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Appena arrisbigliatosi, decise di telefonare
in com-
missariato per avvertire che quel
giorno proprio
non era cosa, non ce l'avrebbe fatta ad andare in uffi-
cio, durante la nottata una botta d'influenza l'aveva
assugliato di colpo come uno di quei cani che manco
abbaiono e li vedi solo quando già ti hanno azzana-
to alla gola. Fece per susìrisi, ma si fernò a mezzo, le
ossa gli dolevano, le giunture scricchiolavano,
do-
vette ripigliare il movimento con quatèla,
finalmen-
te arrivò all'altezza del telefono, allungò il braccio e
in quel preciso momento la soneria squillò.
"Pronti, dottori? Parlo con
lei di pirsona pirso-
nalmente? Mi arriconobbe? Catarella sono."
"Ti arriconobbi, Catarè. Che vuoi?"
"Nenti voglio, dottori."
"E allora perché mi chiami?"
"Ora vengo e mi spiego,
dottori. Io di pirsona
pirsonalmenti non voglio nenti da lei, ma c'è il dot-
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