La prima pagina de "La voce del violino"
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Che la
giornata non sarebbe stata assolutamente cosa il commissario Salvo Montalbano se ne fece
subito persuaso non appena raprì le persiane della càmmara da letto. Faceva ancora
notte, per l'alba mancava perlomeno un'ora, però lo scuro era già meno fitto, bastevole
a lasciar vedere il cielo coperto da dense nuvole d'acqua e, oltre la striscia chiara
della spiaggia, il mare che pareva un cane pechinese. Dal giorno in cui un minuscolo cane
di quella razza, tutto infiocchettato, dopo un furioso scaracchio spacciato per abbaiare,
gli aveva dolorosamente addentato un polpaccio, Montalbano chiarnava così il mare
quand'era agitato da folate brevi e fredde che provocavano miriadi di piccole onde
sormontate da ridicoli pennacchi di schiuma. Il suo umore s'aggravò, visto e considerato
che quello che doveva fare in matinata non era piacevole: partire per andare a un
funerale. |