM CONCILIORUM NOVA ET AMPLISSIMA COLLECTIO, raccolta degli atti dei concili, pubblicata nel Settecento da G. D. Mansi;
-- gli PATROLOGIAE CURSUS COMPLETUS, raccolta di scrittori ecclesiastici, pubblicato nell'Ottocento da J. P. Migne e diviso in due sezioni ( Patrologia Latina e Patrologia Graeca ).
Mentre nel campo dei repertori bisogna ricordare una fonte preziosa che è quella di A. Potthasr, BIBLIOTHECA HISTORICA MEDII AEVI, costituente una completa guida delle fonti narrative della storia medievale.
Infine si deve ricordare che per il migliore e il più ricco vocabolario latino medievale si deve ricercare il GROSSARIUM MEDIAE ET INFIMAE LATINITATIS, del francese Du Cange.
1° NOTA BIBLIOGRAFICA.
1) C. Dawson, ''La nascita dell'Europa'', Torino, 1959;
2) Storia d'Italia, a cura di N. Valeri, Vol. I, ''Il Medioevo'', Torino, 1959;
3) H. Pirenne, ''Storia d'Europa dalle invasioni al XVI secolo'', Firenze, 1967;
4) G. Volpe, ''Il Medio Evo'', Firenze, 1965;
5) K. BihlMayer e H. Tuechele, ''Storia della Chiesa'', Vol. II, Brescia, 1967;
6) R. e A. J. Carlyle, ''Il pensiero politico medievale'', Bari,1956;
7) H. Pirenne, ''Maometto e Carlomagno'', Bari, 1939;
8) G. Duby, ''L'economia rurale nell'Europa Medievale (secoli IX-XV), Bari, 1966;
9) G. Fasoli, A.Berselli, P. Prodi, ''Guida allo studio della storia medievale'',Bologna,1964;
10) F. Valenti, ''Il documento medievale. Nozioni di diplomatica generale e di cronologia'', Modena, 1961.
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